MCU – Musica che è uscita – DICEMBRE 2022

MCU – Musica che è uscita – DICEMBRE 2022
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10 album usciti a dicembre per ricordarci quanto abbiamo fatto schifo nel 2022 e cercare di riprenderci. Forse…

L’ultimo mese del 2022 ci ha regalato un po’ di cose. Anche interessanti consigli su cosa NON mettere sotto le lucine dell’albero di Natale. Ma il qui presente Grinch dalla spiccata sensibilità sadomasochista arriva in vostro soccorso per indicarvi dieci album usciti prima dell’arrivo del 2023 e che potreste, eventualmente recuperare. Da ascoltare o da usare come sottobicchiere dall’estetica stile Star Trek, decidete voi.

Brandon Ratcliff – Tale of Two Towns
album dicembre - tale of two towns

Classico folk-pop da spiaggia a fine settembre, con maglioncino, falò e birra radler in mano (la title track, “Grow Apart”), (“Drove Me Country”) Qualcosa da videoclip con il 70% del girato in rallenty, qualcosa di scontato che fa molto commedia romantica con Owen Wilson (“Someone Who Believes In You”). Il caro Brandon fa la felicità della scontatezza e dell’andare sul sicuro. Qualcuno apprezza, qualcuno odia. Io, nel dubbio, maledico l’invenzione della birra radler.
Voto: 5, compitino e limonata

JUSTIN HURWITZ – Babylon
album dicembre - babylon

Forse uno dei (pochi) punti di forza del film è proprio la sua colonna sonora. Justin Hurwitz confeziona opere originali con rifacimenti di classici senza tempo, il tutto con un gusto tra charleston e jazz, leggerezza e amabili dettagli, boogie e trombe. Varrebbe più spendere soldi per acquistare la colonna sonora anziché per vedere “Babylon”.
Voto: 7,5, salvatore della patria

Sam Rider – There’s Nothing But Space, Man!
album dicembre - sam ryder

Il primo gennaio è uscita l’ultra mega ciccia bomba atomica miodddio deluxe edition del disco. Fatto sta che costui, che spuntato fuori da Tik Tok (Tak, cit.) è approdato all’Eurovision con i suoi schiamazzi acuti, confeziona ciò che il pubblico odierno vuole sentire: pop con una chitarrina di sottofondo e una sezione ritmica in grado di farti fare tip tip col piedino. Mi sento molto anziano, molto vetusto nello scrivere ciò, ma bisogna ammettere che non è certo peggio di tanto altro piattume vestito da sgargiante produzione che si sente e si sentirà.
Voto: 6, quanto ce capisco (cit.)

Sam Fender – Seventeen Going Under (Live Deluxe)

Da Sam Rider a Sam Rider. Quest’ultimo ripropone lo stesso identico album del 2021 infarcito tuttavia di un secondo CD con le registrazioni del concerto al Finsbury Park. Non delle registrazioni impeccabili, ma magari possono essere un valore aggiunto per chi credesse che il buon Fender fosse solo un bluff discografico. Alla fine il ragazzone fa il suo lavoro, mostrando una voce meno importante rispetto ai lavori in studio, ma funziona.
Voto: 7-, minestra riscaldata, ma con aggiunta di tanto parmigiano (che fa bene)

NOFX – Double Album

Non hanno più nulla da dire, lo sanno e per questo meritano rispetto, anche quando, raschiando il barile (con assoluta dignità), si prendono un po’ in giro cantando “Punk Rock Cliché”. I NOFX dicono addio nel migliore dei modi, realizzando un doppio album onesto, senza pretese, se non quella di fare per un’ultima volta il kaiser che vogliono, senza patetismi e puntando su qualcosa che sanno fare bene anche se oramai sa di armadio della nonna. E tutti siamo attaccati a quell’odore che ci ricorda la giovinezza.
Voto: 7-, onestà intellettuale e alcool scadente = paradiso

SOPHIE JAMIESON – Choosing
album dicembre - choosing sophie jamieson

“Il titolo dell’album è molto importante: senza avrebbe potuto sembrare un altro disco su autodistruzione e dolore, ma in fondo parla di speranza, di trovare la forza. Parla di trovare la luce in fondo al tunnel e strisciare per raggiungerla”. Parole della stessa artista, la quale cerca di spiegare che, dietro l’agonizzante cantato e le atmosfere grigiastre degne di un finale di stagione di una serie televisiva che ha subito alti e bassi, c’è un messaggio di speranza e di rinascita. Il tutto attraversando però il tunnel dell’ansia e dello sconforto fatto da cori, controcori, riverbero e una Squier Affinity su amplificatore da 175 euro (offerta black friday). In certi passaggi ricorda alcune soluzioni adottate da Florence + The Machine. Almeno non la emula al 100%.
Voto: 7, Florence ha creato mostri, ma ok

White Lung – Premonition

Non le conoscevo. Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Da 15 anni on the road, i canadesi White Lung viaggiano prepotenti su un “indie punk” con pregevole maestria. “Premonition” sembra uscito dalla sezione “Musica – Artisti Internazionali” di un Media World di provincia del 1999. Tutto questo non è un difetto. Laddove sembra arrivare un po’ di monotona aggressività, la band è in grado di rallentare e regalarci delle quasi ballad come “Under Glass”. Non rompono il mercato, qualcuno dirà “Sanno di già sentito”. Ok, ma che bello, cazzo.
Voto: 7, nostalgia-fuori-tempo canaglia

Dolcenera – Anima Mundi

Si reinventa sempre. Probabilmente, in un certo tipo di pop, Dolcenera è una delle artiste che, purtroppo, ha raccolto meno di quel che ha seminato. Ancora gran voce, non si è mai ancorata disperatamente a un’unica influenza, ha saputo ben sfruttare qualche simpatico trend (vi ricordate il fenomeno di Young Signorino?) senza prendersi sul serio e avvicinandosi anzi simpatie e stima. Sembra sempre, tuttavia, che qualcosa non le permetta di esplodere mai. “Anima Mundi” è un buon disco, ben pensato oltre che ben prodotto.
Voto: 7, dai dai dai (cit.)

Voodoo Kid – anche i demoni piangono

Qualcosa di buono c’è, come una vocalità ben gestita, qualche soluzione di arrangiamenti che funziona e una produzione, ovviamente, boombastica (termine dei primissimi 2000 atta a indicare un sound molto pieno eppure definito). Il guaio principale di “anche i demoni piangono” è che tutto è molto standard. Non c’è nulla di particolare che spicchi nel bene o nel male. Ci sono un po’ di soluzioni che strizzano l’orecchio agli anni ‘80 (“tutto bene”, “alice 02”, uno dei brani migliori), un po’ di pop-trap (“buco nero”), e via così. C’è ancora molto da costruire. Il materiale (potenziale) c’è, serve solo montarlo meglio.
Voto: 5, né carne né pesce

Artisti Vari – Fast & Furious: Drift Tape (Phonk Vol. 1)

Se volete l’apice della tamarreide, se ogni mattina vi svegliate e la prima cosa che vedete col sorriso è una foto di Vin Diesel che vi ricorda che la cosa più importante è la famiglia”, questo è l’album che fa per voi. Gangsta-rap e satelliti vari. Ora scusate, vado a installare un “Need for Speed” a caso e pimpo una europeissima Peugeot 206 per gareggiare contro una Mustang in una sfida di drift.
Voto: 5,5, solo per veri tamarri dal cuore d’oro

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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