I Life Like Low, il loro album d’esordio è una lunga litania di rassegnazione

I Life Like Low, il loro album d’esordio è una lunga litania di rassegnazione
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I Life Like Low, duo varesino, firmano il loro album d’esordio omonimo. Disponibile dal 18 novembre e distribuito da The Ochard, il disco è una triste presa di coscienza per un mondo dedito al consumismo e all’impoverimento dell’anima.

Un progetto nuovo quello dei Life Like Low nato nella prima metà del 2022 da un duo originario di Varese Fabrizio Peccerillo e Jacopo Rossi, uniti dall’ardente fiamma dell’amore per la musica.  Proprio quest’ultima sembra essere l’arma più tagliente ed espressiva per una realtà avversa ed in rovina, la risposta necessaria al decadimento sociale.

Così i Life Like Low la sfruttano fino all’osso servendosi egoisticamente dei suoi strumenti e delle sue infinite possibilità per trovare una via di fuga e creare una dimensione altra, forse poetica. Con il loro disco d’esordio chiamato come il loro progetto, “Life Like Low”, il duo di Varese prova ad uscire fuori dall’ordinarietà e ad affidare a coloro che lo ascoltano un ritratto spoglio della società attuale. Così come è privo di fronzoli il loro canto che arriva crudo e schietto alle orecchie degli ascoltatori.

A condire, invece, questa voce trascinata e stanca c’è un sound originale che mescola diverse influenze come l’elettronica e il progressive rock che a loro volta si sporcano con il cantautorato italiano. Il disco è composto da otto brani i quali alternano ripetutamente batterie, archi e sintetizzatori mentre consegnano un quadro introspettivo su tematiche collettive che vanno dall’amore alla solitudine fino all’incomunicabilità tra gli esseri umani.

Anticipato dai singoli “Messico e Cenere”, un ansioso racconto dove la voce sfugge alle ritmicità frenetiche dell’elettronica e “Distanza”, l’album “Life Like Low” arricchisce il suo viaggio grazie a sperimentazioni folk-indie come nella canzone conclusiva “Sabbia” ed altre più graffianti date da chitarre elettriche come nella canzone intitolata anche lei: “Life Like Low”.

La discesa verso il buio

Partito in quanto esigenza di evasione dal dolore del mondo, “Life Like Low” spegne presto le sue spinte propositive per prendere coscienza dell’inevitabilità del reale. Il disco diventa, allora, un’istantanea di un momento delicato e complesso che racconta i vani tentativi di fuggire dal buio attraverso la musica e l’arte.

Queste due magnifiche e tragiche forme d’espressione sono sì degli antidoti alla sofferenza ma allo stesso tempo ne raccolgono le spinte ricostruendo in questo modo un disegno affranto della nostra umanità. La fuga così tanto ricercata tramite la musica, quindi, esaurisce il suo percorso quando si viene a patti con le dure leggi del reale dove a vincere è l’apparenza ed il consumismo.

In “Life Like Low”, allora, si apprezzano quelle caratteristiche acerbe e scostanti che solitamente verrebbero annoverate tra la sfera della critica negativa. Proprio quest’immaturità compositiva è, invece, il punto di forza del disco “Life Like Low” poiché si fa veicolo di una sua verità che riecheggia ad ogni beat, una domanda che, comunque, ci lascia inermi: e se questa apatia fosse il punto di non ritorno?

a cura di
Staff

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