Willie Peyote – Hall – Padova – 15 febbraio 2020

Willie Peyote – Hall – Padova – 15 febbraio 2020
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Il rap contemporaneo non è solo trap o basi preregistrate, ma può anche essere musica suonata e veicolare un messaggio politico pesante ed importante. Questo emerge nella prima delle due date che Willie Peyote ha suonato all’Hall di Padova sabato 15 febbraio. Le due date all’Hall sono inserite all’interno di un tour che sta collezionando sold out praticamente ovunque; una crescita lenta ma costante quella del 35enne torinese che lo scorso ottobre ha pubblicato Iodegradabile per Virgin, primo disco su major.

Uno show a prova di club ma che non è per questo al risparmio, tra potenti ledwall e una big band che lo accompagna suonando dal vivo i brani per gli oltre 90 minuti di esibizione. Setlist non incentrata esclusivamente su Iodegradabile ma che ripercorre, spesso senza ricorrere a pause, una carriera ormai prossima al traguardo dei dieci anni.

La musica di Willie Peyote è un hip hop colto e figlio del citazionismo personale e pop; una scelta stilistica che lo accosta più ad un Caparezza che ad altri nomi di punta della scena tricolore, in un ibrido tra musica a stelle e strisce ma con salde radici nazionali. Nel corso della serata vengono citati orgogli nazionali come Luigi Tenco, Enzo Jannacci, Fabrizio De André ma anche Dang! del defunto rapper Mac Miller. Inoltre, a sorpresa, arriva il tocco di French Touch con Around The World dei Daft Punk piazzata in coda a L’Effetto Sbagliato.

Il muro di led piazzato sul retro del palco è spesso parte integrante dello show e, quando non presenta luci anonime o correlate alla canzone (come la bandiera italiana su Io Non Sono Razzista Ma), viene usato per trasmettere immagini relative al pezzo: la politica italiana in Mostro, brano nel quale Peyote ironizza sulla sua somiglianza a Danilo Toninelli, o la società dell’apparenza su Miseri e Catalogo. Inquieta invece il countdown che rintocca il tempo sulla cover de Il Bombarolo del già citato De André.

Ciò che fa capire che Willie Peyote è una persona con una solida formazione artistica è il fatto che nell’intero show trovano spazio numerosi generi musicali. Tributo prima di tutto all’orgoglio locale, quei Subsonica che lo portarono in tour nel 2019 e il cui spettro aleggia su TmVB. Trova spazio tanta musica internazionale, come lo ska-reggae su Che Peccato, il funk e il jazz che sono il filrouge che collegano buona parte dell’esibizione.

Il concerto è anche l’occasione, oltre che per la buona musica, anche per parlare con i fan. Willie Peyote non è l’artista che sta zitto tra un brano e l’altro ma, anzi, sfrutta le pause per raccontare pensieri personali o la sua visione del mondo. Non manca prima di Portapalazzo la dichiarazione d’amore per la città di Torino, città simbolo di integrazione grazie alle migrazioni meridionali del Dopoguerra; Torino amata anche nel lato calcistico granata, con tanto di frecciatina all’avversario calcistico Cristiano Ronaldo. Vengono inoltre dedicate due canzoni, C’Era Una Vodka al pubblico veneto e Mango, omaggio all’omonimo artista lucano. La vicenda del cantante di Lagonegro ha toccato l’animo di Peyote, essendo morto sul palco congedandosi chiedendo scusa ai suoi stessi fan. 

Quella che è la parte più toccante dell’intero show è il monologo politico che ha introdotto l’esecuzione di Non Sono Razzista Ma. La canzone, spesso cantata nelle piazze delle Sardine a cavallo tra 2019 e 2020, è stata l’occasione per raccontare gli eventi di Genova 2001; fatti come Bolzaneto si sono tenuti in un anno tanto vicino alla formazione personale di Peyote (in quel periodo poco più che teenager) quanto ormai lontano cronologicamente, visto che sono avvenuti in un periodo nel quale molti suoi fan neanche erano nati. 

Si chiude con i ringraziamenti per la doppia data padovana il secondo concerto del tour nei club di Willie Peyote; un tour che durerà fino a marzo e che, attualmente, presenta biglietti per la sola quarta (!!!) replica di Venaria Reale. Un successo clamoroso al quale, siamo certi, proseguirà un tour estivo di altrettanto spessore.

a cura di
Nicola Lucchetta

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