Voce al contempo delicata e visceralmente risuonante, produzioni musicali avveniristiche, una lirica poetica: questi sono alcuni degli elementi che caratterizzano mui zyu, nome d’arte dell’artista hongkonghese e britannica Eva Liu.
Biografia
Eva Liu nasce a Belfast, in Inghilterra, dove i suoi genitori, originari di Hong Kong, si erano trasferiti. Il suo background migratorio ha influenzato profondamente la sua musica, trasformando esperienze personali—come il razzismo sino-fobo, acuitosi durante la pandemia—nel linguaggio espressivo del suono.
Nel 2017 muove i primi passi come musicista all’interno del trio art-rock Dama Scout. Tuttavia, la svolta nella sua carriera arriva nel 2021, quando inizia il suo percorso da solista con lo pseudonimo mui zyu con cui pubblica l’EP “Wonderful Thing Vomits” sotto l’etichetta indipendente americana Father/Daughter Records.
Il suo primo album completo, “Rotten Bun for an Eggless Century“, viene pubblicato nel 2023. Qui, la sua voce eterea e altamente evocativa si fonde con basi musicali che attingono all’elettronica e al rock alternativo, arricchite da intermezzi strumentali ispirati alla tradizione musicale cinese come l’erhu e il guzheng. L’album esplora tematiche di introspezione, cura e guarigione, intrecciandole con riflessioni sulle sue radici culturali.
Uno degli elementi distintivi della produzione di mui zyu è la dualità. Sebbene alterni atmosfere dolci e soavi a sonorità più dissonanti e oscure, mantiene sempre una coerenza stilistica che rende la sua discografia organica e matura.
In un’intervista (Stereogum) ha infatti dichiarato di “gravitare naturalmente verso suoni che non necessariamente vanno assieme”, giocando con sequenze di accordi che appartengono a tonalità diverse, creando così un senso di perturbazione nell’ascoltatore.
L’ultimo album: nothing or something to die for (2024)
Con il suo ultimo album, “nothing or something to die for” (2024), mui zyu si allontana dall’introspezione autobiografica per esplorare tematiche più universali, cercando di comprendere la complessità della realtà.
La sua scrittura, altamente espressiva e poetica, fa ampio uso di parti ritmiche e costruisce immagini evocative spostando il suo sguardo su trame della realtà più universali, come nel brano “the rules of what an earthling can be“, che riflette sulle “regole di ciò che un terrestre può essere”.
L’album si apre con la breve traccia “Satan marriage“, che introduce l’ascoltatore in un’atmosfera orchestrale, progressivamente accompagnata da una sequenza di loop della drum machine che si riverbera nel brano successivo, “the mould“. Quest’ultimo si distingue per il suo sound spaziale, caratterizzato da bassi imponenti e frammenti di synth glitchati.
A chiudere questo viaggio sonoro è “扮豬食老虎“, un brano dalle influenze ambient, arricchito da archi voluminosi e sfumature spettrali, che evocano un senso di nostalgia per un mondo che stiamo rischiando di perdere.
Conclusione
Con la sua visione musicale, mui zyu è riuscita a strutturare un universo sonoro intimo e personale, dove tradizione e innovazione si intrecciano in un equilibrio dinamico tra dolcezza e inquietudine. La sua capacità di sperimentare con suoni, strutture e tematiche profonde la rende una voce interessante e da tenere d’occhi nel panorama della musica pop alternativa contemporanea.
a cura di
Skipper Fonzy Amgao