Antonio Ferrara: l’educazione sentimentale di “Mia”, edito Settenove

Antonio Ferrara: l’educazione sentimentale di “Mia”, edito Settenove
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Antonio Ferrara, scrittore e illustratore, ha saputo aprire una faglia nel sistema educativo pubblicando Mia. La casa editrice Settenove, che si occupa di violenza di genere, diventa il mezzo comunicativo del bisogno di narrare una storia.

La vicenda è quella di Cesare, di 15 anni, che uccide Stella. Antonio Ferrara, curatore di laboratori di scrittura per emozioni, porta alla luce Mia grazie al percorso di educazione sentimentale e prevenzione del disagio realizzato per le scuole.

Dopo questo breve quadro, è necessario chiedersi: a cosa serve l’educazione sentimentale?

Antonio Ferrara: educare diseducando

Educare ai sentimenti significa permettere ai bambini, di conoscere e riconoscere, sperimentare e capire le emozioni al fine di saperle gestire. Un lavoro utile che se fosse stato svolto dalla famiglia di Cesare, la voce del romanzo, avrebbe forse impedito l’omicidio di Stella. La capacità di riflettere sull’affettività saprà fornire gli strumenti per sradicare pregiudizi e stereotipi di genere: imparare a disinnescare è compito degli adulti che contribuiscono alla crescita dei ragazzi.

Poi tornavamo a sederci sopra l’erba, e chi beveva, chi rideva ancora per com’era andato il gioco, chi ricominciava a fare lo schiocco con le dita, e Stella tirava fuori dalla borsa il suo quaderno e ci scriveva dentro tutte le parole.

– Cosa scrivi? – le chiedevo
– Niente, le cose che sono successe.
– Il nascondino o i baci?
– Le cose che sono successe dentro, non quelle fuori.

Ferrara, in questa storia, non racconta di chi è stato educato ma di chi quell’educazione non l’ha ricevuta. Di quali sono le emozioni che prendono il sopravvento, di chi non è in grado di gestire i rifiuti e i vuoti.

Mia, Antonio Ferrara, edizioni Settenove. Capitolo uno. Foto di Ylenia Del Giudice
Antonio Ferrara: voce ai ragazzi

Il romanzo, che nasce dai racconti delle emozioni dei ragazzi provate per empatia nei confronti delle situazioni di violenza e prevaricazione, resta fruibile dai più giovani così come dagli adulti. Lo stile diretto e chiaro dei ragazzi, filtrato dall’autore, porta la storia di Cesare ad essere una vicenda evitabile nella realtà.

– E poi mi controlli i messaggi sul cellulare.
– E che male c’è?
– C’è che quelli sono fatti miei, tu cosa c’entri?
– Ma se vuoi ti faccio leggere anche i miei! – le dissi, e davvero non capivo perché se la prendese tanto per un paio di messaggi.

– A volte di te ho paura – disse – mi sembra che la terra mi frani sotto i piedi. Stavamo uno davanti all’altra, ma guardavamo tutti e due per terra. Le nuvole sopra la nostra testa erano chiuse e non passava più neppure un filo di luce. Poi Stella mi voltò le spalle e se ne andò dalle sue amiche, e quando si voltò vidi che sullo zaino aveva appiccicato un adesivo tondo, bianco con la scritta rossa, e la scritta diceva freedom.

Dal 1 gennaio 2021 al 15 agosto 2021 sono stati registrati dal Ministero dell’Interno – Servizio analisi criminale 170 omicidi, con 69 vittime donne di cui 60 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 43 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner.

Per tutto il romanzo, la cosa che emerge con forza è la naturalezza dei pensieri di Cesare: Stella è solo sua, un qualcosa che appartiene a lui come se fosse una figurina, qualcosa in gabbia, così come si vede nell’illustrazione di copertina di Chiara Carrer. Le persone che orbitano nella vita di questo ragazzo si avvicinano in punta di piedi, temono una sua reazione. In pochi hanno il coraggio di dargli contro e chi lo fa assume un ruolo scomodo, quello di chi cerca di allontanarlo dalla ragazza e di complottare contro di lui.

Mia è il romanzo da proporre nelle scuole, quello da suggerire ai genitori e agli insegnanti e – ne sono convinta – anche alle donne che sono state e continuano ad essere Stella.

a cura di
Ylenia Del Giudice

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Ylenia Del Giudice

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