Game Awards, da Sekiro a Resident Evil, passando per Marx ed Engels

Game Awards, da Sekiro a Resident Evil, passando per Marx ed Engels
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Più dei 148 miliardi di dollari generati nel solo 2019, non è un errore di battitura e se non ci credete potete sempre controllare di persona al seguente link, a palesare l’ormai definitiva emancipazione dei videogiochi quale fenomeno di massa, in primis, e culturale in seconda battuta, ci ha pensato l’annuale serata dei Game Awards, andata in scena lo scorso 13 dicembre, a partire dalle 02:30 di mattina, ora italiana.

Per chi non lo sapesse, si tratta di un evento che ha ormai preso piede da qualche anno, che per dimensioni e figure di riferimento del settore che coinvolge, tra giornalisti, sviluppatori e giocatori professionisti, può essere tranquillamente paragonato agli Oscar per il cinema, ai Grammy per la musica, agli Emmy per le produzioni televisive.

Una volta all’anno critici di tutto il mondo si riuniscono per decretare i migliori giochi dell’anno, divisi in diverse categorie, mentre sullo sfondo publisher e sviluppatori ne approfittano per svelare nuovi titoli, al debutto sul mercato in un futuro più o meno prossimo.

In soldoni, si tratta di una manifestazione che, al pari dell’E3 e della GamesCom, fiere che si tengono annualmente a Los Angeles e Colonia, catalizza l’attenzione di milioni di appassionati, speranzosi che al loro titolo preferito sia assegnato almeno un premio, o che venga svelato il gioco che attendono, o che sognano, da diverso tempo.

In questo senso, la serata dei Game Awards 2019 ha offerto uno spettacolo altalenante, ma che ha comunque segnato un altro passaggio importante per la storia dei videogiochi

Manco a farlo a posta, a generare più critiche è stato proprio il riconoscimento consegnato a Sekiro: Shadows Die Twice, quale titolo dell’anno. La produzione di From Software, software house nipponica che si è guadagnata fama e successo grazie alla serie di Dark Souls, è stata tacciata da più parti di essere un’opera fin troppo derivativa, per quanto ne vengano riconosciute le qualità di art design e gameplay.

Maggiore sintonia, tra giuria e desideri del popolo, per quanto riguarda le principali altre categorie di premi. La miglior Game Direction non poteva che finire nelle mani di Hideo Kojima e del suo chiacchieratissimo Death Strading, opera certamente divisiva, ma a suo modo unica e rivoluzionaria. Come art direction si è deciso giustamente di premiare Control, action-shooter che deve moltissimo alla corrente letteraria del New Weird. Come Best Performance si è giustamente deciso di premiare la strepitosa recitazione di Mads Mikkelsen, che tramite motion capture ha prestato la sua arte per creare il volto e il corpo digitale di Cliff, uno dei tanti personaggi animati da attori e registi affermati nel già citato Death Stranding.

Se questi awards hanno accreditato i meriti di un medium dai valori produttivi sempre più d’impatto, solo quando sono saliti sul palco gli sviluppatori di Disco Elysium, gioco di ruolo che si è portato a casa la statuetta per la miglior sceneggiatura, è diventato tanto più palese che ormai non ha più senso parlare di semplici giochi, né di puro intrattenimento.

Helen Hendepere, nel più classico dei ringraziamenti per il riconoscimento appena consegnatole, ha infatti voluto ringraziare pubblicamente Karl Marx e Friedrich Engels, autori del Manifesto del Partito Comunista pubblicato a Londra il 21 febbraio 1848. Un omaggio che certamente non può essere compreso appieno, senza considerare il contesto e la trama che fa da sfondo a Disco Elysium, titolo che trae ispirazione da certe idee politiche, ma anche da artisti come il poco conosciuto Vladimir Makovsky, artista e pittore russo, e Viktor Tsoi, cantautore sovietico anch’essi citato nel breve discorso di Helen.

Una parentesi a suo modo fuori dagli schemi, ma che funge da cartina da tornasole per evidenziare, ben più efficacemente di comparti grafici realistici, quanto i videogiochi siano ormai in grado di paragonarsi a media ben più antichi come il cinema o la letteratura stessa.

A coronare la serata di gala ci hanno infine pensato le novità presentate dai principali publisher

Microsoft ha sfoderato l’asso nella manica svelando Xbox Series X, la potentissima nuova console che sostituirà Xbox One a partire dal prossimo Natale. Sony ha risposto con Godfall, action fantasy, nonché primo titolo annunciato per PlayStation 5. C’è stata anche gloria per gli inguaribili nostalgici con la presentazione ufficiale del remake dell’indimenticabile Resident Evil 3, che promette di stravolgere l’originale non solo in termini grafici.

La notte dei Game Awards 2019 è stato insomma un successo su tutti i fronti e non solo per i festeggiamenti e i premi assegnati. Tra nuove console in arrivo e riferimenti a Marx e Engels, il futuro dei videogiochi sembra sempre più roseo e promettente. E non solo perché stiamo parlando di un mercato da 148 miliardi di dollari.

a cura di
Lorenzo Kobe Fazio

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