Supereroi di Simone Scrivani
In un pomeriggio di inizio aprile, mentre il sole brilla su Piacenza e un bel venticello rinfresca l’aria, ho appuntamento con Simone Scrivani.
Una vita all’insegna della musica: dai karaoke ai musical fino al cantautorato. La storia di un ragazzo che vuole raccontare delle storie, facendoci riflettere ma con ironia.
Classe 1990 è un piacentino DOC estremamente legato alla sua città, ai suoi luoghi e ai suoi concittadini.
Ed è proprio da qui, da Piacenza, dai suoi vicoli e dalle sue valli che prende l’ispirazione per le sue canzoni (per chi non lo sapesse Hemingway ha definito la Val Trebbia la più bella del mondo) .
Da cantante di karaoke a cantautore. Raccontaci un po’ la storia che ti ha portato su questa strada.
E’ stata la voglia di lasciare qualcosa di mio alle persone. Cioè è bello anche fare dei karaoke, bisogna pur iniziare da qualche parte. Prima si inizia con i lavori manuali poi, però, bisogna andare oltre. Mi piace vedere la costruzione del personaggio musicale come un artigiano della musica. Noi siamo artigiani della musica: ci creiamo, partendo dalle linee base.
Era bello avere il riscontro delle persone che ci ascoltavano e si divertivano. Alla fine non era solo un karaoke. Ad un certo punto però, facendo musical, mi sono avvicinato di più al mondo dell’arte musicale. Ho incontrato un gruppo di persone molto bello e positivo che mi ha aiutato molto a credere in me. Avevo già in mente da un po’ di tempo di fare qualcosa di bello con la musica e allora ho pensato di mettermi in gioco. E lo ho fatto con una mia amica, Elisa Dal Corso.
Mi sono messo alla prova e ho scritto una canzone che ha avuto un riscontro abbastanza positivo; è stato un inizio.
Successivamente ne ho scritta un altra Buon Natale per davvero, però che non c’entra nulla con il Natale. E’ una vicenda che mi sta molto a cuore: è dedicata ad una mia amica che ha avuto una storia d’amore un po’ brutta e quindi ho cantato di lei. E alla fine sono uscito con Supereroi, perché ho pensato fosse ora di mettermi nel sociale. Perché è questo che fa questa canzone: traccia una critica ironica della società attuale.
Supereroi, è il tuo terzo singolo, e si discosta musicalmente dai tuoi lavori precedenti: come mai questo cambio di rotta?
Mi sono dato un nuovo sound perché lo trovo più mio. Mi sono fatto molto influenzare dai cantautori del passato; penso che da loro abbiamo solo da imparare. Ma in realtà la musica come si sta sviluppando ora, con le sonorità indie e pop è molto bella, da la carica.
E’ una musica non “melensa” alla Venditti o alla Baglioni, che sono i miei idoli, ma riesce comunque a trasmettere moltissimo. La musica di oggi ha dei messaggi bellissimi nonostante i suoni viaggino e quindi ho deciso di buttarmi su questo stile perché mi da più allegria, riuscendo comunque a trasmettere qualcosa attraverso le parole.
Di cosa parla supereroi? E chi è questo Paolo, che citi più volte all’interno della canzone?
Tutti mi chiedono chi è Paolo…
Supereroi è una visione ironica della nostra società, una società in cui viviamo nel più totale analfabetismo sentimentale. Siamo in totale crisi di emozioni e di sentimenti e questo va a ripercuotersi sulle scelte politiche e sulle critiche che muovono le persone, spesso non avendo le competenze per farle. Questi giudizi di solito non hanno una valenza costruttiva. Io sono molto critico di mio ma penso che ci sia modo e modo per muovere una critica. Se è costruttiva è una cosa positiva e bella; ma se è fatta per screditare, per insultare, è una forma di repressione. Io credo che tutti abbiamo qualche repressione nella nostra vita, è una cosa umana e normale, ma non è positiva. Dobbiamo accorgercene e lavorarci su. Quando questo non viene fatto si tramuta in odio verso qualunque cosa proprio perché non c’è un contatto tra i propri sentimenti e quello che accade fuori. Deve essere ricreato questo ponte.
E’ di questo che parlo in Supereroi, criticando in modo ironico, e spero costruttivo, queste persone. Cerco di dare una forma a questo mio ragionamento, e questo sarà anche il mio cd.
E Paolo?
Paolo è il mio migliore amico. Quello con cui sono sempre in giro a fare i bagordi. Ho scritto questa canzone pensandomi con lui in un bar.
Ho visto la società di oggi come un grande bar dove ognuno ha il diritto di parlare. E alla fine mi sono visto con Paolo a brindare insieme a tutte queste persone, alzando il calice “alla vostra”.
In che modo, e in che misura, la tua vita, le tue esperienze e la tua città entrano nei testi che scrivi?
Sempre. Io e Paolo eravamo in un bar di Piacenza, il bar che frequentavamo di solito, quando ho scritto questa canzone. Io mi sono visto li con lui. E’ ovvio che questa cosa ci sia in tutta Italia e in tutto il mondo ma Io mi sono visto qua e mi sono immaginato qua.
