Titanic – la retrorecensione del più grande kolossal di tutti i tempi!

Titanic – la retrorecensione del più grande kolossal di tutti i tempi!
Condividi su

Dal 9 di febbraio, a 25 anni di distanza dalla sua prima uscita sul grande schermo, Titanic torna al cinema. Il pluripremiato capolavoro di James Cameron, infatti, sarà presente in sala, per regalarci, ancora una volta, tutte le emozioni e la bellezza che contraddistinguono questo – ormai – grande classico! 

“Sono trascorsi ottantaquattro anni, e ancora sento l’odore della vernice fresca. 
I servizi di porcellana non erano mai stati usati, nessuno aveva mai dormito tra quelle lenzuola.
Il Titanic era chiamato, la nave dei sogni… e lo era, lo era davvero.”

Rose Dawson 

In primo piano, il viso rugoso di Rose, segnato dalla vecchiaia e dal tempo, esprime tutta la potenza di un ricordo, lacerante e malinconico. Adagio, la cinepresa si sposta, sfumando lentamente.
Al suo posto, l’immagine del relitto della prua del Titanic arriva a sovrastare l’intero campo visivo. 

E ci trasporta indietro, ancora una volta, nei meandri di una storia senza tempo.

Chiudo gli occhi, sopraffatta da “Southampton” di James Horner
Con la mente rivivo ogni singola scena, ogni espressione, ogni battuta, che si depositano, vivide, in me. Scaldandomi dentro, senza alcuna fatica. 

Un brivido mi percorre la schiena, e rimango lì, inerme, in preda a quell’emozione che solo Titanic sa darmi.

Anche a distanza di undici anni, dopo troppe notti insonni, tanti film consumati, e un’esperienza maggiore riguardo l’Arte e la Vita, Titanic rimane questo: il mio film preferito. 

Un momento di intimità per la mia anima. 

Ma, sopra tutto, Cinema

Il Cinema in quanto Storia 

“1500 persone finirono in mare quando il Titanic sparì sotto i nostri piedi.
C’erano 20 scialuppe nelle vicinanze, solo una di loro tornò indietro… una! Sei persone furono salvate da là.
In seguito, le 700 persone sulle scialuppe potevano soltanto aspettare.
Aspettare di morire. Aspettare di vivere. Aspettare un perdono che non sarebbe mai arrivato.” 

Rose Dawson

Ho visto e rivisto Titanic per circa una trentina di volte, ma ciò che mi ha colpito fin da subito è stata l’accuratezza con cui James Cameron ha cercato di raccontare questa storia, riportandoci indietro a quella notte.
Quella in cui l’iceberg colpì la nave, alle 23:40 del 14 aprile 1912

Tra il frastuono e le grida sul ponte, in quel corri e fuggi disperato per far salva la pelle, per assicurarsi un posto sull’ultima scialuppa, negli occhi il terrore e le lacrime, pregni di un’amara consapevolezza: quella di chi sa di aver ormai perso tutto

L’orchestra suona senza sosta, fino all’ultimo istante. Un colpo di pistola si staglia, netto e definitivo, al di sopra delle urla, nel panico che dilaga tra la folla.
Il capitano, ritto e fiero, abbraccia la morte, soccombendo, sfinito, alla forza dell’oceano. 

E poi donne e bambini, strappate dal ponte e depositate sulle scialuppe cariche di gente; ordini, comandi, grida, funi tagliate, in una lotta contro il tempo, mentre l’acqua continua a salire. La nave sprofonda, sempre di più, tra gli abissi.
Fino alla fine.
Fino al silenzio.
 
Dopo 2:40 di pura agonia. 

J. Cameron, regista e storico

Ogni gesto, ogni reazione e avvenimento, è descritto da Cameron con precisione maniacale. L’attenzione del regista, che vuole raccontare la Storia, e diventarne testimone e portavoce.
Ma anche l’accuratezza dello storico, che, compiendo nel sito, più di 30 immersioni dal ‘96 in avanti, ha riportato alla luce storie e vite passate.

