Nils Frahm – Teatro Duse, Bologna – 28 maggio 2024

Nils Frahm – Teatro Duse, Bologna – 28 maggio 2024
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La prima data in Italia di Nils Frahm ha avuto luogo al Teatro Duse di Bologna con uno spettacolo multisensoriale

È martedì 28 maggio e le porte dello storico Teatro Duse si aprono all’intimo pubblico, vagamente radical chic a giudicare dalle Birkenstock, del compositore tedesco Nils Frahm. Il teatro è il luogo ideale per il musicista, in particolare il Duse, che raccoglie intorno all’apparato di strumenti a molti ignoti, persone che amano rilassarsi in questo modo.

Lo show consiste in un gioco di luci soffuse e ombre, mentre Frahm si adopera a far suonare tutti gli strumenti in contemporanea, ricreando ambienti naturali, immagini oniriche, con brani distesi e faticosi a livello tecnico e concettuale.

Ogni tanto, dopo fragorosi applausi, si rivolgeva al pubblico, che, divertito dal suo umorismo accetta la sua richiesta bizzarra: fare versi di animali che avrebbe registrato ed inserito all’interno di un brano. Inutile sottolineare che questa operazione di “patchwork” ha fatto impazzire la platea.

Nils Frahm, a questo proposito. non è soltanto un musicista, è tanto altro. È come un cuoco che è concentrato su tante preparazioni nello stesso momento, è un pilota che alza e abbassa levette di cui nessuno conosce la funzione, è un bambino che costruisce il suo micromondo fatto di lenzuola e giocattoli nella sua cameretta.

È solo, ma la sua solitudine consola. In una città come Bologna, che sembra più un paese dei balocchi, in cui le persone che ci vivono sembrano accomunate dallo stesso spirito di socialità, Nils Frahm è l’esempio che il ritiro, l’introspezione, la solitudine non è angosciante.

L’atmosfera è sospesa, metafisica: il buio del teatro non ha dimensioni. I parametri dello spazio e del tempo si annullano. C’è solo una piccola lucina evanescente che illumina il palco a non fa perdere l’orientamento.

Anche l’assenza di una o più voci che accompagnino i brani aiuta a proiettare il pubblico in un altro luogo, fatto di suoni dolci, di calma, come giardini bagnati da goccioline di pioggia o accarezzati da un sole tenue in cui non c’è spazio per il dramma di questa vita. “Re” è uno dei brani che può riassumere questa immagine.

Conclusione

Il concerto di Nils Frahm è, dunque, una sinestesia: ogni senso viene coinvolto a discapito della vista che, oscurata dal buio, viene rimpiazzata dall’immaginazione. Uno spettacolo immenso anche se circoscritto in un piccolo teatro come il Duse. Ossimoro che, anche in questo caso, risulta frutto di un pensiero quasi filosofico, come se la sua musica intangibile non avesse barriere proprio perché incorporea.

Che questo articolo possa essere un ringraziamento a Nils Frahm.

a cura di
Benedetta D’Agostino

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Benedetta D'agostino

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