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Dopo Tutankhamon, potrebbe essere tra le scoperte più importanti fatte in Egitto

Un team britannico-egiziano ha localizzato nelle valli occidentali della necropoli tebana, vicino alla città di Luxor, la tomba di re Thutmose II, attualmente l’ultimo sepolcro reale scoperto della XVIII dinastia egizia. Si tratta del primo ritrovamento del genere da quello di Tutankhamon.

A darne notizia è la stampa internazionale, tra cui la Bbc.

Thutmose II è noto soprattutto per essere stato il marito della regina Hatshepsut, considerata uno dei più grandi faraoni d’Egitto e una delle poche donne a govrernare per conto proprio.

I ricercatori avevano pensato che le camere funerarie dei faraoni della XVIII dinastia fossero a più di 2 km di distanza, più vicine alla Valle dei Re. Quella di Thutmose, che regnò 3.500 anni fa, era invece in un’area finora associata alla sepoltura delle regine. Quando sono entrati nella camera funeraria i ricercatori si sono però trovati davanti gli inconfondibili simboli della presenza di un faraone.

Parte del soffitto era ancora intatto: un soffitto dipinto di blu con stelle gialle. E soffitti dipinti di blu con stelle gialle si trovano solo nelle tombe dei re

Ha dichiarato Piers Litherland, il direttore sul campo della missione, che al programma Newshour della Bbc, ha aggiunto di essersi sentito sopraffatto dall’emozione.

E quando sono uscito con mia moglie mi stava aspettando fuori, l’unica cosa che ho potuto fare è stata scoppiare a piangere.

Litherland ha inoltre affermato che la scoperta ha risolto il mistero della localizzazione delle tombe dei primi re della XVIII dinastia. I ricercatori avevano trovato i resti mummificati di Thutmose II due secoli fa, ma il luogo della sua sepoltura originale non era mai stato individuato. La mummia si trova nel Museo nazionale della civiltà egizia.

Thutmose II era un antenato di Tutankhamon, il cui regno si ritiene sia durato dal 1493 al 1479 a.C. circa.
Nella medesima zona del ritrovamento troviamo anche sepolte le tre mogli di Thutmose III (il figlio) e la tomba di Hatshepsut. Oltre alla parete blu stellata, ad aver suggerito la presenza di un re e non di una regina, sembra essere stata anche la decifrazione di un geroglifico indicante proprio la parola re.

statua di Thutmose III
Chi erano gli scribi del contorno

All’epoca dei faraoni, in Egitto le arti plastiche seguivano le disposizioni dettate dalle Case della Vita. Queste erano centri didattici connessi ai grandi templi e gestiti dai sacerdoti, nei quali si formavano gli scribi e professionisti di vario genere, come medici e architetti. Per quanto riguarda i pittori invece, erano tenuti ad apprendere il mestiere tramite il padre, nonostante dovessero comunque osservare le norme dettate dalle Case della Vita .
Ad occuparsi della pittura tombale erano gli scribi del contorno. I quali si dedicavano a svariate attività, tra cui: sculture, bassorilievi sulle pareti dei templi e sul legno (dei sarcofagi) e pittura di una moltitudine di oggetti. Tuttavia la loro occupazione principale rimaneva la pittura tombale, il cui fine ultimo non rispondeva a esigenze di tipo estetico, ma a qualcosa di un livello considerato elevato.

L’importanza delle decorazioni e il ka

Gli egizi erano infatti convinti che il defunto dovesse continuare a vivere nell’aldilà, e per farlo erano necessarie offerte alimentari. Nel momento in cui i cari del morto erano ancora in vita era sufficiente quindi che questi portassero le offerte al ka (ossia l’energia vitale del morto). Ma alla dipartita dei familiari del defunto, per evitare la scomparsa definitiva del ka, era necessario avvalersi della magia della pittura o dei bassorilievi. La quale, avrebbe permesso tramite la semplice raffigurazione di un oggetto, che questo diventasse reale.
Con l’obiettivo di far sopravvivere per sempre il defunto, si iniziarono a rappresentare gli interi cicli di produzione degli alimenti (come la pesca per il pesce), e non solo le vivande.

(fonte: National Geographic).

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a cura di
Eleonora Maria Cavazzana

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