Intervista – Renato Caruso e il “relativismo musicale”

Intervista – Renato Caruso e il “relativismo musicale”
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“Nella musica di oggi si arriva ad un traguardo che è la poliedricità del ritmo, della melodia, dell’arte musicale in generale”. Renato Caruso si apre con noi e ci racconta dell’album “Grazie Turing” e del suo libro “# Diesis o Hashtag?”

Renato Caruso abbraccia completamente la concezione di Artista: chitarrista, ma anche scrittore,amante della letteratura e della scienza. Ha da poco pubblicato “Grazie Turing”, un disco strumentale incentrato sulla figura di Alan Turing, come se fosse la colonna sonora delle sue vicende scientifiche, storiche e personali.

Il disco è anche la colonna sonora perfetta per immergersi nella lettura dell’ultimo libro del chitarrista, “# Diesis o Hashtag?”.

Abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con Renato Caruso…

L’album “Grazie Turing” è un omaggio ad Alan Turing chiaramente. Ma non solo, lei celebra con una traccia a testa anche Aristotele e Kurt Gödel. Questi omaggi ci fanno cogliere l’importanza che lei attribuisce alla filosofia e alla matematica. Quando è entrato in contatto la prima volta con queste discipline? Se si è evoluto, come si è evoluto il suo rapporto con queste discipline nel corso della sua formazione e nella sua carriera?

È vero, l’omaggio è proprio alla scienza e alla filosofia. La prima ha fatto parte del mio percorso di studi, sono laureato in informatica e da sempre appassionato di scienza e matematica, mentre la seconda perché mio padre insegnava filosofia ed ero circondato da libri di filosofia, quindi 1+1= io.

Seguo l’andamento tecnologico in quanto sono stato abbonato per anni a riviste come Scienze, Wired, e anche alcuni molto vecchi, ora ho pochi abbonamenti, per lo più seguo le notizie on line. Mi trovo sempre a mio agio con queste materie e scoprire sempre cose nuove mi affascina.

RENATO CARUSO COPERTINA GRAZIE TURING
Quest’album ha un genere particolare, è Fujabocla, il genere inventato da lei unendo Jazz, Bossa nova, funk e musica classica. Come e dove nasce questo nuovo genere musicale? Che storia si porta dietro?

Grazie per questa domanda, pochi me la fanno in effetti, forse è un piccolo esperimento che feci 15 anni fa, e ogni tanto lo ripropongo, in breve FuJaBoCla è l’acronimo di Funk, Jazz, Bossa e Classico.

Questi rappresentano le diverse influenze culturali musicali del mondo. Ne mancano sicuramente altre come il Rock, il Pop, che non tratto, in quanto, suonare FuJaBoCla porta ad un Pop contaminato e se vogliamo, anche Rock. Partendo dall’Europa si arriva in America settentrionale e latina.

Credo che il mondo sia dominato da idee di vario colore, ormai fuori casa si trova cultura cinese, pakistana, indiana, giapponese, marocchina, brasiliana e così cambia anche il nostro modo di agire, di pensare e di interpretare. Anche le nostre abitudini primarie sono cambiate, non molto tempo fa avevi la scelta di vari ristoranti italiani e pizza, ora tutto è cambiato, è diverso, trovi cucina giapponese, cinese, marocchina, indiana, greca e tutto quello che vuoi.

Tutto ciò sta portando ad un cambiamento, spesso inconsapevole, del nostro pensiero. È quello che succede nella musica di oggi, si arriva ad un traguardo che è la poliedricità del ritmo, della melodia, dell’arte musicale in generale. FuJaBoCla ha una buona base classica, credo che nel principio delle cose si ha sempre una buona dose di cultura classica; così come Einstein ad un certo punto della vita si mise a studiare la matematica classica per capirne segreti ed errori, anche io mi sono proposto di mettere una buona dose di musica classica nel mondo della musica.

Negli anni mi sono portato avanti e ho esteso questa teoria nel RELATIVISMO MUSICALE.

É un nuovo modo di pensare la musica e di suonarla. Accostare la musica alla relatività di Einstein. E’ il tempo che decide la musica, non la musica in sé.

(Tempo) Perché la musica non può essere suonata in diverse ore della giornata? Pausa pranzo, mattina ecc, tutto ha un sapore diverso. La medesima musica ha un sapore se suonata di sera o alla mattina o in pausa pranzo, ti cambia tutto, ti dà energia o altro. Gli impressionisti lo facevano per i quadri perché non farlo noi con la musica?

(Spazio) Il jazz (ovviamente parliamo di musica colta) è morto e come dice il sommo Kandinsky: “Ogni opera d’arte è figlia del suo tempo, e spesso è madre dei nostri sentimenti”.  Bisogna andare avanti (concetto che avevo espresso nel mio FuJaBoCla 15 anni fa), cercare di fare contaminazione a livello spaziale. E proprio come fece Picasso con i suoi quadri cubisti, dove ogni piccola parte della tela è vista da diversi punti di vista, potremmo vedere la musica: un’opera musicale può essere scomposta in diversi generi mantenendo sempre la sua linea melodica (e che Einstein chiama costante, cioè la velocità della luce nel nostro caso la melodia).

Dal suo ultimo libro “#diesis o hashtag?” abbiamo appreso la possibilità di dialogo fra scienza e musica, abbiamo appreso anche che lei stesso non l’aveva colta nella sua interezza, almeno in principio. Quando ha capito il collegamento fra musica e fisica, è cambiato qualcosa nel suo rapporto con la musica?

Mi si è aperto un mondo, mi sono messo a studiare ancora di più, un po’ alla Leopardi, studio matto e disperatissimo sulla fisica del suono!!

Il libro e l’album sono collegati, quale è il filo che li unisce?

Sicuramente la scienza e la filosofia. Per ogni capitolo si potrebbe estrapolare una piccola colonna sonora e ho voluto dedicare il cd al capitolo di Turing, poiché mi sembrava necessaria e obbligatoria, visto il mio passato da informatico.

Il libro ha la struttura di un dialogo, questa scelta è dettata dalla volontà di renderlo fruibile a tutti o c’è un altro motivo?

Esatto, per renderlo fruibile e anche per ricordare i dialoghi di Platone o Galileo (primo divulgatore, come fece nel dialogo sopra i due massimi sistemi), ma anche Il mondo di Sofia di Jostein Gaarder. In fondo viviamo in un mondo di dialoghi, chat, messaggi, mail.

Come ultima domanda, le vorrei chiedere, se ci sono nuovi progetti, sia editoriali che musicali, prossimi all’uscita o novità sui suoi progetti attuali, che vorrebbe condividere con noi?

Al momento, oltre a concerti o eventi che trovate sulla mia pagina www.renatocaruso.it, non c’è niente in programma, un po’ di riposo mi fa bene.

a cura di
Lorenzo Occhiolini

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