Sum 41 e l’ultimo saluto: l’addio con “Heaven X Hell”
È uscito lo scorso 29 marzo l’ultimo lavoro che mette fine a quasi 30 anni di carriera dei Sum 41, “Heaven X Hell”
Era l’8 maggio 2023, quando i Sum 41 sui loro social, con un semplice post, hanno spezzato il cuoricino di mille mila fan sparsi un po’ in tutto il mondo. Dopo 27 anni, Deryck Whibley, Dave Baksh, Jason McCaslin, Tom Thacker e Frank Zummo hanno annunciato il loro scioglimento. Non tutto è ancora finito: infatti, prima di ritirarsi, i Sum 41 salutano i loro fan con il loro nuovissimo album “Heaven X Hell” e un tour mondiale.
Un doppio album composto da 20 tracce. Un doppio viaggio tra paradiso e inferno. Un dualismo che ripercorre perfettamente anche questi quasi 30 anni della band canadese. Il punk rock dei primi anni, che li ha tenuti nel paradiso delle band più interessanti dei primi anni 2000, e l’alternative metal degli ultimi anni, cupo e trasgressivo come l’inferno.
Heaven
I Sum 41 ci fanno varcare le porte del paradiso con 10 brani pop punk. . Ad aprire l’album, “Waiting on a Twist of Fate”, energico, calzante, che ricorda i primi lavori della band, come “All Killer…” e “Does This Look Infected?”. Gli stessi ricordi, continuano ad affiorare grazie a “Landmines” e “I Can’t Wait”
Fa un po’ da spartiacque la quinta traccia, “Time Won’t Wait” con un tono più basic e pop. Da qui si inizia a capire che il giro nel paradiso sta arrivando alla fine. Sonorità più cupe iniziano ad incalzare con la chitarra di “Future Primitive”, la malinconia di “Dopamine”, l’old school di “Not Quite Myself” e di “Bad Mistake”.
A concludere questa paradisiaca gita, la divertente ed energica “Jhonny Libertine”, perfetta per un bellissimo pogo sotto palco durante il tour mondiale, e la ballad “Radio Silence”.
Hell
I Sum 41 ci portano giù negli inferi e ci accolgono con una folgorante “Preparasi a salire” (errore o voluto?). Chi sperava in una nuova “Ma poubelle”, ma sfortunatamente solo il titolo è in italiano. E da qui le sonorità cambiano: quale modo migliore nell’inferno con un po’ di incazzoso metal? I testi diventano più introspettivi e tormentati, in perfetta sintonia con le nuove melodie, anche se non spiccano come nelle prima parte di album.
“Rise up” e “Stranger in these times” continuano a fare l’occhiolino un po’ al pop punk appena lasciato indietro. “I Don’t Need Anyone” e “Over the Edge” si riallacciano più facilmente all’ultimo disco del 2019. “You Wanted War” risulta forse quella più energica e più legata a “Chuck”.
Scelta un po’ strana quella di inserire nell’album di addio una cover. Ma “Paint It Black” riesce perfettamente a rendere omaggio agli Stones, regalandoci un piccola perla come ultimo saluto. E con “It’s All Me” e “How the End Begins”, finisce questo viaggio all’inferno. E che conclusione! Aggressivi e gloriosi.
Un addio dolceamaro
“Why doesn’t anything good ever last?”
I Sum 41 ci salutano con una domanda, struggente, malinconica, ma che ti fa sorridere al ricordo di questi 28 anni insieme a loro. È un detto che ci risuona nelle orecchie sin da quando siamo bambini. Anche le cose belle, purtroppo finiscono. E non sempre è facile da accettare.
Soprattutto quando si tratta di una band, che ti accompagna da quando sei un adolescente. Quante volte abbiamo ascoltato “Chuck” e ” Screaming Bloody Murder” nelle cuffiette a volume altissimo?
Salutare i Sum 41 non è semplice, ma almeno è un saluto meno doloroso di altri, perché ci hanno regalato un buon album, che non sarà un successo, ma “Heaven X Hell” rimarrà comunque nei nostri cuori.
Ora asciughiamoci le lacrime, continuiamo ad ascoltarlo e prepariamo a questo grandissimo tour di addio!
a cura di
Martina Giovanardi
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