Cinque domande ai MVRTE sul loro Mercoledì

Cinque domande ai MVRTE sul loro Mercoledì
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Un duo unione di due menti completamente diverse, tra il pop e la sperimentazione. Provenienti da Sarzana, una città del Levante Ligure in provincia di La Spezia, e attivi dal 2018, dopo una serie di singoli tra cui “Odio il carnevale” e “Come vorrei” sono arrivati alla loro settima uscita: “Mercoledì”. Un brano pop con forti componenti elettroniche e sfumature funk, ma non per questo dalle tematiche semplici: tra tradimento e solitudine il duo punta a farci ballare e riflettere.

Ho avuto quindi l’opportunità di fare 5 chiacchiere con i MVRTE sul loro nuovo brano (e non solo).

Ciao MVRTE! Qual è stato il processo creativo per la creazione del singolo? perché questo titolo? perché questa copertina?

Ciao a voi SoundCheck.
Per la creazione del nostro ultimo singolo non abbiamo seguito un processo vero e proprio o una linea. È una canzone che è uscita da se, in un pomeriggio. Finita la bozza insieme poi, con calma, l’abbiamo definita, abbellita e conclusa. Scriviamo generalmente dentro le mura di casa nostra, con la chitarra o un piano, così nascono la maggior parte delle nostre canzoni.

Il titolo è stato scelto proprio perché quello che si narra nella canzone è successo in un mercoledì. La copertina è nata da un’idea della nostra amica Martina che è una vera e propria artista che si è prestata nel creare, senza limitazioni o spunti da parte nostra ma solo con l’aiuto della canzone e del testo, una fantastica opera d’arte!

Okay, scaldati per bene i motori, andiamo sul personale: la canzone parla di due amanti, e il pensiero mi è subito volato alla poetica dell’amore cortese del XII secolo, fatta di sensualità e adulterio. Ci sono andato vicino? e soprattutto, per i più amanti del gossip, c’è dell’autobiografico in questo pezzo?

Mercoledì parla di due amanti è vero, due amanti che si trovano a doversi vivere nel buio della notte, ad aspettarsi a fari spenti e a denti stretti, doversi dire e non dire tutto quello che vorrebbero. Rimane in realtà una storia ambientata ai giorni nostri, cioè, è quello che più di normale, purtroppo, c’è oggi nella società che ci circonda. Ehm no, direi che non è una canzone autobiografica.

Ma… Quindi, come lo volevate passare questo mercoledì?

Ahahah! Beh, il “Mercoledì” della canzone è di certo un mercoledì inusuale per il protagonista della storia visto tutto quello che succede in quella sera, però di certo è un ottimo giorno di metà settimana non trovate anche voi?

Perché il nome MVRTE? e soprattutto, come si pronuncia?

Volevamo un nome corto ed efficace, che rimasse in testa insomma.
Si pronuncia MARTE, l’idea della V è venuta a Nicolò che in realtà quando disegnò il logo aveva ragionato la A rovesciata con una riga che tagliasse a metà il nome per intero e così è rimasto il logo infatti.

Momento pessimista, sperando non accada davvero: da domani la musica viene abolita, e sparisce per sempre. Cosa fareste per continuare a sentirvi voi stessi?

Per come viviamo noi la musica crediamo che se davvero scomparisse dal mondo senza lasciare più traccia alcuna forse potremmo impazzire.
Non riusciamo ad immaginarci senza musica. Sarebbe come immaginarci un mondo senza colori, senza il vento, senza i profumi delle stagioni che cambiano, senza la luna, senza Venere al tramonto. Davvero, cosa potremmo inventarci?

a cura di
Luca Pensa

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