PlayStation 2, la console più venduta di sempre compie vent’anni
Per spiegare ed analizzare l’impatto culturale che ebbe e che tutt’ora ha PlayStation 2 si potrebbe partire da un numero: 158 milioni.
Tanti sono gli esemplari dell’ammiraglia Sony piazzati nelle case di tutto il mondo a partire dal 4 marzo del 2000, data in cui la console si affacciò per la prima volta sul mercato in terra nipponica, prima di raggiungere anche le nostre parti qualche mese dopo, il 24 novembre dello stesso anno per l’esattezza.
Nessuna piattaforma ha mai saputo vendere tanto
Neppure il chiacchieratissimo Nintendo Wii, che sembrava destinato a conquistare il mondo a suon di partite di tennis impugnando un controller che riproduceva fedelmente sullo schermo ogni gesto compiuto con il braccio.
Nemmeno “l’Oceano Blu” scoperto da Nintendo, ci riferiamo alla Blue Ocean Strategy che permise all’azienda nipponica di penetrare nel mercato dei così detti “casual gamer”, bastò per battere un record che persino in pieno 2020, con un’audience potenzialmente ed effettivamente più ampio, potrà essere infranto dalla pur vendutissima PlayStation 4, ferma a “soli” 108 milioni.
I segreti di un tale successo sono molti, parzialmente dovuti al caso, a meccanismi socio-culturali irripetibili che si innescarono e deflagrarono proprio in quegli anni. Il rapido progresso dell’informatica, per esempio, fece sorgere il mito della convergenza tecnologica, qualcosa che oggi diamo per scontato, ma che per l’epoca rappresentava una conquista appena compiuta.
Se oggi i nostri smartphone non fanno alcuna fatica a interfacciarsi con molteplici linguaggi mediatici, dai messaggi testuali ai video, all’inizio del Duemila, PlayStation 2 era uno dei pochissimi device destinati al mercato di massa che potesse adempiere a due compiti diversi, per quanto accomunati dal fine ultimo di intrattenere l’utente.
Oltre ai giochi, la console era in grado di leggere i comuni DVD, feature che non passò inosservata da chi cercava un lettore ad un prezzo relativamente contenuto se paragonato alle potenzialità promesse.
In quegli anni, inoltre, era in corso un netto cambio generazionale, il primo che vedeva i nativi digitali affacciarsi al mercato in qualità di potenziali acquirenti dotati di potere d’acquisto. Cresciuti con Super Mario, prima, e con il mito di Solid Snake, poi, si trattava di videogiocatori ormai maturi, in cerca di qualcosa di completamente diverso rispetto a ciò che Nintendo solitamente aveva da offrirgli.
Sony cavalcò perfettamente i trend in atto
Organizzò una campagna marketing aggressiva, affine a quella comunemente utilizzate nell’industria cinematografica. Personaggi dello star system vennero utilizzati come testimonial, persino le pubblicità televisive enfatizzarono i toni, già filmici, degli spot che resero famoso il modello originale di PlayStation.
Tutto sarebbe stato comunque vano senza un parco titoli all’altezza della situazione. Da questo punto di vista, il colosso nipponico consolidò il suo sostanziale monopolio, stringendo accordi convenienti con software house esterne, naturalmente attratte dal potere comunicativo di un brand che aveva già dimostrato di poter garantire vendite di tutto rispetto.
Saghe come Devil May Cry, Ace Combat, Call of Duty e lo stesso Metal Gear Solid, divennero sinonimi di PlayStation 2, tutti titoli particolarmente spettacolari e densi d’azione che sottolineavano ulteriormente lo stretto legame tra videogiochi e cinema.
Dal canto suo, Sony si preoccupò di dotarsi di studi interni ancora più ricchi di talento, che potessero proporre qualcosa di mai visto prima. In questo senso, vale la pena citare sia il kolossal futuristico Killzone, FPS dal gameplay particolarmente adrenalinico, sia ICO e Shadow of the Colossus, opere partorite dal genio di Fumito Ueda, produzioni poetiche, allegoriche, toccanti.
Ammiccando ad un pubblico poco avvezzo a destreggiarsi tra i pulsanti di un pad, significativa in questo senso la saga di Buzz!, strizzando l’occhiolino all’inevitabile futuro, non mancarono giochi che esplorarono pur timidamente le potenzialità dell’online, e in questo senso basta citare Resident Evil Outbreak, PlayStation 2 è stata semplicemente la console giusta, nel momento giusto.
Nonostante il prezzo folle con cui venne commercializzata nelle nostre parti, ben ottocentomila lire, uno sproposito per l’epoca, grazie alle sagge mosse strategiche di Sony conquistò praticamente ogni fascia di pubblico potenziale. Certamente, a contribuire al suo record di vendita, pesa la sua superlativa longevità, tredici anni in tutto, un dato irraggiungibile per le attuali console.
Eppure, vuoi per la qualità della sua softeca, vuoi perché siamo inguaribili nostalgici, PlayStation 2 per motivi impalpabili e difficilmente elencabili in un saggio accademico, è una piattaforma a cui siamo particolarmente affezionati. Sicuramente la prima che ci mostrò il futuro, una coordinata spaziotemporale in cui i nostri sogni si sarebbero potuti trasformare in mondi virtuali tutti da esplorare.
E così è stato.
Anche per questo, grazie e tanti auguri PlayStation 2.
a cura di
Lorenzo Kobe Fazio
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