Tokyo Sonata: Un dramma familiare fa da ombra al capitalismo

Tokyo Sonata: Un dramma familiare fa da ombra al capitalismo
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Capolavoro dell’ormai consolidato regista Giapponese, “Tokyo Sonata” è un’avvincente esplorazione delle relazioni familiari, delle aspettative sociali e della ricerca della realizzazione personale

Kurosawa Kiyoshi è annoverato tra i registi Giapponesi di maggior successo internazionale, grazie alla sua spiccata capacità di trasporre le piccole dinamiche della società contemporanea giapponese nello specchio di una lente ben più grande, intaccando tematiche sociali che riguardano gran parte del mondo contemporaneo.

In questo articolo approfondirò la sua opera maggiore (quantomeno sul piano dei riconoscimenti e dell’accoglienza ricevuta dal film), Tokyo Sonata, film del 2008 che presenta però toni sempreverdi, in quanto critica di un sistema capitalistico che, in qualsiasi direzione temporale si punti lo sguardo, rimane tanto presente quanto controverso.

Personaggi

La pellicola gira intorno le vicende di una famiglia che appare in un primo momento quanto più normale possibile in questa realtà: Ryūhei, padre e patriarca, si impone all’interno delle mura domestiche in maniera autorevole, ignorando le esigenze e le emozioni della propria moglie e dei propri figli; Megumi, nonostante le buone intenzioni non riesce a scrollarsi di dosso il ruolo sottomissivo che un matrimonio fondato puramente su basi opportunistiche le ha conferito, finendo per assecondare passivamente il fare del marito; i figli Kenji e Takashi, nonostante una buona capacità nel comportarsi educatamente a casa, finiscono per riversare poi all’esterno le ribellioni causate dalle svariate iniziative stroncate dal proprio padre.

Questa apparente normalità di una classica famiglia di media classe è stroncata fin dall’inizio del film: la prima scena segue il licenziamento del padre di famiglia Ryuhei, fino a quel momento diligente impiegato di un’azienda che decide però di sostituirlo con dei nuovi arrivati provenienti dalla Cina, molto più economici e pratici da impiegare nell’azienda.

Trama

Già nelle prime scene del film lo sfondo presentato racchiude il nocciolo del film: siamo nella Tokyo contemporanea e ultracapitalista costretta a fare i conti con la crisi in seguito allo scoppio della bolla degli anni 90′ e al conseguente periodo di stagnazione economica.
Ryuhei è solo uno dei tanti dipendenti necessari ma non indispensabili e lo ritroviamo ora dopo il licenziamento ancora con il suo completo e la valigetta da lavoro in mano, aggrappandosi a quello status mediocre che però sembra imprescindibile per rimanere a galla in una società che non concede vie secondarie.
Incapace di mostrare il proprio fallimento e allo stesso tempo di accettare un’offerta di lavoro qualitativamente inferiore nasconderà il proprio licenziamento, finendo per vivere quasi una vita parallela alle spalle della famiglia.


Questa è solo il primo di una serie di segreti che porteranno i membri della famiglia ad allontarsi: Kenji, il figlio minore, in seguito a un categorico divieto da parte del padre, prenderà di nascosto lezioni di piano; Takashi, universitario ma annoiato da una costante insoddisfazione e incertezza esistenziale, è veramente poco presente all’interno della casa e inizierà di nascosto a compilare le procedure per arruolarsi nell’esercito Americano. Megumi, nonostante sia cosciente che il suo ruolo in quanto madre e moglie sia quello di tenere unita la famiglia, non riesce comunque a trovare la forza necessaria per superare questi avvenimenti e finisce per rimanere inerme davanti allo sgretolamento della famiglia.

Conclusione

Nel momento di massima drammaticità del film svariati eventi porteranno ogni singolo membro a vivere un’esperienza che scatenerà il picco della loro inquietudine esistenziale; in questo frangente ognuno di loro si troverà il più lontano possibile dalla propria casa, ma nonostante un’iniziale voglia di resettare la propria vita fino a quell’istante e ricominciare da zero, verranno colpiti da un’epifania, che li riporterà tutti verso quel nido familiare che per quanto disfunzionale si rivela essere l’unico posto in cui possono e devono tornare.

L’esplorazione dell’identità, dell’impatto delle difficoltà economiche e della ricerca di uno scopo individuale risuona universalmente in questa “Tokyo Sonata”, rendendolo un toccante commento sulla condizione umana. L’abilità di Kurosawa di fondere quadri sociali e drammi familiari intimi si traduce in un film che resta nella mente dello spettatore, invitandolo a riflettere sulle complessità della vita moderna e sulla ricerca della realizzazione personale.

A cura di
Simone Endo

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