I Hate My Village – Locomotiv Club, Bologna – 22 maggio 2024

I Hate My Village – Locomotiv Club, Bologna – 22 maggio 2024
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Quale luogo migliore per presentare un disco se non quello in cui è stato prodotto? Gli I Hate My Village suonano per la prima volta i pezzi di “Nevermind the tempo” al Locomotiv di Bologna che fa per loro da club e da studio di registrazione

Gli I Hate My Village portano con sé tutti i pro e i contro dell’essere una band formata da membri di gruppi rinomati a livello nazionale per la qualità della loro discografia. L’abbinamento del concetto di professionalità al mondo dell’arte e della musica sembra quasi blasfemo, ma è innegabile, allo stesso tempo, l’estrema competenza musicale che attraversa sia il disco d’esordio omonimo sia “il giovane” “Nevermind the tempo”.

Dal vivo, lo scorso mercoledì, questa caratteristica si è fatta particolarmente sentire. Da un lato, l’accostamento dei brani dei due dischi ha evidenziato l’evoluzione sonora degli I Hate My Village che, anche con il passare degli anni, mantengono la loro devozione nei confronti della sperimentazione e della psichedelia. Allo stesso tempo, però, si è messa in mostra la differenza tra la struttura più astrusa dei pezzi precedenti e quella più classica di quelli nuovi. Per metà concerto, si è abbandonata la frenesia e l’eccessiva spontaneità di “I Hate my village” per delle canzoni più articolate, ma paradossalmente più immediate.

Dall’altro lato, si è fatta ben notare la spavalderia e “l’alienazione” di quattro artisti estremamente bravi nel proprio lavoro, ma altrettanto abituati ad un pregiudizio positivo da parte delle singole fanbase. Con un tessuto sonoro e un seguito del genere, si dà per scontata la reazione spropositatamente euforica del pubblico. Invece, per quanto i singoli giudizi fossero postivi, la sala è stata presa in causa da un’imprevista freddezza collettiva. È stato come se gran parte dei partecipanti si stesse annoiando, ma nessuno trovasse le parole o dei motivi oggettivi per spiegare la propria sensazione.

Effettivamente, ci sono stati vari tentativi di “rottura della quinta parete”, in particolare da parte di Alberto Ferrari che si rivela sempre e comunque il più anticonvenzionale dei frontmen. Probabilmente, il titolo “Nevermind the tempo”, oltre che da concept, fa anche da motto e da collante agli I Hate My Village creando una barriera con tutto quello che li circonda. Un confine che li protegge, ma li isola al tempo stesso.

a cura di
Lucia Tamburello

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Lucia Tamburello

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