Quando scrivo mi rinchiudo sempre al Caffè del Tarocco (un bar di Piacenza). E’ in una posizione, in uno scorcio, da cui vedi il centro eppure sei lontano. E’ appartato e c’è un pezzo di cielo, in alto, che si vede sempre…ed è bellissimo. Oppure scrivo nella Val Trebbia. Ci sarà una canzone, del cd, che parla di una ragazza ed è ambientata proprio in Val Trebbia.
Per me la mia città è importantissima, non solo come ispirazione. Poi mi piace andare in giro eh? Però quando torno a casa sono contento.
Sei la prima persona che sento parlare così di Piacenza…
Credo che sia tutto nel riconoscere un posto come casa. Non solo per il luogo in se ma anche per tutte le cose e le persone che ci sono legate.
Ho visto, sulla tua pagina Facebook, che hai creato una gallery dedicata ad una serie di persone con #supereroiprimaopoi. Com’è nata quest’idea?
Dietro a grandi progetti ci sono grandi squadre. Ho diverse persone che mi aiutano sia per la parte grafica che per quella social.
Sono due mie grandissime amiche, anzi una è mia cugina ma, prima di tutto è la mia migliore amica. Con loro ci troviamo regolarmente a discutere e parlare di come muoverci e promuovere le mie iniziative. Supereroi è una canzone bella, critica ed ironica verso la società. Però volevamo anche lanciare un messaggio costruttivo e quindi ho cominciato a raccogliere testimonianze e storie di persone che sono davvero supereroi per la nostra città.
Qual è la mia idea di supereroe? E’ chi ha il coraggio di essere normale in una società che impone il contrario. Quello che racconto è di persone così normali che ci fanno pensare di avere dei superpoteri perché hanno il coraggio di trasmettere le loro emozioni, in quello che fanno, senza avere paura di farlo, senza temere il giudizio degli altri.
E’ nato tutto dalla volontà di valorizzare queste persone per il bene che fanno a tutti.
Cosa rappresenta la musica per te?
La musica in qualche parola…è una domanda molto vasta.
Potrei dirti un banalissimo è la mia vita…ma è vero. E’ una passione che mi tiene vivo. Il mio sogno sarebbe di vivere di questo ma ora come ora non è così. La musica mi tiene vivo nella monotonia di tutti i giorni, e non è poco.
E’ il mio gancio in mezzo al cielo, come direbbe Baglioni, che è il mio idolo. Sai che è una domanda che mi ha messo in difficoltà? E’ la mia vita, stop.
Come definiresti il tuo stile musicale?
Pop vecchio stile quando la musica non era ancora in 4 K, io dico sempre di me. Sono sonorità vecchie, ho ripescato un po’ i sint degli anni 80 e li ho rimessi in chiave moderna con delle basi programmate sotto di percussioni. Il vintage è bello però se modernizzato…quindi faccio vintage.
Il 9 aprile uscirà il video di Supereroi. Dicci qualcosa su quello che vedremo, com’è stato girarlo?
E’ stata una delle esperienze che mi ha emozionato di più nella mia vita, per il tema trattato. E’ un video che ha riprese in due punti. Uno è dentro una sala, con la band, ed è stato girato nella sala prove in cui sto incidendo il disco e da cui è partito tutto. Qui ho trovato una famiglia, la mia terza famiglia. La seconda sono i Viaggiattori e la prima è la mia: è bello avere diverse famiglie. Poi ho fatto un evento con dei bambini di una scuola materna. Mi sono presentato da loro vestito come un supereroe, e li ho fatti disegnare. Gli ho chiesto che cosa farebbero se fossero dei supereroi, che cosa farebbero per Piacenza e quale sarebbe il loro potere per salvare la città. Era anche per fare un po’ di pressione sulla loro coscienza, che è ancora pulita. Volevo fargli capire che i supereroi fanno del bene a livello base.
E alla fine erano tutti contentissimi di essere anche loro dei supereroi. Ho passato la giornata con loro: li ho fatti volare, li ho fatti disegnare, si sono divertiti tantissimo. E’ stato bello, mi hanno riempito il cuore.
In questo frangente c’era anche un video maker, Michele Groppi, che ha colto i momenti più belli della giornata. Non era li per fare il video, volevamo creare un documentario di questo evento…alla fine però è diventato parte del video.
Ha molti messaggi secondo me, ma vanno colti.
In supereroi dici Ma l’amore non è un post-it, non è rosa rossa, tonica e gin. Che cos’è allora l’amore?
Prendo in prestito la frase di qualcuno più famoso di me che ha detto questa cosa Tutto quello che ci serve è amore. All you need is love, Beatles.
E’ vero, senza l’amore non c’è niente. Non c’è la passione, non c’è famiglia e non c’è una storia. Ho iniziato il mio progetto partendo dall’idea che c’è più amore. Ma amore non è solo quello che può esserci tra me e una ragazza, o tra un uomo e un altro uomo, o tra una donna e un’altra donna.
L’amore è quello per me stesso, per quello che faccio, per la mia famiglia e per i mie amici. Ci vuole quello e senza quello non c’è nient’altro. L’amore è importantissimo.
a cura di
Laura Losi
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