SoundBook: Just Kids di Patti Smith

SoundBook: Just Kids di Patti Smith
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Non so se ho iniziato prima a leggere libri o ad ascoltare musica. Il fatto è che oggi, queste due cose, vanno avanti in equilibrio, e spesso una influenza l’altra. Ci sono libri bellissimi scritti da musicisti, e album bellissimi che hanno preso ispirazione da un romanzo.

Con SoundBook mi piacerebbe raccontare le occasioni in cui questi due mondi si sono incontrati per dare vita ad un’opera sorprendente, complessa, commovente e originale. Parlerò di romanzi scritti da musicisti, autobiografie, monografie, saggi o semplicemente libri che parlano di lei, della Musica. Talmente presente da diventare protagonista.

Prima di presentarvi il libro di oggi, voglio consigliarvi una canzone: Gloria, nella versione di Patti Smith.

Il pezzo è l’apertura di Horses, e inizia con una citazione tratta da Oath, una delle prime poesie di Patti: “Jesus died for somebody’s sins but not mine“. Patti Smith aveva scritto quel verso come una dichiarazione d’esistenza: “Il giuramento di assumermi la responsabilità delle mie azioni” racconta nel libro, “Cristo era un uomo a cui valeva la pena ribellarsi, poiché era stato un ribelle lui stesso”. La copertina dell’album divenne leggendaria. La foto ritraeva Patti in bianco e nero, vestita da uomo, con uno sguardo austero. La foto era Robert Mapplethorpe.

Questi sono tutti gli elementi che potrete trovare all’interno del libro Just Kids: una dissacrante interpretazione del credo cristiano, l’amore per Robert Mapplethorpe, la poesia, il Rock – naturalmente – e poi c’è lei, New York. In tutta la sua dolorosa bellezza. Just Kids è il racconto autobiografico degli anni che vanno dal 1965 al 1975, cioè da quando Patti Smith è arrivata a New York fino a quando uscì Horses, appunto, il suo primo album.

Patti Smith è nata di lunedì, così come Robert Mapplethorpe, e arriva a New York proprio di lunedì: era il 3 luglio 1967. Una buona giornata per arrivare a New York City, scrive. Nessuno l’aspettava, ma tutto stava aspettando lei. Patti ha vent’anni, è senza un soldo e ha alle spalle una carriera universitaria abbandonata, un lavoro in fabbrica, una gravidanza non voluta e una famiglia con poche risorse economiche.

Robert e Patti si conobbero per caso, una notte, a Manhattan

Entrambi erano arrivati in città per inseguire un sogno che ancora non aveva né forma né sostanza. Entrambi erano alla ricerca di una musa. La notte del loro primo incontro sancirono un patto di reciproco sostegno che non fu mai più infranto. Andarono subito a vivere insieme, si amarono, si lasciarono, ebbero altre storie, ma rimasero sempre legati l’una all’altro con un filo invisibile, fino alla fine.

Just Kids è la storia del loro incontro predestinato, del loro amore, della loro maturazione artistica. Il talento non è nulla senza una lunga gestazione, nemmeno se sei uno dei più importanti personaggi apparsi sulla scena della musica Rock nel secolo scorso. Non mancano poi alcuni gustosi aneddoti, come la vita al Chelsea Hotel, la prima volta in cui Patti vide esibirsi Jim Morrison o il primo incontro con Allen Ginsberg che la scambiò per un ragazzo. Quella che viene raccontata in Just Kids è una storia che passa per i luoghi simbolo di New York, il Max e il CBGB, e che passeggia pigra nel luna park di Coney Island.

Robert Mapplethorpe morì di AIDS il 9 Marzo del 1989

Patti Smith si svegliò quella mattina sapendo che non c’era più. Robert era il suo primo amore, la sua musa, l’anima gemella, l’amico di una vita. A lui aveva fatto una promessa: un giorno avrebbe scritto la storia della loro vita. A distanza di ventuno anni Patti ha mantenuto la promessa.

Era ciò che desiderava che scrivessi e ho mantenuto la mia promessa. Siamo stati come Hansel e Gretel, ci siamo avventurati nel bosco tenebroso del mondo. Abbiamo incontrato demoni, tentazioni e streghe di cui non avevamo mai neppure fantasticato, e una magnificenza che avevamo immaginato solamente in parte. Nessuno avrebbe potuto parlare per quei due giovani, né raccontare la verità sui giorni e le notti che trascorsero insieme. Solo Robert e io avremmo potuto raccontarla. La nostra storia, così la chiamava lui. E andandosene, ha lasciato a me il compito di raccontarla a voi“.

Grazie a questo libro, la storia di Patti e Robert è cristallizzata nel tempo, come l’immagine di loro due, ragazzini, a Coney Island.

Perché dovreste leggere Just Kids

Perché conoscete Patti Smith, o vorreste conoscerla meglio.Amate New York o l’idea che vi siete fatti della città che “sta in piedi”, come la descriveva Celine. Siete artisti in cerca di uno stimolo, perché avete necessità di esprimervi, in qualunque modo.Volete sognare insieme alla generazione che desiderava cambiare il mondo.
Perché state cercando un po’ di vita. Allora attenzione: in queste pagine la troverete. Eccome se la troverete. Patti Smith si racconta senza pudore, senza fronzoli, senza eccessi. Ed è irresistibile.

La frase

“Un giorno d’estate indiana ci agghindammo con le nostre cose preferite – io sandali beatnik e sciarpe sbrindellate, Robert le sue amate collanine e il gilet di montone. Prendemmo la metro fino alla Quarta Ovest e trascorremmo il pomeriggio a Washington Square. Ci spartimmo un thermos di caffè mentre osservavamo il flusso di turisti, ubriaconi e cantautori. Rivoluzionari inquieti distribuivano volantini contro la guerra. Anche i giocatori di scacchi richiamavano crocchi di spettatori. Ciascuno coesisteva in un ronzio ininterrotto di bisticci verbali, bongo e cani che abbaiavano. Camminavamo diretti alla fontana, l’epicentro di quell’attività, quando una coppia più anziana si fermò e ci fissò sfacciatamente. A Robert piaceva essere notato, così mi strinse la mano con fare affettuoso. “Oh, fagli una foto,” disse la donna al suo amato marito. “Penso che siano degli artisti.” “Oh, avanti,” fece lui scrollando le spalle. “Sono soltanto ragazzini”.

a cura di
Daniela Fabbri

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Daniela Fabbri

Sono nata nella ridente Rèmne, Riviera Romagnola, nel 1985. Copywriter. Leggo e scrivo da sempre. Ho divorato enormi quantità di libri, ma non solo: buona forchetta, amo i racconti brevi, i viaggi lunghi, le cartoline, gli ideali e chi ci crede. Nutro un amore, profondo e viscerale, per la musica, in tutte le sue forme. Sono fermamente convinta che ogni momento della vita debba avere una colonna sonora. Potendo scegliere, vorrei che la mia esistenza fosse vissuta lentamente, come un blues, e invece sono sempre di corsa. Mi piacciono gli animali. Cani, gatti, procioni. Tutti.

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