Romantiche: la recensione dell’esordio alla regia di Pilar Fogliati

Romantiche: la recensione dell’esordio alla regia di Pilar Fogliati
Condividi su

Pilar Fogliati è un’attrice dalle doti camaleontiche, famosa per le sue spassose imitazioni della parlata romana che passano dal Parioli a Villa Borghese, senza dimenticare i radical chic di Roma Centro. Con “Romantiche” porta al cinema una storia ad episodi, interpretando quattro donne diversissime per cultura ed estrazione sociale, ma tutte alle prese con problemi e le paure tipiche della generazione dei Millennial di cui fanno parte. Il risultato è una commedia fresca e divertentissima che non manca di interessanti spunti di riflessione. “Romantiche” è al cinema dallo scorso 23 Febbraio.

Sicuramente qualcuno di voi avrà visto il video “I dialetti romani” divenuto virale nel 2019 (qui il link), che vedeva la giovane Fogliati imitare alla perfezione le diverse sfumature della parlata romana. Oltre all’effetto comico istantaneo dato dalla performance, si notava già allora la bravura dell’attrice nel mettere a fuoco con precisione una galleria di personaggi subito riconoscibili.

Verrebbe spontaneo poi guardando il film accostare Fogliati a un certo filone della comicità al femminile composto da grandi nomi come Sabina e Caterina Guzzanti, Paola Cortellesi o Virginia Raffaele. Tuttavia Pilar, classe 1992, oltre che a eccellere nella comicità in senso stretto è una millennial in piena regola, e i suoi personaggi faranno ridere lo spettatore medio quanto provocheranno nei nati tra il 1985 al 1995 un’immedesimazione istantanea.

Chi nella propria vita non ha mai incontrato una come Eugenia, fuorisede palermitana residente al Pigneto, che a Roma cerca il successo ma soprattutto sé stessa, o Uvetta, nobile trasognata e naïf sempre in viaggio per mete da sogno? Pe non parlare di Tazia, pariolina aggressiva che, come dice la psicoterapeuta (interpretata da una bravissima Barbora Bobulova), ha il vizio di “anticipare i pensieri degli altri”? Anche la semplice Michela, esperta in calzature uomo-donna-bimbo della provincia, trova facile accesso ai nostri cuori: forse il personaggio più autentico raccontato.

Da sinistra: Tazia, Eugenia, Uvetta e Michela
Romantiche, una commedia che è la fotografia di una generazione

Potremmo quindi essere tentati di definire “Romantiche” come un compendio delle doti istrioniche di Fogliati, ma sarebbe riduttivo. Il film è soprattutto una fotografia precisa delle difficoltà che i trentenni di oggi si ritrovano inevitabilmente ad affrontare nei loro percorsi di vita. Quegli stessi trentenni cresciuti negli anni ’90 con la convinzione che tutti i loro sogni sarebbero stati realizzabili (ovviamente, a torto).

La pellicola fortunatamente non si limita a descrivere il disastro ma lo rende umano, addolcendolo, facendo largo uso di un ironia spiritosissima e quanto mai on-point nel prendere in giro le piccole debolezze e le manie delle sue protagoniste. Nonostante poi alcune delle donne ritratte abbiano a parere di chi scrive delle caratteristiche respingenti (soprattutto Tazia in alcuni passaggi), nessuna di esse si riduce a macchietta, ma mantiene una tridimensionalità di fondo che le rende quantomeno interessanti.

Tutte queste caratteristiche (e altre che vi invitiamo a scoprire andando in sala), fanno di “Romantiche” un’ottima opera prima, un film da vedere e rivedere per l’intrattenimento garantito che la pellicola offre, ma anche per l’interessante analisi della generazione dei millennials, che sicuramente non sfuggirà allo spettatore più attento. Da non perdere!

a cura di
Marco Manto

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE – “La legge di Lidia Poët”: recensione della miniserie riguardante una grande donna
LEGGI ANCHE – Marcel the Shell: un esperimento da Oscar
Condividi su

Marco Manto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *