Myss Keta – Oltre Festival, Bologna – 25 giugno 2022

Myss Keta – Oltre Festival, Bologna – 25 giugno 2022
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Un concerto che conta. Un concerto che uno, dure (semi-cit). Un’ora e poco più per ballare su cassa dritta e storie di Myss Keta all’Oltre Festival. E un finale inaspettato…

Per comprendere al meglio la giornata di ieri, cari lettori di The Soundcheck, dovete aver vissuto almeno una volta un after di due giorni. Solo così, forse, entrerete nel mood che aleggiava il 25 giugno al Parco delle Caserme Rosse prima, durante e dopo l’esibizione di Myss Keta. Birretta alla mano, occhiaia d’ordinanza e si comincia…

Alla ricerca di… Buh, qualcosa

Sgusciamo tra i presenti, cerchiamo di capire quale atmosfera si respira. All’inizio, in verità, serpeggiare tra il pubblico è piuttosto semplice. Non siamo in moltissimi, complice, forse, il meraviglioso Pride ancora in atto in centro. Questo non scoraggia Gente prima e La Hasna dopo chi, emozionati e contenti di essere sul palco dell’Oltre Festival, sfoggiano entrambi belle prestazione, raccogliendo applausi e consensi.

Birra alla mano facciamo in tempo ad assistere all’entrata in scena di Big Mama, ragazza 22enne dalle indubbie doti di scrittura. Il pubblico continua a ingrossarsi alla spicciolata, ma il consenso per l’artista avellinese è unanime. A fine esibizione ci confessa che all’inizio era molto tranquilla, poi a metà esibizione è stata assalita dall’emozione. È un qualcosa che si è percepito e per un artista è una nota di merito di non poco conto.

Pazzeska

Le luci naturali continuano a scemare fino a scomparire. Sono le dieci di sera passate, il pubblico rumoreggia, la spinatrice continua a versare nettare biondo. Parte una voce dalle casse. Arriva lei, Myss Keta. Sembra un pugile con vestaglia azzurra di raso che poi si toglie per svelare il suo volto occhiali da sole e velo che copre bocca e naso. “Club Topperia” e “Problemi di Coco” esaltano la folla che nel frattempo è cresciuta numericamente, il palco è uno show minimale con casse che pompano da matti.

Luci strobo, coreografie minimali ma altamente interpretabili, i presenti non stanno fermi un minuto, esultano a ogni comando di Myss Keta. Sembra un gioco tra Mistress e felici schiavetti: tutto molto bello.

L’atmosfera è calda, nonostante ogni tanto tiri una vaga brezza piacevole (forse è solo una illusione che la nostra mente cerca disperatamente di regalarci) e, come si dice in certi frangenti, è breve ma intensa. Ore 23:15, tutto finito. Un’ora e dieci spaccate di concerto, poi ringraziamenti, foto e tutti a casa. Troppo poco? Forse, ma dopo lo show non ci è parso di ascoltare nessuna lamentela.

L’inaspettato richiamo per diventare una star, una celebrità

Mentre guadagnamo l’uscita, le nostre orecchie percepiscono suoni di chitarra, basso e batteria. Che qualcuno stia ancora suonando sul palco del Mercato degli Ulivi, sempre nel Parco delle Caserme Rosse? Con stupore ci accorgiamo che quelli sono i Finley. Mentre realizziamo tutto ciò, parte “Diventerai una Star” e innumerevoli ricordi da terza liceo.

Un finale inaspettato, invero, considerando che hanno tirato fino a oltre mezzanotte e mezza e hanno attratto non solo l’attenzione del sottoscritto, ma anche l’entusiasmo dei tanti astanti.

Entri da Myss Keta ed esci coi Finley. Se non è da trip lisergico derivante da after…

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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