I FASK ci invitano ad “Hotel Esistenza”

I FASK ci invitano ad “Hotel Esistenza”
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Il nuovo album dei Fast Animal and Slow Kids esce il 25 ottobre e si intitola Hotel Esistenza. Lo abbiamo ascoltato in anteprima e fatto qualche domanda alla band

I FASK (Fast Animals and Slow Kids) stanno per rilasciare il loro settimo album “Hotel Esistenza“. La band umbra, formata da Aimone Romizi (voce, chitarra), Alessio Mingoli (batteria, seconda voce), Jacopo Gigliotti (basso) e Alessandro Guercini (chitarre) è nata nel 2008. Un lungo percorso non solo artistico, ma anche di vita.

Proprio loro ci hanno svelato i segreti di una storia così duratura:

“Una cosa positiva è che siamo partiti bene, nel senso che questa band si è formata sulle spalle di altre band che avevamo insieme. Quindi suoniamo insieme tipo da sempre diciamo, avevo 12 anni (Aimone) quando ho iniziato a suonare con Jacopo e ora ne ho 36, quindi è passato un po’ di tempo. Siamo partiti bene perché era l’unica band che abbiamo fatto ai tempi solo per per star bene, per goderci la sala prove, per goderci l’ambiente della jam quando sei lì a suonare.

Perché tutte le altre che avevamo ai tempi erano band per sfondare, per farcela, per riuscirci e questa è una gran cazzata: perché se c’è un consiglio che possiamo dare adesso arrivati a tutti questi anni di vita insieme è che la cosa migliore che puoi fare è trovare persone con cui parli bene, con cui sei trasparente, amici con cui ti puoi confrontare, puoi dirgli le cose che provi e queste cose diventano di dominio nostro, non pubblico, ma nostro insomma pubblico nel senso che non sono più soltanto tue private diventano degli altri e se hai delle spalle con cui fare questa cosa qui questo diventa uno dei tuoi punti di forza, una delle delle certezze della tua vita.

Quindi sicuramente mi sento di dire che siamo partiti bene nel senso che abbiamo scelto le persone con cui ci trovavamo meglio: non quelle più brave, quelle che potevano offrirci di più per un’eventuale percorso. Poi abbiamo anche dei caratteri e anche degli interessi complementari. In realtà perché ognuno di noi approfondisce di più una materia della band.

La recensione di “Hotel Esistenza”
faask hotel resistenza

L’album si apre con “Una Vita Normale“, un brano che trasporta l’ascoltatore a una fredda notte torinese, catturando la tensione tra il desiderio di una vita fluida e l’incertezza delle relazioni. L’immagine di mani congelate e il suono di un motore che si accende introducono un tema chiave dell’album: la ricerca di una normalità che, però, appare sfuggente e illusoria. L’invito è a riconoscere che ogni vita è unica, anche nella sua apparente ordinarietà.

Con “Quasi l’Universo“, i FASK esplorano la complessità delle relazioni umane. Riferendosi a Walt Whitman, il brano sottolinea come solo attraverso la connessione con gli altri possiamo avvicinarci alla vastità dell’universo emotivo. Musicalmente, il pezzo rispecchia l’influenza del rock americano, con atmosfere che ricordano band come The Killers e War On Drugs, trasportando l’ascoltatore in un viaggio tra introspezione e scoperta reciproca.

Festa” racconta l’alienazione moderna con l’ironia degli esordi dei FASK. Descrive la sensazione di trovarsi a una festa ripetitiva, incastrati in conversazioni vuote, troppo stanchi per divertirsi davvero. Musicalmente, il brano omaggia il sound di gruppi come Weezer e Pixies, con melodie accattivanti e cambi di dinamica repentini.

La riflessione sul senso di colpa emerge in “È Solo Colpa Tua“, che affronta il tema della crescita personale e delle aspettative esterne. Il brano si chiede se l’adulto debba abbandonare la spensieratezza giovanile o, piuttosto, cercare di conciliare desideri e realtà. L’influenza di band come Jimmy Eat World si avverte nel dinamismo del pezzo.

In “Brucia“, il tema del senso di colpa si allarga al contesto sociale. La rabbia giovanile viene paragonata alla passività adulta, ispirandosi agli eventi del movimento Black Lives Matter. Il brano invita a ritrovare quella voglia di reagire, con un sound che richiama l’urgenza espressiva di band come Nirvana e Refused.

Riviera Crepacuore” è un omaggio malinconico alla Riviera Adriatica, vissuta come luogo di vacanza durante l’infanzia, ora attraversato con distacco da adulti. Il contrasto tra il caldo ricordo estivo e l’inverno freddo e deserto sottolinea la nostalgia che accompagna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.

Con “Torna“, i FASK affrontano il tema dell’orgoglio nelle relazioni. La ripetizione insistente del ritornello “torna” diventa una sorta di preghiera laica, esprimendo la vulnerabilità di chi ammette di aver bisogno degli altri. La semplicità del testo si contrappone a una melodia malinconica che richiama la tradizione cantautorale italiana, ma con influenze internazionali.

Come No” riflette sulla difficoltà di dare un significato univoco all’amore, soprattutto quando la fiducia è spezzata. Musicalmente, il brano crea un’atmosfera incalzante, quasi ossessiva, con riff di chitarra e tastiere che rafforzano il senso di disorientamento emotivo.

In “Cielo“, si esplora il dolore della fine di una relazione, usando l’immagine dei fiumi che si separano dopo essersi incontrati brevemente. Il brano è delicato, con un semplice riff di pianoforte che riproduce l’angoscia della mancanza di connessione, evocando il tema della comunicazione interrotta.

Santuario” è il brano più intenso e doloroso dell’album, un ritratto crudo del naufragio di una relazione e della difficoltà di decidere se chiudere definitivamente. Con influenze shoegaze, il pezzo si sviluppa tra riff di chitarra ispirati a band come My Bloody Valentine, culminando in un momento di risveglio emotivo.

Dimmi Solo Se Verrai All’Inferno” chiude l’album con una riflessione sull’amore come forza capace di sfidare anche le situazioni più oscure. La canzone esplode nel ritornello, richiamando simbolicamente il tema dell’inferno interiore già presente nel primo brano, completando così un cerchio tematico che attraversa l’intero disco.

Il nuovo lavoro dei FASK unisce la solita scrittura profonda, che non ha paura di parlare anche di quelle emozioni un po’ più oscure a delle sonorità più complesse. Infatti forse grazie anche alle ultime esperienze dal vivo insieme ad un’orchestra, la gamma sonora è più ampia. In quest’album la necessità di raccontarsi a tutto tondo che da sempre li contraddistingue non viene a mancare, ma il loro percorso di crescita artistica gli ha permesso di ampliare la loro tavolozza di colori. Non ci resta che ascoltare i FASK dal vivo nel loro “Festa Tour 2024“!

a cura di
Luca Nicolini

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Luca Nicolini

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