La Storia e Io: “L’arte della gioia”

La Storia e Io: “L’arte della gioia”
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“La felicità è un diritto”. Sí, Carlo, come il pane, l’acqua, il sole.

L’arte della gioia di Goliarda Sapienza è un libro che oscilla tra l’auto-biografia di fantasia e il romanzo di formazione, ma non manca di riportare fatti storici e ideali ben delineati. Oltre all’intreccio della trama è estremamente interessante anche la sua storia editoriale.

Sapienza lo scrive, infatti, nella Roma affollata degli anni Settanta ma non riesce a farlo pubblicare fino al 1994. Ne esce però solo una parte, perché ritenuto troppo sperimentale ed immorale. Sono gli anni Settanta e la scrittrice parla, con estrema chiarezza, di aborto, relazioni omosessuali e del fallimento della nuova società che avrebbe dovuto regalare libertà e democrazia dopo il ventennio fascista e la seconda guerra mondiale.

L’arte della gioia viene interamente alla luce solo nel 1998, due anni dopo la morte della scrittrice, sempre edito da Stampa Alternativa ed in copie limitate, per poi essere ripubblicato nel 2008 da Einaudi e vivere una nuova ondata di riscoperta negli ultimi anni. Uscirà, infatti, nei prossimi mesi una serie TV ispirata al libro, prodotta da Sky e diretta da Valeria Golino.

Ma nemo propheta in patria” è un ritornello che non sbaglia mai. Se in Italia in passato è stato rifiutato ed ignorato ripetutamente da editori e lettori, è stato profondamente amato al pubblico estero. In particolare modo in Spagna, Germania e Francia. Non stupisce affatto perché, come ben dice Domenico Scarpa:

L’arte della gioia è qualcosa di più e di meno che un libro bello, è un libro memorabile, e i libri memorabili sono pochissimi, molti meno rispetto ai libri belli e anche riusciti. Un libro memorabile è semplicemente un libro che lascia il segno: con l’articolo determinativo. Quel segno che lascia è proverbiale mitologico insieme: ha il ruvido della saggezza quotidiana e l’alone del racconto sottratto al tempo. Non esiste processo chimico che possa separare i due elementi.

Goliarda Sapienza nella casa di via Denza, Roma, 1964. Archivio Sapienza Pellegrino

Come molte voci del passato quella di Sapienza ha il dolorosissimo pregio di risultare attuale. Lo è quando parla di politica, d’istruzione, di sessualità e di donne. Lo sguardo di Modesta, la protagonista, ci racconta in maniera feroce – come è lei – la realtà che la circonda a partire dai primi del ‘900 fino ad arrivare agli anni ’60.

Tra le pagine del libro e nelle sfumature di ogni personaggio, finiamo per cercare e trovare anche un po’ di Goliarda Sapienza. Il vissuto dei genitori socialisti, l’Accademia d’arte drammatica a Roma e poi la carriera come attrice con i grandi del neorealismo, come Visconti. Ed ancora l’esperienza in carcere, la depressione ed i tentativi di suicido.

Sullo sfondo sempre la Sicilia, con le sue coste ed il suo entroterra assolato, gli altri luoghi sono infatti solo squarci veloci nel racconto di Modesta, nonostante i numerosi viaggi in Italia e all’estero. E con la sua terra e la sua vita, ci racconta anche il passato del nostro paese e le ombre silenziate della Storia che leggiamo nei libri.

È facile innamorarsene, nonostante i suoi difetti ed i suoi peccati, ed invidiare la sua casa. Luogo ameno dove non esistono leggi e pregiudizi, dove si può ignorare il fascismo ed amare chi si preferisce. Nonostante la morte e la rabbia, nonostante i non detti.

Più si va avanti e più si vorrebbe saperne, leggerne. Il romanzo è diviso in quattro parti e ci racconta la vita di quasi quattro generazioni. Ne descrive gli ideali, le lotte e le rivoluzioni.

E va bene Prando, te l’ho detto e te lo ripeto: io voglio essere indipendente dagli uomini come Lucio. E state attenti perché di questo passo le donne si accorgeranno di come voi uomini di sinistra sorridete con sufficienza paternalistica ai loro discorsi, quando la tua Amalia si accorgerà di non essere ascoltata e di fare due lavori sfinendosi davanti ai fornelli e in laboratorio- perché non mi parli mai del lavoro di Amalia, eh? Perché devo sentire solo quanto è dolce, carina o gelosa? – quando si accorgeranno la loro vendetta sarà tremenda, Prando.

Al centro sempre Modesta, madre, nonna, zia e amante, ma sempre fedele a se stessa e lucida nel riportarci con esattezza ciò che avviene. Le aspettative deluse e le censure subite, ma comunque la volontà di provare gioia fino all’ultima pagina.

a cura di
Andrea Romeo

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Andrea Romeo

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