“Tartarughe Ninja: Caos Mutante” – Un classico secondo Seth Rogen

“Tartarughe Ninja: Caos Mutante” – Un classico secondo Seth Rogen
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Il 30 agosto uscirà nelle sale italiane Tartarughe Ninja: Caos Mutante, una produzione Nickelodeon Film e distribuzione Paramount Pictures, che riprende e rielabora la storia classica delle quattro tartarughe di New York strizzando l’occhio allo Spider-Verse

Chiudete gli occhi, tornate per un momento bambini e pensate ai cartoni che hanno riempito la vostra infanzia. Certamente per molti di voi nella memoria saranno scolpite quattro tartarughe amanti della pizza che vivono nelle fogne di New York e, come diceva la sigla, tutte ninja.

A ridare vita ai nostri ricordi ci pensano Seth Rogen e Evan Goldberg che, a quattro mani, rielaborano la storia classica, portando sul grande schermo la “nuova versione” di Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo.

La sensazione in sala, da parte di tutti, è quella di un’attesa frizzante che, dentro i più grandi, si trasforma nella speranza per quello che da lì a breve verrà proiettato: una pellicola che non deluda, ma che faccia uscire dal cinema col sorriso. Mentre per i più piccoli potrebbe essere invece l’inizio di una grande storia d’amore.
Sarà veramente così?

Piacere a se stessi, prima di piacere agli altri

La pellicola riscrive la storia della nascita della tartarughe, mantenendosi comunque abbastanza aderente al fumetto del 1984. La mutazione dei quattro protagonisti avviene sempre grazie ad un liquido, ma il liquido non cade nelle fogne a causa di un incidente stradale. Lo scenziato Baxter Stockman ha creato l’agente mutogeno perché vorrebbe una famiglia ma l’azienda per cui lavora non è d’accordo e vuole impossessarsi della sua scoperta, così durante questo scontro una fiala cade e finisce nelle fogne.

Passati quindici anni, le tartarughe, allevate dal topo Splinter a pizza e arti marziali, sono ormai degli adolescenti che, nonostante siano stati cresciuti con l’idea che gli umani siano una minaccia, vorrebbero vivere in mezzo a loro, essere accettati e riconosciuti come eroi. Grazie all’incontro/scontro con April O’Neil (per l’occasione ragazza liceale con la passione per il giornalismo) potrebbero riuscirci, cercando di sconfiggere il supercattivo di New York ed uscendo così allo scoperto.

Da questo incontro nascono una serie di peripezie che condurranno i nostri eroi in giro per le strade della Grande Mela alla scoperta di altri come loro, in un percorso che, come nella stragrande maggioranza dei Mutant Movie, li porterà a capire che prima di essere accettati dagli altri bisogna accettare se stessi con pregi e difetti.

Un cast stellare, un doppiaggio italiano dai due volti

Due i pregi fondamentali della pellicola: il primo è senza dubbio l’utilizzo di un cast d’eccezione nella versione originale che ha dato vita ai vari protagonisti. Si va da Giancarlo Esposito nei panni dello scenziato Baxter Stockman (il creatore del liquido mutogeno) a Jackie Chan nei panni di Splinter, passando da Ayo Edebiri (April O’Neil), Ice Cube (il cattivo Mosca SuperFly), fino ad arrivare a Paul Rudd, Post Malone, John Cena e Rose Byrne.

La versione italiana perde invece un po’ di mordente, forse per la scelta errata di alcuni talent che, seppur bravi nel loro lavoro, hanno prestato la voce per personaggi a loro non aderenti, rendendo – in certe scene – il doppiaggio quasi macchiettistico. Tuttavia, nella traduzione italiana ci sono molti giochi di parole e qualche battuta spinta che strizzano l’occhio ai più grandi, e sarà interessante vedere la loro versione in lingua originale per apprezzarle a pieno!

L’animazione il vero fiore all’occhiello

Il vero punto di forza della pellicola è senza dubbio la tecnica d’animazione utilizzata (sulla falsa riga di quanto fatto da Sony con Spider-Verse), ottenuta mediante un disegno che richiama apertamente i graffiti e lascia il tratto grezzo dei bozzetti, appagando gli occhi di tutti e coinvolgendoci ancora di più nella storia.

Alla parte visiva si aggiunge una colonna sonora di assoluto valore firmata da Trent Reznor e Atticus Ross (già creatori della colonna sonora di Soul), che ci fa capire quanto questa pellicola non sia solo un’operazione commerciale, ma qualcosa di più. 

Pensato principalmente per un pubblico giovane, il film si rivolge, dunque, anche ai più grandi grazie alla sceneggiatura di Rogen e Goldberg e a questa colonna sonora!
Il biglietto da visita perfetto per il divertimento di un pubblico trasversale, in grado di diventare col tempo un cult al pari del primo film del 1993.

Promosso o bocciato?

Il film sicuramente calca l’onda dell’animazione “graffiti” aperta da Sony con Spider-Verse e I Mitchell contro le Macchine, conferendo alla pellicola una resa visiva “sporca”, perfetta per la città di New York e per i quattro protagonisti della pellicola.

La sceneggiatura, il doppiaggio originale e la colonna sonora sono il plus che eleva questa pellicola, collocandola tra i film assolutamente da vedere in un momento dove Barbie e Oppenheimer stanno facendo man bassa di biglietti staccati, facendo sorridere i più piccoli e portando alla memoria dei più grandi dolci ricordi d’infanzia.

La lunghezza del film è il giusto compromesso per non scontentare nessuno, facendo uscire tutti col pensiero che un sequel sia assolutamente necessario.

E, se ve lo state chiedendo: sì, c’è una scena dopo i titoli di coda.

a cura di
Andrea Munaretto

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Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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