Sanremo 2022 – Le pagelle della prima serata

Sanremo 2022 – Le pagelle della prima serata
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I primi 12 cantanti si sono esibiti sul palco dell’Ariston. Tra conferme, delusioni e sano trash, ecco il pagellone della prima serata di Sanremo 2022

Sembrava scorrere veloce come un treno a carbone la prima serata di Sanremo 2022. Tutti i cantanti sul palco entro la mezzanotte (circa), poi l’arte di allungare il brodo ha avuto la meglio. Così, tanto per sforare l’1:00, tanto per omaggiare “Boris” nella celebre scena dello “smarmella, smarmella tutto”.

La kermesse, tuttavia, non ha deluso le aspettative: conferme, delusioni, sorprese, le quasi-cadute dalle scale del palco dell’Ariston. Amadeus in versione “Ambrogio” che scarrozza i Maneskin per il campo da golf Sanremo, Fiorello che si impossessa del palco e fa un po’ quel che gli pare, Ornella Muti che è sempre di un’eleganza disarmante, Orietta Berti mistress demoniaca inconsapevole. Ma andiamo dritti alle pagelle di questa prima serata di Sanremo 2022.

Achille Lauro feat. Harlem Gospel Choir – Domenica

Ritira la pancia per far vedere il fisico. Ok, è parzialmente invidia. Tuttavia, questa versione più pura di “Rolls Royce” con fischiettio stile pubblicità dei biscotti da latte è orecchiabile, coro gospel buttato lì per far punti (assente in versione studio, ma ciò non influisce sul voto). Però, appunto, una cover di sì stesso. Voto: 5, comfort zone

Yuman – Ora e Qui

Complice l’emozione, pur avendo un pezzo dal grande potenziale, realizza una performance scricchiolante. Sarà per la quarta sera. Voto: 6-, spaesato come Ryan appena arrivato a Orange County

Noemi – Ti amo non lo so dire

Bella Noemi che coverizza Noemi che imita Noemi. Il pezzo è un suo classico brano, né più né meno. Peccato abbia abbandonato la sua parte più “black”, ma fa un pop leggerissimamente più personale di altre (Annalisa, perdonami, ma è vero). Voto: 6,5. Certezza a centrocampo

Gianni Morandi – Apri tutte le porte

Si presenta in vestaglia modello Primavera-Bologna 1983 e con gli occhi lucidi per l’emozione. Mano ancora offesa, ma il pezzo scritto da Jovanotti ha un certo “brio”, come direbbero sul palco di Sanremo 1991. Forza Gianni, siamo nelle tue mani. Voto: 7+, indistruttibile come Mazinga Z

La Rappresentante di Lista – Ciao Ciao

Sul palco si presentano Uan di Bim Bum Bam dopo anni di rehab e Madonna quando la ordini da Wish. Possono fare di più, l’effetto “Wow” sul pubblico generalista è svanito, ma “Ciao Ciao” sarà il nuovo tormentone nelle serate LGBT, io ve lo dico.  Voto: 6, di circostanza

Michele Bravi – L’inverno dei fiori

Sarebbe stato anacronistico anche a Sanremo ’97, soprattutto con quell’abito che sa tanto di zia invitata all’ultimo momento a una comunione nel 1984. Michelino è però il solito bravo giovane-vecchio, porta a casa un brano che fa esclamare alla nonna “Questo giovinotto è un bravo guaglione”. Almeno ha regalato 110 punti al Fantasanremo. Voto: 6+, solo per il regalo della comunione

Massimo Ranieri – Lettera al di là del mare

Massimo, caro Massimo. Voce rotta, fatica a raggiungere le note, ma, a differenza di Francesco Renga a Sanremo 2021, il principe sa come aggiustare il tiro, sa come metterci una pezza. Con classe. Il brano, però, non decolla. Classico. Voto: 5,5, serata storta

Mahmood & Blanco – Brividi

Il qui presente scribacchino deve ammettere che non sopporta il modo di cantare dei due. Z e r o. Deve ammettere, tuttavia, che “Brividi” è il pezzo migliore della serata. Sanremese senza rinunciare allo stile che ha portato fortuna a Batman e Robin Mahmood e Blanco. Voto: 7,5, duro da ammettere

Ana Mena – Duecentomila ore

“Il ballo del cavallo” incrocia “Amandoti” dei CCCP (no, non è una canzone originale di Gianna Nannini. Vi ho shockati, vero?). Cosa può uscire? Un tormentone per i più beceri stabilimenti balneari del sud est adriatico. Ma a febbraio. Voto: 4,5, fuori stagione

Rkomi – Insuperabile

Ruba da Junior Kelly, scopiazza alla lontana i Maneskin, infarcisce tutto con ritmo da tagadà e autoscontro. Il tutto presentandosi vestito come un David Hasselhoff che imita Stallone in “Cobra”. Voto: 5,5, figlio non riconosciuto di Olmo di Mai dire Gol

Dargen D’Amico – Dove si balla

Si presenta vestito da salmone ubriaco, sembra essere lì della serie “Ah, credevo fosse Ciao 21”. Pezzo talmente tamarro che fa sbiancare Rkomi al tirapugni dello stesso parco giochi. Voto: 6,5, king of tagadà

Giusy Ferreri – Miele

Mi hanno tirato merda addosso quando ho detto che, per i suoi standard, è un pezzo quasi nuovo. Cerca di essere elegante usando un megafono d’antan al posto di quello da stadio. Mi sono svegliato solo perché Amadeus ha urlato qualcosa. La canzone era finita. Voto 5,5, camomilla e brioschi

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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