“Su un letto di fiori”, il ritorno di Banana Yoshimoto
“Vorrei che questo romanzo riuscisse a illuminare anche le tenebre più oscure”
Il 2 settembre è arrivato in Italia Su un letto di fiori, l’ultimo libro di Banana Yoshimoto. Il romanzo è stato pubblicato in Giappone nel 2013, dopo che l’autrice aveva da poco perso il padre. Si tratta di un racconto dai toni fantastici in cui il reale e il sovrannaturale si amalgamano, dando vita a una storia in cui i temi centrali sono l’amore e la speranza.
Tra tutti i personaggi che ho creato, Miki, la protagonista di questa storia, è quella che suscita in me la maggior tenerezza. Questo romanzo, invece, è forse il più triste. E forse è anche il più spensierato.
La storia di Miki, all’apparenza banale, si rivela essere meravigliosa e sorprendente e ci porta a riflettere su cosa sia davvero importante nelle nostre vite.
Miki è stata trovata, quando era solo una neonata, adagiata su un letto di alghe wakame. Nonostante non ci siano legami di sangue con gli Ohira la bambina crescerà circondata da un amore incondizionato, nel bed and breakfast di famiglia. Un piccolo angolo d’Inghilterra in un paesino giapponese a strapiombo sul mare. In questo luogo crescerà lontano dalla frenesia e dalle incombenze, a cui noi siamo abituati, concentrandosi sulle cose più importanti della vita: gli affetti. La sua esistenza fino a quel momento così tranquilla, da sembrare banale, viene “scossa” da alcuni misteri.
La trama sembrerebbe piuttosto semplice ma Banana Yoshimoto non ci ha abituato a storie dai grandi colpi di scena. L’autrice, attraverso le sue parole, vuole lanciarci dei messaggi ben precisi. Ci sussurra all’orecchio parole di speranza.
Miki trascorre la sua vita immersa nella meraviglia e circondata dall’affetto della sua famiglia adottiva. I lutti, che non sono mancati nella sua breve esistenza, non hanno gettato oscurità nel suo cuore.
La nostra vita va avanti in compagnia di coloro che abbiamo perso.
Ed è così che la ragazza custodisce nel suo animo i ricordi del nonno, una figura misteriosa che sembrava avere qualche potere magico, e dello zio Akio. Nel paese in cui è cresciuta, a causa del suo carattere, veniva etichettata come strana, superficiale e persino approfittatrice (poiché ambisce ad ereditare l’attività di famiglia)
“Non potevo impedire alla gente di fare certi pensieri: è tipico degli esseri umani. Non valeva la pena rettificare ogni cosa. Vivere su un letto di fiori non è sempre facile, è una scelta come tante, e una volta che la si è fatta inevitabilmente ci si espone alle critiche”.
Vivere su un letto di fiori, espressione che da il titolo al romanzo, è uno degli insegnamenti che il nonno tramanda a Miki. Nonostante l’abbandono la ragazza conosce il valore della felicità e questo le permette di vivere una vita piena e spensierata.
L’elemento sovrannaturale
Anche in questo romanzo non manca il richiamo al mondo degli spiriti. La magia e il mistero giocano un ruolo fondamentale all’interno del romanzo. Poco lontano dal B&B sorge una casa circondata da un’aura malvagia e che nasconde un terribile segreto, che verrà svelato solo nelle ultime pagine del romanzo. Miki, inoltre, riesce a vedere in sogno il fantasma della moglie di Nomura, un suo amico d’infanzia tornato nel paese natio per trasferirsi nella casa misteriosa.
Su un letto di fiori è una lettura piacevole che ci accompagna in un luogo magico. Un racconto dai toni filosofici e zen. Pagina dopo pagina, ci aiuta a riflettere e ci fa capire che le cose che ci rendono davvero felici sono proprio sotto i nostri occhi.
In un mondo che ci spinge a volere sempre di più, e ci incita a rincorrere ideali di perfezione irraggiungibili, credo dovremmo prendere spunto da Miki. Dovremmo fermaci un attimo per vivere con gioia e riempirci gli occhi con le meraviglie che la vita ci offre.
Forse così, anche noi un giorno, riusciremo a dormire su un letto di fiori.
a cura di
Laura Losi