Il Nibbio ripercorre con intensità e rispetto la vicenda di Nicola Calipari, mettendo in luce il suo sacrificio e il contesto storico-politico dell’epoca.
Il Nibbio, diretto da Alessandro Tonda, è un film che riporta alla memoria uno degli episodi più drammatici della recente storia italiana: il sacrificio di Nicola Calipari. Alto dirigente del SISMI, fu ucciso a Baghdad il 4 marzo 2005, mentre proteggeva la giornalista Giuliana Sgrena dopo la sua liberazione da un sequestro. La pellicola si propone di restituire il ritratto umano e professionale di Calipari, esplorando i giorni precedenti alla sua tragica morte e offrendo una riflessione sul valore del coraggio e del dovere.
Claudio Santamaria interpreta il protagonista con un’intensità che cattura la determinazione e l’umanità dell’uomo dietro il funzionario. Il film non si limita a raccontare la sua missione, ma scava nel lato privato, evidenziando il suo rapporto con la famiglia e le difficili scelte morali che ha dovuto affrontare. Accanto a lui, Sonia Bergamasco veste i panni di Giuliana Sgrena, mentre Anna Ferzetti interpreta Rosa Calipari, moglie di Nicola, offrendo un punto di vista più intimo e personale della vicenda.

La regia di Tonda punta su un realismo asciutto, senza eccessi retorici, cercando di bilanciare il ritmo incalzante della tensione con momenti di introspezione. L’ambientazione è curata nei dettagli, restituendo l’atmosfera tesa della guerra in Iraq e il clima di incertezza che avvolgeva la missione di liberazione. La sceneggiatura, scritta da Sandro Petraglia, si distingue per la sua capacità di evitare stereotipi, tratteggiando un Calipari autentico, un uomo che, pur consapevole dei rischi, ha anteposto la sua responsabilità al pericolo personale.
Umanità e sacrificio
Il Nibbio non è solo un film biografico, ma un’opera che vuole lasciare un segno profondo nello spettatore, spingendolo a riflettere sul significato del sacrificio, del dovere e dell’umanità anche nelle situazioni più estreme.
La pellicola riesce a restituire la complessità della figura di Nicola Calipari, mostrandolo non solo come un eroe istituzionale, ma soprattutto come un uomo che ha scelto di anteporre il bene altrui alla propria sicurezza. Il peso delle scelte di Calipari è evidente in ogni scena, e il pubblico viene trascinato in un viaggio emotivo che culmina nell’inevitabile tragedia finale.
a cura di
Benedetta D’Agostino
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