Il tempo scorre anche per gli anime: la questione dell’evoluzione grafica

Il tempo scorre anche per gli anime: la questione dell’evoluzione grafica
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Esploriamo le ragioni e le giustificazioni dell’evoluzione grafica applicata nel corso di un anime

Cosa intendiamo per evoluzione grafica?

Con questa locuzione si rimanda all’insieme di processi che portano la qualità illustrativa a migliorare. Non si fa, quindi, riferimento a quei cambiamenti nel disegno che si sono finora succeduti con una certa naturalezza. È ovvio che lo stile di Dragon Ball non sia lo stesso di Demon Slayer, un po’ perché è cambiato il pubblico e un po’ perché, come per tutti gli artisti, è ovvio che autori diversi abbiano una mano differente.

Al contrario, con evoluzione grafica intendiamo quelle riforme che sono avvenute, anche a livello tecnologico, nel corso della storia della tecnica di traduzione dal disegno al movimento e, in questo senso, la definizione accoglie in sé l’intera animazione in generale e non solo gli anime. 

Demon Slayer (fonte: Google Images)
Impatto: quanto è cambiata la grafica?

È chiaro a tutti che con i mezzi moderni ci siano state delle modifiche radicali. Siamo passati dal dover animare a mano ogni singola scena all’avere macchine e programmi che sono capaci non solo di fornirci dei manichini di riferimento che si muovono in tutte le posizioni che vogliamo, ma anche di animare intere scene da soli!

Credo sia quindi naturale affermare che, con la crescita tecnologica che sta caratterizzando gli ultimi quarant’anni si assista, di pari passo, ad un progresso grafico. Siamo passati dai Nokia agli iPhone sia nei cellulari, sia, più metaforicamente, nelle illustrazioni.

Quanto è giusto cambiare le cose?

La domanda sorge spontanea. Nel corso di una produzione anime che si espande su un lungo arco temporale, come ad esempio quella di colossi come One Piece (1997 – in corso) o di una che si estende in anni particolarmente caratterizzati da migliorie grafiche, come Inuyasha (2000 – 2004), è normale che si rendano disponibili aggiornamenti illustrativi utilizzabili nel corso dell’opera. È davvero corretto applicarli tutti senza remora? Si può stravolgere l’esperienza audiovisiva in nome del perfezionamento e dell’evoluzione?

Senz’altro in certi casi, specialmente in quelli più “gravi”, i miglioramenti siano assai benvoluti. Nel caso della qualità audio, ad esempio, il passare da un microfono con prestazioni scarsissime ad uno più potente è pressoché definibile un dovere. Tuttavia, non si può andare altrettanto a colpo sicuro per quel che riguarda l’illustrazione. 

Bisogna rispettare lo stile di nascita?

Nel momento in cui la grafica è indice di un’intera epoca (e non di low budget, per esempio) potrebbe risultare ingiusto cambiarla con quelli che, se analizzati in assoluto, sono senz’altro dei miglioramenti. Avrebbe senso, almeno secondo un’analisi superficiale, mantenere per tutta la durata di un anime la sua forma di nascita: è, infatti, il modo in cui è stato immaginato e visionato dai suoi ideatori. Tuttavia è stato così perché non c’erano altri mezzi, non era possibile fare diversamente! Nulla vieta di pensare che i creatori, ora che hanno avuto modo di interfacciarsi con le nuove grafiche, immaginino l’anime in maniera innovativa. 

Inuyasha, grafica della prima stagione (Fonte: Google Images)
Rispettiamo il tempo delle cose

La videoimpaginazione di un’animazione è espressione della sua epoca, del suo sviluppo e delle sue tecnologie. Per questo motivo è possibile affermare che, se un anime si estende su un arco temporale dei tipi sopracitati, sia ingiusto forzare la grafica di nascita su tutto l’anime.

Inuyasha, per esempio, nasce nel 2000 ed è naturale che i primi episodi, in quanto testimoni di quell’epoca, siano costruiti in un certo modo. Ma nell’arco di 4 anni è diventato testimone di un altro periodo storico, ricco di evoluzioni: quale modo di mostrarlo, se non attraverso le migliorie disponibili nei vari momenti temporali? Se forzassimo il lay-out di nascita su tutti gli anime, allora non sarebbero più testimoni delle altre annate che attraversano.

Inuyasha, grafica di Final Act, ovvero l’ultima stagione (Fonte: Google Images)
La decisione finale

Ovviamente, le scelte di questo tipo spettano ad uno ed un solo apparato: quello dei creatori. Noi, in qualità di ricettori dell’opera e critici, possiamo decidere se spalleggiare le loro idee o meno e possiamo esprimere la nostra opinione. A livello teorico, si può affermare che sia meglio lasciare evolvere la grafica di pari passo con la tecnologia, ma la scelta resta alla casa produttrice e, prima ancora, nelle mani degli ideatori del sogno: i mangaka.

a cura di
Adelaide Gotti

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Adelaide Gotti

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