Come quella dei coniugi Straus, proprietari dei grandi magazzini Macy’s a New York, morti abbracciati sulla nave, in un amore durato più di quarant’anni

O quella dell’“inaffondabile Molly Brown”, che, nel cuore della notte, prese il controllo della scialuppa n. 6, scontrandosi con il timoniere Hichens. Il quale, qualche anno più tardi, avrebbe commentato la vicenda con queste parole: “La signora Brown sarebbe potuta salire su qualsiasi scialuppa quella notte, perché doveva finire proprio nella mia?”. 

Attraverso fotografie e racconti, dunque, James Cameron esprime tutto l’amore e il rispetto per questa storia e le sue vittime. Nel farlo, ricostruisce il Titanic pezzo dopo pezzo, compiendo un vero e proprio viaggio a ritroso e trasportando lo spettatore indietro nel tempo, con lui. 

Un inno alla vita

“[…] ho tutto quello che mi serve qui con me: ho aria nei polmoni e qualche foglio immacolato. Mi piace svegliarmi alla mattina e non sapere cosa fare, dove andare, o chi incontrerò. Proprio l’altra sera ho dormito sotto un ponte, ed ora mi ritrovo sulla nave più imponente del mondo a bere champagne con delle persone raffinate come voi.
Secondo me la vita è un dono e non ho intenzione di sprecarlo: non sai mai quali carte ti capiteranno in mano. Impari ad accettare la vita come viene… Così ogni singolo giorno ha il suo valore… .”

Jack Dawson 

Al valore di ogni singolo giorno.” 

Uno dei momenti più alti di Titanic è sicuramente il discorso che Jack tiene davanti ai passeggeri della prima classe. In mezzo a quegli sguardi boriosi e superficiali, ad esistenze programmate e vuote, viene esaltata la vita nel suo aspetto più essenziale, in quel suo folle ed imprevedibile mutare.

Incertezza ed imprevedibilità: queste sono le forze che governano il mondo. Assieme alla Sorte beffarda, che tutto muta. 

Forse allora, come rivela Jack ai suoi commensali, il segreto consiste proprio in questo. Godere di ciò che il Futuro ci riserva, vivendo pienamente, con coraggio e forza, ed accettando ciò che accade inevitabilmente. 

Il percorso di Rose

Alla luce di queste parole, possiamo dunque interpretare l’intero percorso compiuto da Rose nel corso della storia. 

Al momento del primo incontro tra i due giovani, infatti, la ragazza è tormentata e priva di qualsiasi speranza riguardo il proprio futuro, tanto da desiderare di togliersi la vita. Tuttavia, dopo una serie di vicissitudini, Rose ritrova quell’ardore in lei assopito e riesce a liberarsi dalle catene che la tenevano imprigionata al suolo, compiendo scelte che la portano ad abbracciare una vita autentica.

Jack si configura, dunque, nella vita di Rose, come una figura salvifica, poiché la ragazza troverà dentro di sé la forza di ribellarsi solo grazie all’amore che prova per lui.

Questo è il dono più grande che Jack fa a Rose, e che rende significativo il loro incontro e il loro amore: una passione ritrovata per la vita.
Quel desiderio per lungo tempo dimenticato di continuare a vivere senza cedere alle avversità, sfidando ansie, dolori e un’angoscia figlia di un futuro già scritto. 
Quella promessa, fatta in mezzo all’Oceano, che dona salvezza a chi la pronuncia. 

Con quel “Dawson. Rose Dawson.” si concretizza il rifiuto di tutto ciò che aveva caratterizzato la vita della ragazza fino a quel momento: il distacco da una madre oppressiva, da un fidanzamento mai voluto, e da una classe sociale gretta e superficiale.

Con queste parole ha fine questo percorso di rinascita.
Jake salva Rose, “in tutti i modi in cui una persona può essere salvata”. 

Un kolossal intramontabile 

Quando Titanic uscì negli Stati Uniti, il 19 dicembre 1997, riscontrò fin da subito un successo planetario, diventando ben presto uno dei più grandi kolossal di tutti i tempi.

Per ben quindici settimane, dal 19 dicembre 1997 al 2 aprile 1998, rimase il film più visto al cinema negli USA, battendo ogni record.
Oggi, al terzo posto nella lista dei film con il maggior numero di incassi nella storia del cinema, e vincitore di ben 11 Premi Oscar (su 14 nomination), possiamo affermare con certezza di trovarci di fronte ad un vero e proprio capolavoro, sotto qualsiasi punto di vista. 

