Chaos Walking raggiunge a stento la sufficienza: lo deve solo al suo cast

Chaos Walking raggiunge a stento la sufficienza: lo deve solo al suo cast
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Chaos Walking è un film disponibile sulla piattaforma Prime Video dall’8 giugno scorso. Un film che vede un cast di tutto rispetto, come: Daisy Ridley, Tom Holland o Mads Mikkelsen. Tratto dal romanzo di Patrick Ness, Chaos Walking è stato diretto da Doug Liman. Ma nonostante le ottime premesse questo è un film che ha trovato vari ostacoli lungo il suo cammino. Tra interruzioni alle riprese per via dei grossi impegni degli attori (con la saga di Star Wars e Spiderman), test di screening negativi e problemi di distribuzione a causa della pandemia, Chaos Walking è stato un flop totale.

Perché? Che senso ha?

La trama oscilla continuamente tra le domande “perché?” e “che senso ha?”. Si ha la sensazione generale di un film con un grande potenziale sprecato per rincorrere pretestuosi clickbait.

Ci troviamo in un futuro distopico, dove nel nuovo mondo solo gli uomini sono capaci di generare un “rumore”, che altro non è che la manifestazione visiva e sonora dei propri pensieri. Pensieri che prendono forma intorno alla testa come un’aura luminosa. Questo è un pretesto di trama molto valido, perché in questo modo puoi sì conoscere i pensieri degli altri, ma devi anche essere bravo a nascondere i tuoi. Anche se in un primo momento lo spettatore fa un po’ fatica ad abituarsi a questi pensieri che vengono continuamente rivelati, dopo un po’ ci si fa l’abitudine.

Il protagonista è un ragazzo di nome Todd (Tom Holland) che vive in una contea abitata da soli uomini, perché le donne sono state tutte sterminate dagli indigeni, tanto è vero che il povero Todd non ha mai visto una ragazza. Todd vive in una fattoria insieme a quelli che sembrano essere i suoi padri, Ben e Cillian, due uomini buoni di cuore che si prendono cura del ragazzo. Infatti la mamma di Todd è stata uccisa dagli indigeni e ora lui divide casa sua con suo padre e un altro uomo.

Un giorno precipita in questa contea un’astronave, dove l’unica superstite è Viola (Daisy Ridley). La ragazza viene trovata da Todd, Ben e Cillian, che decidono di proteggerla. Infatti per un oscuro motivo le donne nella contea di Todd sono profondamente odiate. Proprio per questo Todd decide di lasciare casa sua e portare Viola in un posto sicuro, ma proprio mentre stanno per partire, arriva il sindaco (Mads Mikkelsen), un uomo molto abile a gestire il rumore, insieme ai suoi seguaci per catturare la ragazza. Todd e Viola riescono a scappare, ma nello scontro “il papà adottivo” di Todd viene ferito e muore. Nonostante questo, Todd non si gira indietro e continua a correre per portare in salvo Viola.

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Iniziano i primi dubbi

Sinceramente è davvero sconcertante vedere come la morte di un proprio caro non rechi alcun malessere nel protagonista, soprattutto perché i tre vivevano in armonia, nonostante una vita difficile. Ed ecco i primi perché: “Perché Todd vuole a tutti i costi salvare Viola?”, “Perché a Viola non sembra strano che un perfetto sconosciuto voglia proteggerla mettendo a repentaglio la vita dei propri cari?”, “Perché in questa contea odiano tanto le donne?”. Se pensate che almeno una di queste domande troverà una risposta sappiate che rimarrete delusi.

La trama prosegue come un normale film di avventura/fantascienza. Abbiamo tuti gli ingredienti:
lo scopo dei protagonisti: riparare la nave spaziale così che Viola possa ripartire;
un “oggetto magico” che in questo caso è il rumore degli uomini;
un aiutante, che è il piccolo cane di Todd
e abbiamo gli antagonisti, cioè il sindaco e i suoi scagnozzi.
Ma tutto ciò è condito da episodi che non hanno un senso. Infatti un braccio destro del sindaco, Aaron, è particolarmente malvagio, tanto che arriverà addirittura a uccidere il cagnolino di Todd, senza motivo. La morte del cane lascia Todd profondamente turbato, ma quando prima gli avevano ucciso un parente sotto gli occhi non aveva emesso un gemito. Di nuovo: qual è il senso?

