“L’amour c’est fou”: recensione del primo Ep di Zoelle

“L’amour c’est fou”: recensione del primo Ep di Zoelle
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Zoelle, al secolo Martina Morlano, pubblica il suo primo EP: “l’amour c’est fou”.

Torinese, classe ’98, Zoelle si divide tra il quarto anno della facoltà di giurisprudenza e la grande passione per la musica. Figlia ribelle di un fisarmonicista, come lei stessa si definisce, prende lezioni di pianoforte dall’età di sei anni, prima di iniziare a scrivere le prime canzoni inedite.

L’esordio in studio avviene con il singolo “Fanfara Dark”, pubblicato nel Novembre 2020, potente brano introspettivo, incazzato e ironico allo stesso tempo, nato dall’esigenza di voltare pagina e di lasciare alle spalle un periodo difficile.

Il secondo singolo di Zoelle è il suggestivo “Ganimede” che ci porta in un mondo lontano oppure indietro nel tempo, dipende dalla prospettiva: il titolo è riferibile sia al satellite più grande del pianeta Giove, ma anche alla mitologia greca in quanto Ganimede era un principe dei troiani, definito da Omero «il più bello di tutti i mortali del suo tempo». A prescindere dalla prospettiva dalla quale lo si guardi, il brano si configura una piacevolissima Ballade, dal colore cupo e dai toni aspri, per esprimere quel mix di delusione e rabbia che dervia da un tradimento, affrontato tuttavia, nella parte testuale, in maniera tutt’altro che banale.

Dalla mitologia greca alle “icone” criminali di oltre oceano il passo è breve: “Bonnie e Clyde” è il terzo singolo che anticipo l’uscita dell’EP “L’amour c’est fou”. Il riferimento è a Bonnie Parker e Clyde Barrow, celebre coppia di criminali Statunitensi degli anni ’30, immortalata da Arthur Penn nel film Gangster Story.

«La vita ci scorre dentro le vene, legati per sempre, ma senza catene come Bonnie e Clyde».
«L’amour c’est fou, ma noi di più».
Il ritornello dell’omonima prima traccia del primo Ep di Zoelle – “l’amour c’est fou”, appunto – è una sorta di manifesto programmatico.

Sì, perché l’amore è il tema centrale di tutto l’Ep, l’amore vero, declinato in tutte le sue possibili manifestazioni e sfaccettature. È un amore perfettamente in linea con gli anni che stiamo vivendo: tendente all’infinito – come la tradizione vuole -, ma anche profondamente disilluso, cinico e tristemente consapevole di tutti i suoi limiti.

Oltre alle già citate “L’amour c’est fou”, “Fanfara Dark”, “Ganimede” e “Bonnie e Clyde”,  l’EP contiene altri quattro pezzi inediti di cui due featuring di livello come nel caso di “Oceano Pacifico” (feat. YomiWave) e “Fuori dalle tenebre” (feat. Safe). L’EP arriva al suo prologo con la bella “Monroe”, prodotta da Jack Speranza, personalmente la canzone cui più mi sono affezionato durante l’ascolto di “L’amour c’est fou”.

L’elemento testuale è sicuramente uno dei lati più originali del progetto Zoelle: nonostante il tema ampiamente inflazionato, la rapper si divincola splendidamente nei meandri della lingua, le rime, i giochi di parole, le similitudini puntano a sorprendere l’ascoltatore e a colpirlo immediatamente, obiettivo questo, perfettamente riuscito, a mio parere. Nell’Ep, poi, emerge tutto il background Urban di Zoelle, sempre alla ricerca, tuttavia, di suoni e melodie accattivanti che perfettamente si sposano con la sua voce, fino ad entrare in completa simbiosi con essa.

a cura di
Donato Carmine Gioiosa

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