Faith Kiddo: «”Venom With Glitter” sono le due facce della mia medaglia»

Faith Kiddo: «”Venom With Glitter” sono le due facce della mia medaglia»
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Faith Kiddo, l’alter ego sfavillante e vulcanico di Federica Baraldi, pubblica il primo EP Venom With Glitter. L’abbiamo intervistata per farcelo raccontare

Venom With Glitter è il mondo pop e un po’ creepy di Faith Kiddo.
L’EP mostra quattro diversi volti della stessa bambola, uno sarcastico ma vanitoso (New Skin), uno più sensuale ma incoerente (Nothing I Can Do), uno insano (Go Prince Charming) e uno più vulnerabile e personale (Dirty Laundry). Con Venom With Glitter Faith Kiddo serve un antipasto di parole tossiche avvolte da un sound elettronico ed energico. È disponibile all’ascolto su Spotify e su tutte le piattaforme digitali.

Faith Kiddo nasce dall’esigenza di Federica Baraldi di sopravvivere. È nata durante una notte di fine estate sull’asfalto di una strada deserta ed è una bambola in continua evoluzione, con mille sfaccettature e tanto da dire sulle relazioni personali e sociali della nostra epoca. Faith Kiddo è la parte sognante, tenace e coraggiosa di Federica, è il suo ascendente in Leone.

La sua musica è difficile da etichettare: forte di una voce rock grintosa e al tempo stesso soave, e di una viscerale passione per indiscusse icone pop come Madonna, Lady Gaga, Christina Aguilera e Britney Spears, Kiddo canta melodie accattivanti su una scelta stilistica che strizza l’occhio alla dance degli anni ‘80 e ‘90 con accenni elettronici dal sound totalmente contemporaneo.

La copertina dell’EP
La nostra intervista
Il tuo EP si intitola Venom with glitter, che letteralmente significa “veleno con glitter”, come fosse una sorta di tentazione ben confezionata ma letale. Un po’ le due facce della stessa medaglia che escono fuori da ogni canzone. Un’altra delle cose che salta all’occhio, inoltre, è che è il team che c’è dietro è formato quasi da sole donne, a partire dalla produttrice, Kimerica. Come mai questa scelta?

Esatto, hai capito perfettamente la natura dell’EP! In realtà la scelta di lavorare con Kimerica in primis è stata dettata dalla stima che ho per lei come artista e dall’amicizia che ci unisce: abbiamo un’ottima sintonia quando si tratta di lavorare insieme, e poi è una musicista eccezionale. Per questo EP si è formata una squadra meravigliosa, fatta di persone di talento e che sono entrate subito in sintonia col progetto, questo era quello che cercavo!

Quando ho ascoltato i brani dell’EP ho pensato immediatamente al sound di Madonna degli anni ’80, soprattutto in New Skin e Nothing I Can Do. A chi ti ispiri musicalmente?

Musicalmente ho due nature che vivono in me: una pop ed una rock. Inutile dirti che Madonna per me è la regina indiscussa di tutto, infatti lo hai ritrovato nel sound delle canzoni. Tutte le icone pop comunque per me sono fonte di ispirazione, specialmente tutte quelle artiste che attraverso la loro musica hanno emancipato il mondo femminile.

Credo però che il mio modo di scrivere sia influenzato molto anche dai miei ascolti rock, più taglienti ed aspri del pop in certe occasioni. Se vuoi qualche nome, ti dico solo che senza i Linkin Park non sarei la persona e l’artista che sono oggi.

Il brano più interessante, sia per testo che per arrangiamento, è a mio parere Dirty Laundry. Ce lo racconti?

Dirty Laundry è il pezzo che definisco più intimo e più tangibile dell’ep. Per me era fondamentale raccontare questa storia cercando di far capire che i problemi si possono nascondere in mille modi diversi, ma se non si affrontano non spariscono. È dedicata ad una persona a cui voglio bene ma che in più occasioni si è buttata via. I panni sporchi si lavano in famiglia, è vero, ma si devono lavare, non ignorare… altrimenti rimangono sporchi.

La scelta della chitarra acustica di Luca Dall’Oro è stata fatta proprio per rendere più reali le parole della canzone: per l’arrangiamento ci siamo lasciati ispirare molto dal mondo country, senza abbandonare però l’elettronica che è il filo conduttore sonoro di tutto Venom With Glitter.

C‘è un motivo particolare per cui hai deciso di cantare in inglese piuttosto che in italiano?

Canto in inglese perché i miei ascolti sono prevalentemente in quella lingua, ne sono molto influenzata. Mi viene più semplice scrivere e ragionare in inglese quando devo abbinare le parole ad una melodia, penso che i miei brani siano più efficaci così. Non escludo però di avvicinarmi all’italiano in futuro, l’ho già fatto in passato, quindi mai dire mai!

Porterai queste canzoni dal vivo?

Voglio portare assolutamente questi brani dal vivo, ma per il momento sto lavorando su altri pezzi per rendere il progetto più completo, vi terrò aggiornati!

a cura di
Andrea Giovannetti

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Andrea Giovannetti

Nato a Roma nel 1984, ma vivo a Venezia per lavoro. Musicista e cantante per passione e per diletto, completamente autodidatta, mi rilasso suonando la chitarra e la batteria. Nel tempo libero ascolto tanta musica e cerco di vedere quanti più concerti possibili, perchè sono convinto che la musica dal vivo abbia tutto un altro sapore. Mi piace viaggiare, e per dirla con le parole di Nietzsche (che dice? boh!): "Senza musica la vita sarebbe un errore".

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