Ma cosa rende un film un capolavoro indiscusso? 

Credo abbia a che fare con la sua capacità di resistere al tempo, rimanendo scolpito nella mente del pubblico e nell’immaginario collettivo.
Indelebile, indimenticabile. 
Monumentale. 

Titanic ci riesce, anche a distanza di anni, grazie alle sue scene iconiche, all’incredibile portata di una colonna sonora che ancora riesce ad emozionarci, e ai gossip e ai rumors che sono circolati – e circolano tutt’ora! – attorno alla pellicola in questione. 

“Salti tu, salto io. Giusto?”

Titanic contiene innumerevoli scene e citazioni divenute iconiche presso il grande pubblico.

Basti pensare alla celebre frase “Sono il re del mondo”, urlata da DiCaprio di fronte all’Oceano, ad inizio film. Un lampo di genio della mente di James Cameron, che il regista premio Oscar aveva avuto dopo aver incitato più volte l’attore ad “ululare come un lupo“, rimanendo tuttavia insoddisfatto del risultato. 

O la scena del ritratto, una delle primissime a venire girate, in cui DiCaprio sbagliò la battuta, confondendosi. 
“Sdraiati sul letto … cioè sul divano”. Un errore che piacque a tal punto al regista da fargli decidere di tenerla. 

Va ricordata anche la sequenza della scialuppa (ad oggi la mia preferita di tutto il film), l’unica che riesce, in un qualche modo, a commuovermi sempre. 

In quella scena c’è tutto: la confusione nello sguardo di Rose, che osserva Jack allontanarsi da lei, attimo dopo attimo. Fino a quel lampo di comprensione, che le trasmette la forza necessaria per tornare sulla nave. 

In quella corsa forsennata. Infinita. Stremante.
In quell’abbraccio disperato, in quel ricongiungimento sofferto. Tra le lacrime di entrambi. 
In quel “Salti tu, salto io, giusto?”

I brividi ogni volta. 

“Sto volando, Jack!”

Ma il momento più iconico di Titanic è sicuramente quello del bacio tra Rose e Jack, quando la ragazza, capendo di voler dare una svolta alla sua vita, si reca dall’amato, rivelandogli di aver cambiato idea. 

È difficile descrivere a parole ciò che uno dei momenti più alti del Cinema riesce a trasmettere, con un’immagine.

La potenza di uno sguardo rivolto verso l’orizzonte lontano, i capelli sfiorati dalla brezza del vento. L’emozione contenuta in quel sussurro, ricolmo di speranze e di sogni, di gioia e fiducia; in quel respiro quasi trattenuto. 

“Sto volando, Jack”. 

Tra i raggi dorati di un tramonto color cremisi, in quell’esplosione di luce che dà senso al mondo, sospeso tra il mare e il cielo, giunge, infine, un bacio

Signore e signori, ecco a voi il Cinema. 

“… And my heart will go on and on”

Un plus in più al film è dato sicuramente dalla colonna sonora, composta da James Horner, e dal celebre brano di Céline DionMy Heart Will Go On.

James Horner aveva già collaborato con Cameron nel 1986 per il film Aliens, di cui aveva firmato la colonna sonora. Tuttavia il lavoro svolto dall’artista con Titanic non ha precedenti: la colonna sonora del film è caratterizzata da una ricca e variegata musicalità, che racchiude tutto un mondo al suo interno.  

Horner passa da brani colmi di gioia e di speranza, come Southampton e Take Her to Sea, Mr Murdoch, ad altri dai toni più cupi e drammatici (per non dire catastrofici), come Death of Titanic e A Promise Kept. 

Non mancano le contaminazioni celtiche, suggerite dal suono delle cornamuse, presenti in Never an Absolution

Per quanto riguarda la genesi di My Heart Will Go On, inizialmente James Cameron aveva intrapreso la decisione di non includere alcuna canzone all’interno di Titanic, nemmeno tra i titoli di coda.
Di fronte a questa presa di posizione irremovibile, Horner decise di comporre segretamente, assieme all’autore Will Jennings, la canzone eseguita da Céline Dion.
La demo convinse il regista, che ne fu talmente rapito da decidere di includerla tra i titoli di coda. 

