“Tsugumi”: racconto di un’estate e di un’amicizia eterne

“Tsugumi”: racconto di un’estate e di un’amicizia eterne
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Tsugumi è uno dei romanzi più importanti di Banana Yoshimoto. Uscito in più parti sulle pagine della versione giapponese di Marie Claire nel 1989; il racconto è diventato libro nel 1994.

Maria, la protagonista, passa tutte le estati nella suggestiva e tranquilla penisola di Izu, dove i suoi zii e sua cugina Tsugumi gestiscono una pensione. Tsugumi, la co-protagonista del romanzo, è una bellissima ragazza dalla salute precaria e il carattere difficile: è scontrosa con tutti, sboccata, viziata, capricciosa e anche un po’ crudele.

Ma per via della sua malattia viene trattata con i guanti da tutta la sua famiglia, compresa quella di Maria. Quest’ultima, invece, è tutto il contrario: è docile, gentile e affabile.

Maria si è trasferita con la sua famiglia a Tokyo dove frequenta l’università, mentre Tsugumi è rimasta nel loro piccolo paesino d’origine perché le sue condizioni di salute non le permettono di trasferirsi altrove. Forse è anche per questo, a causa della mancanza di prospettiva, che la ragazza è così scontrosa con tutti.

Il romanzo della Yoshimoto racconta l’ultima estate di Maria nel suo paese natale e presso la pensione Yamamoto, che sta per chiudere i battenti. La lettura scorre velocemente attraverso i ricordi vividi di passeggiate in spiaggia di notte, feste di paese con i fuochi d’artificio, confidenze con le amiche e incontri fortuiti con persone che diventeranno importanti. Riuscirà, Maria, ad imprimere nella sua mente gli splendidi momenti di questa estate per farli diventare eterni?

Nello schedario del mio cervello, alla voce “notti d’estate”, ci sono un sacco di notti come questa. Se penso che in futuro, fintanto che sarò in vita, avrò ancora la possibilità di vivere notti come queste, riesco a desiderarle intensamente. Delle notti così belle. E il vento con il suo splendido profumo che, trasparente, pian piano diffonde per tutto il paese la presenza delle montagne e del mare. Mi basta pensare che, in un’estate di chissà quando, forse potrò ancora incontrare una notte come questa, e già mi sento su di giri.

Quest’opera della Yoshimoto è ricca di immagini evocative e di nostalgia. Molto probabilmente, alcuni pezzi narrati hanno carattere autobiografico.

L’intento dell’autrice è quello di sottolineare l’importanza del tempo trascorso con le persone che amiamo, che siano parenti o amici, e di mostrare quanto questo tempo sia, in realtà, effimero.

Oltre a ciò, vuole evidenziare l’ineluttabilità della nostra esistenza .

Il mare è una figura costante nel romanzo, così come nelle altre opere della Yoshimoto, scandisce le giornate della protagonista ed è l’immagine-simbolo del paese natale. Oltre a ciò, gli umori dei personaggi sembrano variare proprio come le maree.

Banana Yoshimoto nasce a Tokyo nel 1964. Tra le sue opere più significative ci sono Kitchen, che ha ispirato anche due film e Amrita, che ha vinto un prestigioso premio letterario. Oltre a questi, ci sono anche Presagio triste, Sonno profondo, N.P., Honeymoon e l’Abito di piume.

I temi più cari all’autrice sono l’amicizia, l’amore, le relazioni familiari, il mare, la solitudine e la morte.

In Italia, dove l’autrice è molto conosciuta e apprezzata, i suoi libri sono pubblicati dalla casa editrice Feltrinelli.

A cura di
Silvia Ruffaldi

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Silvia Ruffaldi

Silvia ha studiato Scienze della Comunicazione a Reggio Emilia con il preciso scopo di seguire la strada del giornalismo, passione che l’ha “contagiata” alle superiori, quando, adolescente e ancora insicura non aveva idea di cosa avrebbe voluto fare nella vita. Il primo impatto con questo mondo l’ha avuto leggendo per caso i racconti/reportage di guerra di Oriana Fallaci e Tiziano Terzani. Da lì in poi è stato amore vero, e ha capito che se c’era una cosa che voleva fare nella vita (e che le veniva anche discretamente bene), questa doveva avere a che fare in qualche modo con la scrittura. La penna le permette di esprimere se stessa, molto più di mille parole. Ma dato che il mestiere dell’inviato di guerra può risultare un tantino pericoloso, ha deciso di perseguire il suo sogno, rimanendo coi piedi ben piantati a terra e nel 2019 ha preso la laurea Magistrale in Giornalismo e cultura editoriale all’Università di Parma. Delle sue letture adolescenziali le è rimasto un profondo senso di giustizia, e il desiderio utopico di salvare il mondo ( progetto poco ambizioso, voi che dite ?).

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