Jethro Tull – Teatro Europauditorium, Bologna – 14 febbraio 2023

Jethro Tull – Teatro Europauditorium, Bologna – 14 febbraio 2023
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Jethro Tull arrivano a Bologna con the “Zealot Gene”: un album complesso dai significativi rimandi biblici

La storica prog band britannica torna in Italia con “The Zealot Gene”, pubblicato il 28 gennaio 2022. Il disco è stato descritto dal cantante Ian Anderson come un insieme di metafore e confronti biblici.

L’esibizione

Alle ore 21:00 il palco dell’EuropAuditorium di Bologna è calcato dagli immensi, anche se discontinui, Jethro Tull di Ian Anderson che rompono il ghiaccio con “Nothing Is Easy”.

Preoccupante è stato il differente registro vocale di Ian, che per colpa di una broncopneumopatia cronica ostruttiva, si fa più drammatico e tetro. Questo però non è per forza un difetto, infatti i testi si fanno più intensi ed espressivi. Importante è stato anche il contributo degli altri membri del gruppo che, grazie anche all’acustica del teatro, ha garantito un totale coinvolgimento del pubblico.

I racconti biblici di “The Zealot Gene” svelano, con ironia e con l’interpretazione di cantastorie, le emozioni viziose e virtuose degli uomini, immutate nei secoli, paragonate ad alcuni episodi dei Vangeli.

Sotto il piano squisitamente strumentale, invece, ci troviamo davanti ad un’opera non meno complessa delle precedenti: il flauto saltellante è sostenuto dalla ferrea distorsione della chitarra e dalla tastiera cinguettante che, per alcuni, non certamente per la loro fanbase di vecchia data, potrà apparire démodé per i nuovi standard, ma Ian e la sua band non sembrano mai aver strizzato l’occhio alle necessità del mercato.

Questa intellettualità, inoltre, non è pedante o tendenziosa: i loro album sono molto più melodici rispetto ai dissonanti celebri dello stesso panorama. Rimane il fatto che non vengono risparmiati i virtuosismi progressivi che si concretizzano in “The Betrayal Of Joshua Kynde”, “Where Did Saturday Go?”, “Three Loves, Three” e “In Brief Visitation” dove un “orgasmico” climax concettuale avrebbe ubriacato il teatro se solo le avessero portate sul palco.

Anderson, comunque, è il protagonista indiscusso del progetto band in cui numerosissimi musicisti si sono alternati e, anche nel caso di questo disco, la band fa un passo indietro, limitandosi all’esclusivo arrangiamento.

jethro tull
I brani

Con lo sfondo di cortometraggi dadaisti apre l’esibizione “Mrs. Tibbets“, una parabola biblica ispirata alla madre del pilota del Enola Gay che, sottovalutata la gravità dell’azione che stava per compiere, sganciò la prima bomba atomica.
Segue la polemica “The Zealot Gene” che si scaglia contro il fanatismo estremista degli zeloti che, con la loro incivile belligeranza, combatterono per l’indipendenza ebraica.
Mine Is The Mountain“è l’incontro tra Mosè e Dio durante la consegna delle tavole della legge sul monte Sinai.

Durante le digressioni strumentali sgomita tra gli strumenti il flauto avvolto dai nostalgici anni ’70, rievocati con orgoglio dalla tastiera, dagli accordi della chitarra e dai video sullo sfondo del giovane Ian che canta in sincro, non temendo nessun confronto con il passato.

Non sono mancati, infine, i loro inni che chiudono la serata: le celeberrime “Aqualung” e “Locomotive Breath” che hanno permesso di emozionare chi, per questioni anagrafiche o di altro genere, ha potuto ascoltarle dal vivo solo in questa occasione.

Scaletta
  1. Nothing Is Easy
  2. Cross-Eyed Mary
  3. With You There to Help Me
  4. Sweet Dream
  5. We Used to Know
  6. Wicked Windows
  7. Holly Herald
  8. Clasp
  9. Mine Is the Mountain
  10. Bourrée
  11. Heavy Horses
  12. The Zealot Gene
  13. Warm Sporran
  14. Mrs Tibbets
  15. Dark Ages
  16. Aqualung
  17. Locomotive Breath
  18. The Dambusters March

a cura di
Benedetta D’Agostino

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Benedetta D'agostino

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