Con l’uscita del film, My Heart Will Go On registrò un enorme successo, aggiudicandosi l’Oscar come “Miglior canzone originale” e svettando in testa alle classifiche, con 18 milioni di copie vendute

Gossip e rumors 

Sicuramente contribuirono al successo del film anche la presenza di Kate Winslet, ai tempi piuttosto famosa per film come Ragione e sentimento e Hamlet, e Leonardo DiCaprio, che aveva già dato prova delle sue capacità attoriali in numerose pellicole, come Buon compleanno Mr. GrapeThe Basketball Diaries, Total Eclipse Romeo + Giulietta di William Shakespeare

Tuttavia, il successo che si riversò su DiCaprio con l’uscita di Titanic fu colossale ed incontrollabile. Dappertutto prese piede una vera e propria DiCaprio-mania, nonostante per il ruolo di Jack Dawson fossero stati inizialmente considerati Matthew McConaughey, River Phoenix e Jared Leto, a cui Cameron offrì la parte ma che non si presentò alle audizioni. 

Sembrerebbe, inoltre, che lo stesso Leonardo DiCaprio non volesse, in realtà, partecipare al film, reputando il ruolo di Jack piuttosto noioso

Lo scorso novembre è emerso un altro aneddoto riguardante il provino tenuto da DiCaprio, secondo il quale l’attore avrebbe inizialmente rifiutato di leggere il copione assieme alla Winslet e si sarebbe convinto solo davanti alla reazione di Cameron, per nulla intenzionato a scendere a compromessi.
Al momento della lettura, però, il regista si sarebbe illuminato, finalmente convinto di aver trovato il suo Jack. 

Fiori da Rose

Non si può dire, invece, che la stessa sorte sia toccata a Kate Winslet, che, al contrario, ha dovuto faticare enormemente per ottenere il ruolo di Rose. In un’intervista tenuta nel 1998 per Rolling Stone, l’attrice ha svelato di essere rimasta folgorata fin da subito dal copione, e di aver fatto i salti mortali per accaparrarsi la parte.

Dopo essere riuscita a farsi dare il numero dell’auto di Cameron, avrebbe chiamato il regista, per chiedergli la parte.
Alla scusa di Cameron: “Guarda, sono in autostrada e sto andando in un posto”, Kate Winslet avrebbe, tuttavia, ribattuto dicendo: “Voglio fare questo film e tu saresti davvero pazzo a non prendermi”.

Dopo tre giorni, gli avrebbe inoltre mandato un mazzo di fiori con un biglietto così firmato: 
“Dalla tua Rose”. 

Titanic: il più grande kolossal di tutti i tempi, o semplicemente un buon blockbuster?

Titanic è, dunque, un film che ha segnato fortemente l’immaginario collettivo, e costituisce senza alcun dubbio una pietra miliare del mondo del Cinema. Grazie all’immenso lavoro svolto da James Cameron, il Titanic torna in vita, assieme alla tragedia che porta con sé e alla storia dei suoi sfortunati passeggeri. 

Esagerato definire questo film come il più grande kolossal di tutti i tempi? Forse. 

Probabilmente sono troppo condizionata dall’amore che nutro per questa pellicola per poter fornire un giudizio oggettivo in merito. 

Eppure non posso ignorare ciò che Titanic mi trasmette ancora, ogni volta.
Quell’emozione, quel lungo brivido lungo la schiena, che solo un ristretto numero di film riesce a darmi.
Film in cui ritrovo tutto il mio amore per il Cinema.
E che, dunque, non posso non annoverare fra i capolavori.

Per questo motivo, Titanic lo è.
Almeno per me. 

A cura di
Maria Chiara Conforti

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE – La retrocensione: The Blues Brothers – Riportiamo in alto i fasti del Soul e del Blues
LEGGI ANCHE – The Fabelmans: il ritratto (definitivo) del cinema di Steven Spielberg
Condividi su

Maria Chiara Conforti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *