Dargen D’Amico – Estragon, Bologna – 13 maggio 2022
Dargen D’Amico il 13 maggio conclude a Bologna il tour primaverile che porta sui palchi d’Italia l’ultimo album “Nei sogni nessuno è monogamo”, facendo scatenare e piangere tutto il pubblico
Il locale “dove si balla”
L’Estragon è il tipico luogo “dove si balla” scatenati senza paura del giudizio altrui, non importa quale sia l’evento, che sia una serata anni ’80 o che ospiti un artista rinomato, il pubblico sarà sempre lo stesso: quel tipo di persona che si sente a suo agio in un paio di jeans e una t-shirt colorata, che beve birra e che non ti farà mai sentire a disagio o fuori luogo.
L’Estragon è sempre accogliente, non esigente e anche l’allestimento ha sempre e solo l’essenziale. I giochi di luce sono sempre molto basici ma non servono effetti speciali: l’artista rimane al centro della scena per tutta la durata della sua performance.
Il ritardo alla “maleducata”
C’è davvero poca gente rispetto alla capienza effettiva del locale e manca molto poco alle 21, l’ora d’inizio. Ad un quarto d’ora di ritardo il pubblico impaziente inizia ad applaudire a qualsiasi ombra appaia sul palco e l’Estragon è ancora abbastanza vuoto. A mezz’ora di ritardo le mie ascelle piangono e inizio a sperare che l’attesa ne valga la pena. La folla è più fitta, ma ospiterebbe ancora tante persone, a quarantadue minuti di attesa si spengono le luci, finalmente.
L’attesa del piacere è ciò che rende la realizzazione di esso ancora più gratificante? Il pubblico urla il suo nome nella speranza che finalmente esca fuori…
Un accompagnamento non da poco
Dargen è accompagnato da Gianluigi Fazio alle percussioni, dal polistrumentista Diego Maggi e, “dulcis in fundo”, Edwyn Roberts, un artista che conosco dal 2012 e che purtroppo non è noto come meriterebbe. Oltre ad aver scritto insieme a Dargen il brano celebre di questo ultimo Sanremo “Dove si balla“, è anche autore di brani famosi tra cui “Fai rumore“, di Diodato, e “Simili“, di Laura Pausini.
Si ammirano, lo si percepisce da come interagiscono sul palco, da come si guardano mentre si esibiscono. C’è un clima familiare, vorresti essere lì con loro.
Un uomo che sa come farsi perdonare
Dargen ha una camicetta che ricorda quei costumi di carnevale che si mettono i genitori per fare compagnia ai figli nel rincorrere i carri. Ha uno stile inconfondibile. Alla fine del secondo brano ringrazia il suo pubblico, si scusa del ritardo e afferma che fosse voluto affinché ci scambiassimo i numeri di telefono nell’attesa. Come si fa a non perdonarlo?
Inizia a parlare con qualcuno del pubblico: “Sei un topo!“, lui non risponde, sorride e umilmente fa cenno di no col capo.
Tra i fan c’è già chi piange: “Mi vuoi piangere così all’inizio? Piangimi al the end!”. Non avevo idea di quanto fosse simpatico e alla mano. Una bella scoperta.
Un concerto di cui hai bisogno
Dargen è un artista capace di scrivere testi ironici, più leggeri, ma anche intensi, con metafore che ci fanno pensare.
I fan lo amano, lo ammirano e cantano con lui dall’inizio alla fine, piangono, si abbracciano, gli parlano. La carica del pubblico aumenta ad ogni pezzo sempre di più. Lui ci sa fare, ci sa fare molto. Ci fa un video. Prima di esibirsi in “Maleducata” chiede a qualcuno di cantarla con lui e lo fa salire sul palco, è un ragazzo di Castellammare. “Salutiamo Napoli che ci segue. Cavolo, deve essere bella Castellammare: un castello… Sul mare!“. Il pubblico ride. Che momento meraviglioso.
Alla fine di “Dove si balla“, il brano che ovviamente riesce a coinvolgere chiunque, escono di scena, quella solita scena a cui non crede mai nessuno perché il bis è ormai d’obbligo a qualsiasi concerto. Rientrano dopo minuti di “suppliche” e Dargen, durante “Bocciofili“, rende il pubblico complice di un gioco di parole: ci fa urlare il completamento di “ortolano”, ovvero “l’ano”, dicendoci poi di vergognarci. Mi sto innamorando di lui.
Un amore reciproco
Alla fine ci canta “Prima di andare via“, di Neffa. Afferma: “A Bologna si fa sempre qualcosa che non vuoi fare per poi dire menomale che l’ho fatto“. Conclude il discordo dicendo: “Se volete dare il peggio di voi sappiate che io non vi giudicherò mai”.
Se ne vanno con “Dove si balla” in sottofondo. Sono le 23.20. Escono definitivamente di scena. Sono tutti già nostalgici. Ne è valsa la pena.
La scaletta
- Nei sogni nessuno è monogamo
- Ma non era vero
- Sangue amaro
- Sms alla madonna
- La bambola
- Sei cannibale ma non sei cattiva
- Il ritorno delle stelle
- Ama noi
- Amo Milano
- Odio volare
- Katì
- La danza Samba
- Maleducata
- L’universo non muore mai
- Malpensandoti
- Patatine
- Dove si balla
- Io quello che credo
- Ma noi
- Bocciofili
- Modigliani
- Prima di andare via
Le tappe estive partiranno il 2 giugno da Cagliari
a cura di
Giada Viscido
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Da come hai descritto l’evento traspare ogni signola emozione che ti ha lasciato l’artista. Semplice e coincisa nella descrizione. Grazie per averlo condiviso.