i-Disc, un nuovo prodotto per i collezionisti

i-Disc, un nuovo prodotto per i collezionisti
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L’i-DISC è stato presentato già l’anno scorso da Alex Petroni, che da anni ricopre diversi ruoli manageriali nell’industria musica ed è appunto il rappresentante dell’omonimo progetto. Poi, probabilmente anche per questioni legate alle vicende dell’ultimo anno, non se ne è più parlato.

Ecco che però l’i-Disc è tornato a far notizia in questi ultimi giorni, grazie al panel in streaming “La reale alternativa è phygital”, una delle conferenze della Milano Music Week tenutasi la scorsa settimana. Moderato da Davide Poliani di Rockol, l’incontro ha visto partecipare Paolo Mantini di Clockbeats, Daniele Demartini di Universal e Petroni di i-Disc.

Vi starete dunque chiedendo: “Ok, ma quindi cos’è questo i-Disc?”. È un formato ibrido tra il fisico e il digitale. Viene identificato con il neologismo “phygital” che nasce dalla crasi tra “physical” e “digital”.

Arrivati a questo punto, è comprensibile che siate ancora più confusi. Vi immagino mentre urlate esasperati come Mariano Giusti di Boris: “Ma che cos’è questo Phygital?! È fisicamente un disco o no?!“. Calma, calma. Non è un disco. Si presenta come un cofanetto della grandezza di un 45 giri, quindi a metà tra un vinile di 33 giri e un comune compact-disc, con all’interno un booklet fotografico, contenente i credits e le lirycs, e una scheda usb.

Questa scheda può essere inserita in un qualsiasi hardware compatibile per riprodurre e ascoltare la musica. Ma contiene anche un QR code che, se inquadrato con lo smartphone, dà accesso all’app i-Fan. L’obiettivo del progetto i-Disc è di dare la possibilità agli utenti di accedere a dei contenuti esclusivi inediti e di interagire con l’artista dell’i-Disc acquistato.

Non solo, quindi, il semplice accesso alla riproduzione della musica. Gli artisti potranno caricare contenuti diversi: sconti sui biglietti dei concerti e il merchandising, notizie in anteprima, video, fotografie.

Ecco così che alla dimensione fisica e digitale, se ne aggiunge una terza: la dimensione social per connettere e far interagire artisti e fan.

Come nasce l’i-Disc?

Come ha spiegato Petroni, l’idea è nata dalla consapevolezza che si sta diffondendo, anche nei giovanissimi nati e cresciuti con i supporti digitali, l’esigenza di supporti fisici e analogici. Per esempio, infatti, cresce il numero di persone che acquista vinili o macchinette fotografiche istantanee. Non è vero che il digitale, e con esso lo streaming, abbia del tutto monopolizzato la fruizione della musica.

La fruizione digitale traina il mercato musicale ma gli ascoltatori hanno ancora il bisogno di collezionare e relazionarsi ai prodotti. Oggetti che possano ritenere unici e ai quali conferire un valore emotivo. Un’esigenza trasversale alle diverse fasce d’età e non solo legata a una specifica generazione.

https://www.youtube.com/watch?v=0hNdGX-XE5g

L’i-Disc vuole essere un “progetto romantico, ma anche molto concreto” ha affermato Alex Petroni, e che vuole offrire una qualità audio molto alta: “una qualità migliore degli mp3 e dei file audio di maggiore qualità“.

La vera innovazione di i-Disc – spiega Petroni – vuole essere però l’interazione: “È un qualcosa che non si può più negare, specialmente alla generazione Z dei nativi digitali. Per la prima volta si potrà interagire con un prodotto musicale“.

L’interazione sarà poi modulata in diversi livelli, in successione progressiva. Ad ogni azione interattiva corrisponderanno dei punti che sarà possibile accumulare per sbloccare sempre più contenuti esclusivi.

Un prodotto che si inserisce nel mercato dei collezionisti

Se gli artisti saranno convinti da questo nuovo tipo di formato e di conseguenza avranno premura di inserire contenuti inediti ed esclusivi sulla piattaforma i-Fan, il progetto potrebbe davvero riscuotere un buon successo.

Quello che va però specificato – ed effettivamente Petroni lo ha detto più volte durante il panel di Rockol – è che l’i-Disc è un prodotto per collezionisti, appassionati, audiofili. Ergo, i suoi concorrenti non saranno le piattaforme di streaming, ma i vinili, i dischi, le audiocassette (sì, esistono anche i collezionisti di audiocassette).

Dunque, non è un’alternativa allo streaming come rilanciato da alcuni siti e come avrebbe potuto suggerire anche il titolo del panel di Rockol. La novità dell’interazione riguarda appunto la possibilità di relazionarsi con un prodotto nuovo: un nuovo prodotto musicale da collezione.

L’interazione in sé non è una novità. Pensate a quanti artisti fanno dirette su Twitch o su Instagram per interagire con i propri fan, a quanti ripostano nelle proprie Instagram stories le stories dei fan e a quanti altri usano sempre le Instagram stories per rispondere alle domande.

Ecco, la novità di i-Disc, al di là del binomio fisico e digitale, è che offre l’opportunità di interagire con gli artisti attraverso un prodotto da collezione. Una possibilità che, prima, gli oggetti da collezione non fornivano.

a cura di
Angelo Baldini

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Angelo Baldini

Nato a Napoli nel 1996 studia Giornalismo e cultura Editoriale presso l'Università degli studi di Parma. Collabora con Eroica Fenice di Napoli e con ParmAteneo. Crede in poche cose: in Pif, in Isaac Asimov, in Gigione e nella calma e nella pazienza di mia nonna Teresa.

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