La retrocensione: Perfect Blue – L’onirico debutto alla regia di Satoshi Kon!

La retrocensione: Perfect Blue – L’onirico debutto alla regia di Satoshi Kon!
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Nel 1997 Satoshi Kon segna il suo debutto alla regia con Perfect Blue, thriller animato con la supervisione di Katsuhiro Otomo (Akira) e liberamente ispirato dall’omonimo romanzo di Yoshikazu Takeuchi. Distribuito in Italia direttamente in home video in VHS nel 1999 e in DVD nel 2005 e solamente quest’anno distribuito in sala nel suo restauro in 4K.

Se si vuole seguire la corrente di pensiero che l‘animazione è una tecnica e non un genere cinematografico, Perfect Blue risulta essere uno degli esempi più azzeccati da proporre per avvalorare questa tesi. Un thriller psicologico in tutto e per tutto, che mesce la realtà con il sogno e il concreto con l’immaginazione. Trasporta la sua protagonista e lo spettatore in un crescendo di ansia, confusione e paranoia, attraverso un occhio critico sul mondo dello spettacolo e sulla società giapponese.

Trama

Mima è una giovane ragazza facente parte di un gruppo idol di nome Cham. A causa delle pressioni del suo manager e della società per cui lavora, abbandona la carriera da cantante per iniziare quella d’attrice. Accetta poi un ruolo in una serie televisiva dai toni molto forti, in modo da liberarsi totalmente dalla figura innocente e adolescenziale dell’idol. Questa scelta porterà malcontento non solo a lei, ma anche ai suoi fan, specialmente in qualcuno che inizierà a stalkerarla, minacciarla e ad uccidere le persone a lei vicine, facendo sprofondare Mima in uno stato d’angoscia e di terrore.

Come si può notare dall’incipit, Satoshi Kon, attraverso la sua protagonista, racconta la realtà dell’industria dell’intrattenimento giapponese, a partire dall’oggettificazione della donna, sia attraverso la controversa figura dell’idol in Giappone ed altresì con le scelte imposte dal manager per la sua carriera d’attrice, fino all’annullamento della personalità, in un mondo dove non importa ciò che si vuole, ma come puoi essere sfruttato e venduto nel modo migliore per fare soldi.

Un montaggio e una regia che mescolano illusione e realtà

Con uno stile di disegno, che nonostante i quasi 30 anni, risulta essere ancora realistico e pregevole per la vista, Satoshi Kon parte con il racconto della sua storia in modo classico e senza perdite di tempo, presentandoti la protagonista direttamente nel suo ritiro come cantante e già pronta, anche se forzata da altri, ad iniziare la sua carriera recitativa. Il punto di rottura verrà raggiunto quando si ritroverà a girare una scena di stupro, che causerà nella sua fragile mente una gigantesca frattura, aggravata dai primi attacchi dello stalker.

Sarà dopo questa scena che il film prenderà una piega del tutto particolare: Mima a causa del crescente stress, si ritroverà ad avere le visioni e a confondere e mescolare la finzione con la verità, con questa premessa il regista crea fino ad arrivare alla svolta finale, un balletto di scene perfettamente coreografato, dove vi sembrerà di guardare la realtà di tutti i giorni della vita di Mima per poi scoprire di essere stato invece trascinato insieme a lei in un’illusione, che vi porterà in uno stato volutamente confusionale, in cui non saprete più che cosa sia vero e dove sarà impossibile togliere lo sguardo dallo schermo.

Kon riuscirà ad unire il thriller carico di suspence di Alfred Hitchcock con l’onirico di David Lynch, creando grazie anche la scelta di fare un film animato, un qualcosa di unico e innovativo. Certe riprese e scelte registiche sono tuttora omaggiate, per non dire copiate, da altri registi; basti pensare all’iconica ripresa dall’alto, dove la protagonista è immersa nella vasca con la schiena rivolta verso la telecamera, presa da Darren Aronofsky nel suo Requiem For a Dream. Detto evento è stato commentato dallo stesso Satoshi in una futura intervista.

Il mondo delle idol in Giappone

La critica del regista al mondo idol è evidente. Figura che si può tradurre in un adolescente (sia femmina che maschio) che si ritrova ad essere molto popolare nel mondo dello spettacolo, più che per doti canore o recitative per la sua bellezza esteriore, risultando essere un fenomeno di breve durata a fini lucrativi. Gli idol sono gestiti da agenzie di talenti che costruiscono loro un’immagine artefatta, il più pulita e candida possibile con, specialmente per le idol femminili, nessun scandalo sessuale che possa essere di dominio pubblico (il paragone con l’Occidente sono i ragazzi di Disney Channel).

Da imputarsi ad una realtà tanto falsata e limitata Mima nel film è costretta ad accettare nel suo primo ruolo televisivo una pesantissima scena di stupro e un servizio fotografico di nudo, in modo da “sporcare” la sua figura pubblica e per paradosso, non essere più un semplice fenomeno del momento ma un’attrice e una figura dello spettacolo completa e di tutto rispetto. Ed è sempre per colpa di questa immagine obbligata di ragazza “pura e angelica” che riceverà gli attacchi dello stalker, sentendosi egli stesso dichiaratamente tradito dai recenti comportamenti “inappropriati” della protagonista.

L’inizio dell’eredità di Satoshi Kon

Con questa sua opera prima, Satoshi Kon si impose fin da subito nel settore dell’animazione giapponese. La sua capacità di mescolare il fantastico con il concreto diventerà uno dei suoi più grandi segni distintivi, ripresa in successive opere come Millennium Actress e Paprika. Un regista a tutto tondo, che usa le mille possibilità della tecnica dell’animazione per raccontare la società giapponese e le contraddizioni dell’essere umano e che, con pochissimi lungometraggi, è riuscito a lasciare un segno indelebile e si è preso una pagina dell’enorme libro del cinema.

Kon fu un genio che purtroppo ci lasciò troppo presto, morì nel 2010 a soli 46 anni a causa di un tumore al pancreas diagnosticato pochi mesi prima, lasciandoci in eredità cinque lungometraggi e una serie televisiva. Poco prima di morire, stava lavorando ad un nuovo film, dal titolo Dreaming Machine, che nonostante la Madhouse abbia promesso fin da subito di continuare, al giorno d’oggi non si hanno più informazioni al riguardo.

«Pieno di gratitudine per tutto ciò che di buono c’è nel mondo, poso la mia penna. Con permesso. Satoshi Kon»
L’ultimo post di Satoshi Kon prima di morire

In conclusione

Se pensate che i cartoni animati siano solo rivolti ai più piccoli, questo film riuscirà a farvi cambiare idea, e se siete amanti dei thriller o in generale di un bel film non potrete non apprezzare Perfect Blue. Richiederà una forte concentrazione e forse anche una seconda visione per poter collegare appieno tutti i punti, ma vi ritroverete davanti ad un’esperienza cinematografica unica nel suo genere, che difficilmente si offuscherà nei giorni immediatamente successivi alla visione della stessa.

A cura di
Andrea Rizzuto

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