Il male non esiste: un enigmatico eco-racconto

Il male non esiste: un enigmatico eco-racconto
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Ryu Hamaguchi ne Il male non esiste porta un’oscurità all’interno della bellezza incontaminata della natura

Personaggi

Il male non esiste di Ryu Hamaguchi è un dramma complesso, un film che termina in un oblio opaco e perturbante.
Apparentemente una storia semplice sul tema del capitalismo d’impresa che devasta l’ambiente: Il protagonista Takumi vive con la giovane figlia Hana in un villaggio incontaminato e in questo, che si potrebbe definire un perfetto locus amoenus delle periferie di Tokyo, si nasconde un rifugio per i cervi. Takumi si guadagna da vivere come il tuttofare del paese: taglia la legna e raccoglie l’acqua limpida di un ruscello in bidoni per un ristorante di noodle locale per il quale è un ingrediente essenziale.
Takumi è preoccupato per dalle ultime vicende che minano la salvaguardia del territorio, come rumori di spari di persone che cacciano nelle vicinanze.
Inoltre, le preoccupazioni si intensificano considerando le decisioni di una società di Tokyo che ha acquistato un’ampia porzione di terreno nelle vicinanze, con l’intenzione di trasformarlo in un sito di glamping per i turisti della città.

Trama


Si svolge assemblea cittadina che questa società organizza per ascoltare le preoccupazioni dei residenti, rivelando che la fossa settica del sito proposto avvelenerà la rete idrica.
Questa società ha fretta di garantirsi le sovvenzioni governative post-pandemia e risulta essere in realtà del tutto indifferente alle preoccupazioni dei locali.
I due funzionari, che ascoltano le motivazioni preoccupate dei cittadini, si muovono inizialmente in base agli interessi dell’azienda; tuttavia, si rivelano infelici e colpevoli per quello che fanno, soprattutto per il piano dei loro datori di lavoro di offrire a Takumi un lavoro da “custode” nel campeggio.
Tale senso di colpa è evidente nella scena di dialogo durante il viaggio in auto nel quale si rivelano esseri umani vulnerabili ed uno di essi sembra quasi avere un’illuminazione di un cambio vita radicale (apprezzando la veridicità e la semplicità della figura di Takumi).
Da qui, la storia diventa più sfumata e complicata, il panorama di una battaglia silenziosa del villaggio dalla trama oscura.

Trailer
Tecnicismi

Il regista Hamaguchi presenta spesso sequenze prolungate di personaggi durante la loro vita quotidiana e le inquadrature di Takumi e Hana che camminano nel bosco vengono riprese con un movimento fluido della macchina da presa per un tempo altrettanto lungo.
Tuttavia, il film è coinvolgente e non si lascia spazio a momenti veramente vuoti perché ogni inquadratura ha uno scopo.
La sceneggiatura di Hamaguchi si affida a diverse forme di dialogo per aumentare la tensione.: basti pensare alla cordialità degli abitanti del villaggio contrapposta alla sequenza della riunione cittadina nella quale il dialogo è acceso, senza pause. In tale bilancio aree di silenzi e dialoghi, Hamaguchi aumenta il pathos non rivelando fino in fondo la tensione finale di questo arco narrativo intrigante e mistico.

Il male esiste davvero?

Siamo di fronte ad un finale inaspettato e ci chiediamo se ha davvero senso dopo l’apparente elogio alla quotidianità e alla natura. Tuttavia potevamo aspettarci di sprofondare nell’abisso di una oscurità travolgente, i riferimenti al male li abbiamo dal dialogo liberatorio dei due funzionari e dai presagi di morte alla vista della piccola Hana.
Il male non esiste è una storia di divisione tra persone di diversa estrazione sociale, politica e morale che affrontano problemi del tutto inconciliabili. Crediamo esista il male nelle azioni delle altre persone, ma siamo davvero convinti in questa divisione netta in questa di questa contrapposizione labile tra il bene ed il male? Il punto di vista è soggettivo e la relatività delle vicende si conclude, in tale battaglia, nella sconfitta di tutti.

a cura di
Fortunato Neve

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