Dopo averli ascoltati e visti nella nostra rubrica The Soundstage, oggi passano di qui i toscani Osaka Flu. Parliamo con loro del nuovo singolo “Immaginiamo che” e di altro ancora.
Osaka Flu, dopo il vostro passaggio a The Soundstage non poteva mancare anche un’intervista sul nostro sito. Quindi eccoci qui! Iniziamo col chiedervi cosa vi rende diversi da tutti i gruppi “alternativi” in circolazione, senza falsa modestia.
Siamo diversi dagli altri gruppi alternativi, ma anche l’uno dall’altro e crediamo che questo sia il nostro maggior punto di forza.
Le nostre prospettive diverse, ma affini, creano una sintesi bislacca e a volte contraddittoria che ci permette di avere una finestra originale sul mondo.
Punk, indie e col nuovo singolo “Immaginiamo che” anche del synth pop. Tre generi e voi siete in tre. Chi ha portato cosa all’interno della vostra musica?
Tutti e tre siamo cresciuti con il punk: Rancid, Operation Ivy, Clash, Ramones, abbiamo una cultura musicale piuttosto omogenea.
Poi siamo tutti grandi ascoltatori di musica e andiamo un po’a periodi.
Il Denni per un periodo si è ispirato molto a Bob Dylan rubando molti giri di accordi, il Michi è appassionato di Rock’n Roll e ci ha portato ritmiche alla Eddie Cohcran, ultimamente anche qualcosa di Idles e Fountain Dc, il Cecco è uscito da poco da un momento Sonic Youth, ma non ha mai dimenticato i giri di basso alla Violent Femmes.
Tutto questo mix è piaciuto a Spotify, siete infatti nella playlist editoriale “Scuola Indie”. Luogo ambitissimo e da molti. Per voi un sogno che si avvera o la collocazione che meritate senza pensarci troppo?
Entrare nella playlist è stata un bella soddisfazione, ma non proprio un sogno che si avvera; come ogni musicista o appassionato il nostro più grande desiderio sarebbe vivere di musica, quello sí potremmo definirlo “un sogno che si avvera”. Senza false modestie pensiamo di essercelo meritato, l’ultimo disco é più maturo da un punto di vista testuale, musicale e tematico.
Anche “Mio Caro me” avrebbe meritato, ma ha sonorità più punk e non ci sono playlist editoriali di quel genere.
Siamo dei curiosoni e abbiamo curiosato sul vostro Instagram. Avete annunciato la pubblicazione del nuovo disco “Lasciateci Divertire”. Bel titolo, ma come si divertono gli Osaka Flu?
Ci diverte: andare in tour, bere birra, andare a prendere il caffè, cercare un ristorante carino il giorno dopo il concerto, ascoltare il nostro primo disco in inglese e auto infamarci, scrivere canzoni, Il torneo di Briscola, imitare Piero Pelù, prenderci in giro a vicenda, andare a vedere concerti, suonare insieme Smells Like Teen Spirit e Purple Haze, parlare male dei Metallica ( in particolare del batterista), Il film Caruso Paskoski di Padre Polacco.
Recentemente, un toscano come voi, con un’attitudine libera come la vostra, è arrivato secondo a Sanremo. Che ne pensate di lui? Si parla di Lucio Corsi, per chi ha vissuto fuori dal mondo nelle ultime settimane.
Ci è piaciuto molto, anche noi avevamo il sogno di diventare campioni del mondo di sputo, ma ci saremmo accontenti anche di vincere una gara di rutti. Già dal primo ascolto era parso chiaro che fosse la canzone più forte in gara e quando abbiamo visto che era arrivato secondo ci ha ricordato l’edizione in cui Elio e le Storie Tese arrivarono secondi dopo i Jalisse. Dopo tanti anni di Mediaset e Berlusconi non ci si puo’ più fidare della giuria popolare.
Ultime righe che vogliamo spendere così: siete felici del vostro percorso artistico? Se sì, perché, se no, perché.
Siamo contenti, abbiamo all’attivo 5 album di cui andiamo molto fieri. Siamo sempre riusciti a restare fedeli alle nostre intenzioni e ispirazioni facendo una musica che vorremmo ascoltare noi per primi. E poi ci divertiamo parecchio, perciò tutta vita guadagnata.
Abbiamo già un sacco di idee ed esperimenti per i pezzi che verranno.
a cura di
Redazione
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