“Dungeon Food”: quando Masterchef incontra “D&D”

“Dungeon Food”: quando Masterchef incontra “D&D”
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Dungeon Food riesce a mischiare due generi restituendo allo spettatore un’avventura semplice ma ricca di risate e comicità, dove la cucina diventa un mezzo di esplorazione e scoperta.

Dungeon Food è una serie anime tratta dal manga Dungeon meshi scritto e disegnato da Ryoko. L’adattamento anime è prodotto dallo Studio Trigger e viene distribuito internazionalmente da Netflix a partire dal 4 gennaio 2024.

Si tratta di un’opera che cerca di portare una ventata d’aria fresca nel panorama degli anime fantasy, andando a mischiare le componenti tipiche del gioco di ruolo Dungeon and Dragons con la cucina. La capacità di padroneggiare le abilità culinarie può determinare la riuscita o il fallimento delle spedizioni nel dungeon. Un anime ricco di comicità e leggerezza che sa unire perfettamente la passione per la cucina con quella per il genere fantasy e i giochi di ruolo.

Mostri e padelle

Dungeon Food si posiziona nel genere fantasy per eccellenza che segue le gesta di un gruppo di avventurieri decisi a salvare un compagno del proprio party.

A seguito di uno scontro con un drago rosso un membro della squadra, nonché sorella del leader, viene mangiata. Prima di finire nello stomaco della creatura però, Falin riesce a lanciare un incantesimo che salva i suoi compagni. Il fratello di Falin, Laios, sconvolto dall’accaduto decide di affrontare nuovamente il dungeon alla ricerca del drago rosso, sperando che la sorella non sia ancora stata digerita.

Siccome la maggior parte delle provviste sono rimaste nel dungeon insieme al drago rosso, la missione di salvataggio sembra un’impresa impossibile. Laios, però, suggerisce al gruppo di tentare di sopravvivere con ciò che il dungeon offre. Attraverso un libro di ricette il ragazzo mostra ai suoi compagni come potrebbero cibarsi dei mostri.

Gli altri membri del party Marcille, maga elfica, e Chilchuck, helfling scassinatore, si convincono grazie alla conoscenza di Senshi, un guerriero nanico. Questi, grazie alla sua esperienza decennale nel cucinare mostri e raccogliere cibo si rivela una risorsa estremamente utile per il party e la sua missione.

Da qui ha inizio l’avventura dei protagonisti decisi a salvare Falin e a scoprire chi si cela dietro il misterioso dungeon.

Fonte: Pinterest
Masterchef incontra D&D

Nonostante lo stampo prettamente fantasy dell’opera e il chiaro riferimento al celebre gioco di ruolo Dungeon and Dragons, in Dungeon Food il sale che esalta la narrazione è proprio la componente culinaria.

Il cibo e le capacità culinarie che ne derivano sono elementi fondamentali da padroneggiare per poter sopravvivere all’interno del dungeon. Ne è la prova il fatto che, all’inizio dell’anime, il party perde miseramente proprio perché non abbastanza “rifocillato” e carico di energie.

Inoltre, i combattimenti non mancano di certo, ma il tutto sembra essere guidato dalla curiosità dei membri del party di scoprire nuovi sapori e provare nuove ricette con i mostri sconfitti. Ovviamente il vero scopo della spedizione, come già detto, è salvare Falin, ma il viaggio non viene affrontato nel classico modo.

L’attenzione non è centrata sui combattimenti, piuttosto sulla volontà dei protagonisti di scoprire e studiare le caratteristiche dei mostri tramite la cucina. A suon di spadate e spadellate, i membri del party acquisiscono maggiore confidenza in battaglia. Grazie alla cucina il legame tra i protagonisti si fa sempre più profondo, evidenziando il valore del cibo sia come elemento che merita di essere valorizzato e non sprecato, sia per la sua potenza nell’avvicinare le persone.

A guardarlo viene solo fame

Per tutta la visione dell’anime è impossibile non avvertire una costante sensazione di fame associata ad un’eccessiva salivazione.

I disegni del cibo sono a dir poco incredibili, un tripudio di colori che riesce ad esaltare a pieno il sapore di un anime dedicato alla cucina. Nonostante lo stile semplice e stilizzato dell’anime, il cibo risulta avere una cura dei dettagli incredibile, come è giusto che sia. La cura dedicata alla preparazione delle pietanze non ha molto da criticare. Riesce a trasmettere a pieno l’amore per la cucina e la curiosità di scoprire nuovi sapori.

L’animazione durante le scene di preparazione del cibo sono curate nei minimi dettagli, come in un episodio di un reality show come Masterchef.

Una serie nel chill

Non si tratta sicuramente di un’opera da tappeto rosso: Dungeon Food si posiziona come serie anime leggera e che non richiede troppo impegno nella visione. I dialoghi sono semplici e ricchi di comicità e l’azione non domina la narrazione, che si concentra maggiormente sull’elaborazione di tecniche per sconfiggere i propri nemici.

I combattimenti lasciano più spazio all’elaborazione di una ricetta per cucinare i mostri. Non mancano sicuramente i momenti movimentati, ma non rappresentano un elemento centrale di Dungeon Food. La storia all’inizio può sembrare scontata ma, una volta ingranato, la caratterizzazione dei vari personaggi si fa sempre più fitta e alcuni dubbi vengono instillati nello spettatore.

Si garantisce così un buon dosaggio tra leggerezza, comicità e colpi di scena interessanti.

Fonte: www.polygon.com
Apprezzare ciò che ci viene offerto

Dungeon Food, nonostante la sua volontà di essere un’opera principalmente leggera e comica, riesce comunque a garantire una buona dose di riflessione.

I personaggi imparano ad apprezzare ciò che viene offerto dal dungeon, giocando d’astuzia e creatività. Non si tratta di accontentarsi, bensì di dare valore a qualcosa grazie alla propria capacità di adattarsi alle avversità. Il cibo è un bene prezioso che va trattato con cura e attenzione e che può anche essere frutto dei nostri sforzi.

Dungeon Food è una serie anime che cattura lo spettatore grazie al suo stile semplice ma efficace, con disegni incredibili e animazioni ben curate. Una visione adatta a tutti nonostante il genere fantasy possa risultare limitante, in cui il fattore culinario riesce a portare un equilibrio che la rende una serie che può facilmente essere apprezzata anche da chi non bazzica questo genere.

a cura di
Lorenzo De Bonis

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Lorenzo De Bonis

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