Cupido Guitars: incontro con la liuteria

Cupido Guitars: incontro con la liuteria
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Massimo Mancini, classe 1976, è un artigiano riminese che ha scelto di inseguire una passione e trasformarla nel suo lavoro, nasce così il brand Cupido Guitars.

Il laboratorio dove opera è la sua seconda casa e lo troverete lì almeno dieci – dodici ore al giorno con i suoi fidati strumenti di lavoro e la sua musica ispiratrice. Massimo è un liutaio professionista e realizza artigianalmente, chitarre acustiche ed elettriche, da circa vent’anni, affiancando alla costruzione anche riparazioni, personalizzazioni e restauri.

Scopriamo insieme il suo percorso fatto di musica, creatività, tecnica e duro lavoro.

Come hai iniziato il tuo percorso nel mondo della liuteria e cosa ti ha fatto capire che era la strada giusta da seguire?

Ho avuto la fortuna di avvicinarmi al mondo della musica classica da bambino, all’età di sette anni, quando ho preso lezioni dal Maestro Comandini di Rimini. Poi all’età di quattordici anni ho lasciato gli strumenti classici, per avvicinarmi al mondo della chitarra contemporanea.

Con i miei primi risparmi, mi sono comprato una chitarra elettrica e la mia innata curiosità, mi ha spinto poco dopo a smontarla per decifrarne il funzionamento. Per me, meccanica e ingegneria del suono, non dovevano avere segreti, ho iniziato ad apportare le prime modifiche al mio strumento e sono entrato nel loop.

Suonando con i miei amici tra feste e locali, ho conosciuto molti altri chitarristi che, come me, andavano alla ricerca della chitarra ideale, ed ho iniziato a modificare e costruire i primi prototipi. Vedendo buoni risultati in questa prima fase, ho dedicato tutto me stesso allo studio ed alla realizzazione di strumenti,  per far sì che la liuteria diventasse il mio mestiere.

Negli anni ‘90 non esistevano tutorial o corsi online per imparare professioni come la tua, dove ti sei formato?

Sono autodidatta, non esistevano supporti di questo tipo ed in una città come Rimini, non era possibile  fare esperienza in bottega. Inizialmente facevo altri lavori, e la liuteria era solo un hobby su cui investivo i miei guadagni.

A ventiquattro anni, ho iniziato a collaborare con un collega di Santarcangelo, dove ho proseguito la mia sperimentazione, focalizzandomi sulla costruzione delle chitarre acustiche. Nel 2005, sono partito per Saint Louis, dove ho seguito un corso di specializzazione con un affermato liutaio americano.

Una volta tornato, ho messo in pratica questi preziosi insegnamenti ed ho avviato il mio laboratorio.

Come mai hai deciso di approfondire la professione di liutaio proprio negli Stati Uniti ?

L’Italia è indubbiamente un’eccellenza della liuteria. Quando si parla di strumenti ad arco come il violino,  penso ad esempio, alla scuola cremonese ma nel settore chitarre, gli americani sono leader da sempre.

Negli Stati Uniti questa professione è molto più comune e sicuramente più redditizia perché c’è più richiesta di mercato. Uscendo dagli standard dei brand più famosi, alcuni liutai americani, in questo ultimo ventennio, hanno apportato grandi innovazioni, alzando di parecchio il livello. Tra i miei preferiti ci sono: Collings, Santa Cruz, Gallagher, Benedetto, Everett e Bourgeois.

Perché un musicista, dovrebbe scegliere una chitarra di liuteria rispetto ad un brand famoso?

A differenza della produzione seriale, dove i macchinari svolgono quasi tutto il processo produttivo, nella liuteria artigianale, ogni chitarra è il frutto di un lungo lavoro umano e manuale. Ogni strumento è unico e cucito su misura dal liutaio, che si occupa di tutte le fasi di lavorazione, dalla selezione dei materiali, al set up finale.

Per il mio cliente, l’attesa sarà sicuramente sofferta, ma il risultato finale, impagabile.

Ti è mai dispiaciuto doverti separare da uno strumento?

Sì, mi è successo in particolare con una chitarra acustica “triplo 0”, perfetta per me,  che rispondeva a tutte le mie necessità. A volte capita, che i miei clienti più affezionanti non riescano a lasciare il laboratorio senza prima aver suonato i miei nuovi modelli e così è andata anche in questa occasione. Il cliente non se ne sarebbe andato senza la mia piccola, ed anche se a fatica, gliel’ho venduta.

Quindi lo strumento perfetto esiste. Come lo realizzi? Ti è di aiuto saper suonare?

Esiste certamente, ma ogni musicista esperto ha le proprie esigenze. Durante la mia carriera, ho costruito circa 90 chitarre, e dopo tante prove e sacrifici, penso di aver trovato le combinazioni migliori.

Per me è fondamentale che le mie chitarre, rispondano a queste caratteristiche: il corretto bilanciamento dell’ intera gamma di frequenze sonore, una risposta pronta ed immediata al tocco e la creazione del feeling giusto, tra lo strumento ed il chitarrista. A questo si aggiunge la parte più personale, come ad esempio, la scelta dei legni da utilizzare, la combinazione dei colori, il profilo del manico, pickup ed elettronica.

Aver studiato musica e saper suonare mi sono di grande aiuto, perché posso testare e garantire la corretta funzionalità dello strumento, sia nell’intimità di uno studio di registrazione, dove non ci sono rumori che possono disturbarmi, sia nelle affollate e rumorose  performance live.

Come ti sei fatto conoscere negli anni?

All’inizio facevo per lo più lavori per amici o conoscenti appassionati di chitarra come me. Poi il passaparola mi ha portato ad allargare le mie conoscenze ed ora ho clienti sia in zona Romagna, Marche, che in altre regioni d’Italia.

Negli anni ho partecipato anche a diverse fiere di settore, che mi hanno aiutato a farmi conoscere e a conoscere altri colleghi, con i quali scambiare consigli e opinioni. Quest’anno parteciperò al Guitarshow di Padova, che dovrebbe svolgersi a fine Maggio. Oltre al sito internet, ultimamente sto cercando di utilizzare anche i social.  Ho la mia pagina Facebook ed Instagram di Cupido Guitars, dove posto foto,  oltre che degli strumenti creati, anche delle varie fasi di lavorazione

Stiamo attraversando una fase storica che ci ha colto impreparati, una specie di grande reset, come credi che cambierà la tua professione?

Non ho mai condiviso a pieno la produzione di massa in genere,  soprattutto per il mio settore, e mi piace immaginare che questo stop forzato ci farà apprezzare maggiormente il lavoro manuale di artigiani e professionisti.

Spero, che chi potrà comprarsi uno strumento, quando tutto questo sarà finito, sceglierà di supportare il made in Italy. Mi auguro che il settore musicale  riparta alla grande, in modo da poter proseguire il mio lavoro.

a cura di
Valentina Cenni

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Valentina Cenni

2 pensieri su “Cupido Guitars: incontro con la liuteria

  1. Grande Massimo! Che bello aver fatto diventare la passione per la musica un lavoro e farlo cosí bene, con passione e umiltà. Viva l’artigianato made in Italy!!

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