Sciopero 8 marzo a Rimini: i contributi e le dichiarazioni

Sciopero 8 marzo a Rimini: i contributi e le dichiarazioni
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Una bellissima piazza quella che ha animato lo sciopero transfemminista dell’8 marzo a Rimini.

Tanti i contributi portati durante lo sciopero che ci restituiscono la necessità di non fermarci a questa data ma continuare a costruire percorsi collettivi di liberazione davanti all’oppressione di sistemi intrecciati come quello patriarcale, colonialista, capitalista, suprematista e razzista, che si nutrono a vicenda e riproducono confini e gerarchie che rendono solo alcune vite degne di essere vissute.

E’ anche per questo continuiamo a gridare: STOP AL GENOCIDIO IN PALESTINA

Insieme siamo più forti, non è solo uno slogan!

Queste le dichiarazioni di Non una di Meno Rimini

Quanto valgono le nostre vite? Quanto valgono le vite delle soggettività che non rientrano nel progetto “Dio, Patria e Famiglia” di questo Governo? Il nostro tempo? Il lavoro che in questo tempo possiamo svolgere? POCO. QUASI NIENTE, per coloro che ci sfruttano e ci opprimono. TANTISSIMO per noi. Vogliamo tornare a ribadire che se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!

Scioperare l’8 marzo significa manifestare il dissenso alle politiche familiste, razziste e nazionaliste promosse dalle destre in Italia e a livello globale, che alimentano sfruttamento e violenza.

Noi non accettiamo la progressiva erosione del welfare, resa evidente dallo smantellamento e dalla privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, dalla chiusura dei consultori pubblici e dallo sgombero di quelli autogestiti. Non accettiamo la cancellazione del reddito di cittadinanza, la cui platea era a maggioranza femminile, la costante precarizzazione abitativa, la difficoltà di accesso ai servizi e il sovraccarico del lavoro di cura gratuito e malpagato, che pesa soprattutto su donne, lesbiche, froce, persone bisessuali, trans, queer, intersex, asessuali, su persone povere, anziane, migranti e seconde generazioni, con disabilità, minori, sexworkers e detenute.

Precarietà e sfruttamento caratterizzano da sempre il lavoro sociale, un settore altamente femminilizzato, in particolare nei campi dell’inclusione scolastica e dell’accoglienza/marginalità adulta.

Lo vediamo nel moltiplicarsi di CPR e nel c.d. decreto Cutro, che continuano a ridurre la libertà di movimento delle persone migranti e a intensificare il ricatto del permesso di soggiorno e di un lavoro sfruttato, sempre più povero e mancante di tutele.

Lo vediamo nella “scuola del merito” che trasforma il diritto allo studio per tuttə in un privilegio per pochə, mentre vengono precarizzatə sempre più le condizioni lavorative di maestrə, insegnanti, ricercatorə ed educatricə. 

L’8 Marzo si è scioperato per questo, perché crediamo e lottiamo per una società in cui il rispetto dei diritti non debba dipendere dal genere, dal reddito o dal luogo di nascita.

Perché i lavori di cura, assistenza e di educazione vedono una grande prevalenza di lavoratrici donne, e l’ampliamento e il rispetto dei diritti e la lotta a qualsiasi forma di violenza (fisica, culturale e strutturale) di genere, si realizza anche attraverso il miglioramento delle condizioni professionali e della professionalità delle lavoratrici.

Perchè non si chiedono privilegi ma diritti. Diritti e possibilità di autodeterminazione, per tuttə.

Scioperare contro il patriarcato significa reclamare anche l’immediato cessate il fuoco su Gaza per fermare il genocidio, la fine dell’apartheid e dell’occupazione coloniale in Palestina.

Insieme siamo più forti non è solo uno slogan!

a cura di
Sara Alice Ceccarelli
foto di copertina di
Millisent

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Sara Alice Ceccarelli

Giornalista iscritta all’ODG Emilia Romagna si laurea in Lettere e Comunicazione e successivamente in Giornalismo e Cultura editoriale presso l’Università di Parma. Nel 2017 consegue poi un Master in Organizzazione e Promozione Eventi Culturali presso l’Università di Bologna e consegue un attestato di Alta Formazione in Social Media Management presso l'Università di Parma. Ama il giallo e il viola, possibilmente assieme e vive in simbiosi con il coinquilino Aurelio (un micetto nero). La sua religione è Star Wars. Che la forza sia con voi.

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