Il razzismo

Questa è una pellicola che cerca di rimandare continuamente, attraverso dei simbolismi, a tematiche di attualità molto delicate e di forte impatto sociale. Per esempio, in una scena, il sindaco, a caccia di Viola, esorta la popolazione a dare informazioni su dove potesse essere la ragazza. Dicendo cose del tipo: “Questa gente straniera è pericolosa, non sappiamo cosa vogliono”. Ed è un chiaro riferimento alle affermazioni razziste di politici, e non, che se la prendono con gli immigrati. Ma almeno, per quanto insensato, l’odio per lo straniero nel mondo reale ha uno scopo politico e propagandistico. Nel film, invece, non si capisce da dove provenga questo odio e quale tornaconto possa mai avere il sindaco dall’odiare le donne.

Il femminismo

C’è anche l’altra tematica che il film cerca di affrontare goffamente: il femminismo. Le donne sono odiate, sono ritenute inferiori perché incapaci di produrre il rumore, eccetera. Viola recita la parte della donna indipendente e che sa cavarsela benissimo da sola. E infatti è così, non avrebbe bisogno di Todd per riuscire nei suoi scopi. In una scena Viola resta da sola in una casa e un uomo della contea cerca di aggredirla per portarla al sindaco. Nel frattempo (e lo spettatore pensa “fortunatamente”) Todd sta facendo ritorno in quella casa, ma quando vi entra scopre che Viola ha sconfitto il suo aggressore da sola riuscendo anche a legargli mani e piedi. La domanda regna sovrana: qual è il senso? Se Viola sa cavarsela benissimo da sola, se volete dimostrare che la classica scenetta dell’eroe che salva la donzella in pericolo è bigotta e maschilista, perché Todd deve proteggere Viola e portarla in salvo verso la sua nave? Non ha senso mostrare questa scena se per tutto il resto del film Viola non può muoversi se non sotto l’ala protettiva (e sessista a questo punto) di Todd.

La scena del burrone

Per quanto trita e ritrita, la scena dell’eroe e del cattivo che lottano sull’orlo di un burrone ha un gran bel potenziale. C’è suspance, ci sono le frasi ad effetto, ci sono i colpi di scena e i combattimenti. Anche in Chaos Walking abbiamo la scena finale di Todd e il sindaco sull’orlo di un burrone. E, chiaramente, è stata affrontata nel modo più banale. Dopo che Todd scopre che le donne della sua contea, inclusa sua madre, non sono state uccise dagli indigeni ma dal sindaco e i suoi seguaci, inizia lo scontro.

Gli uomini di questo mondo possono non solo visualizzare concretamente i loro pensieri, ma addirittura creare delle visioni e far credere a qualcuno di vedere qualcosa che non esiste. Il sindaco è l’uomo più abile e furbo in questa tecnica. Perciò quando Todd, in difficoltà nello scontro, “materializza” tutte le donne uccise dal sindaco, ci aspetteremmo che quest’ultimo riconosca che sono solo visioni e che non possono concretamente fargli del male. Invece no, è terrorizzato, e Viola approfitta del momento per attaccarlo e farlo precipitare. Così lo spettatore prova la stessa frizzante emozione di quando lava i piatti.

In conclusione

Questo è un film che consiglio di vedere semplicemente per rendervi conto di quello che un film di azione/fantascienza non dovrebbe essere. Chaos Walking si distrae troppo nel goffo tentativo di sembrare sul pezzo e accattivante, e trascura la cosa più importante di ogni film: una solida trama con un interessante intreccio.

a cura di
Ilaria Mazza

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