“Love Bombing”: il podcast (di cui avevamo bisogno) di Roberta Lippi

“Love Bombing”: il podcast (di cui avevamo bisogno) di Roberta Lippi
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“Love Bombing” è un podcast di storielibere.fm ideato e raccontato da Roberta Lippi che accende una luce sulle tante associazioni o presunte tali

Conoscete il termine “Love Bombing”? Perché in tutta sincerità, prima di incontrare Roberta Lippi sul mio cammino non avevo idea di cosa significasse. Così ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che la prima persona a parlarne è stata la ricercatrice Margareth Singer nel 1995 nel suo libro “Cults in our Minds“.

La Singer, Professoressa presso l’Università di Berkeley e presso l’Università della California nel dipartimento di psichiatria, ha analizzato nel profondo la tecnica del love bombing in relazione all’analisi scientifica di molte pseudo terapie ed alle loro pericolose conseguenze sia per rispetto della serietà delle psicoterapie ufficiali sia per offrire una guida ai pazienti stessi.

Eccone la definizione tratta dal libro del 1995:

Questo processo di mostrare amicizia e interesse per la recluta fu inizialmente associato ad uno dei primi gruppi giovanili, ma venne ben presto adottato da numerosi altri gruppi come parte del programma di allettamento. Il love bombing è uno sforzo coordinato, generalmente su ordine della dirigenza, per sommergere reclute e neofiti di lusinghe, seduzione verbale, contatti corporei non sessuali ma carichi di affetto, e molta attenzione verso qualsiasi osservazione venga fatta. Il love bombing – o offerta istantanea di compagnia – è uno stratagemma ingannevole usato da molti reclutatori di successo.

Roberta Lippi è giornalista, docente di giornalismo multimediale, autrice tv (ha esordito in Mtv Italia con Loveline), è stata responsabile della Video Factory di tutte le testate Condé Nast Italia ed Original & Content Director di Dude Originals e FeST – Il Festival delle Serie Tv.

In tutto questo, Roberta Lippi è anche una podcaster.

Il primo podcast di cui si è occupata è stato “Soli”, sempre per storielibere.fm: un viaggio attraverso le testimonianze dei bambini che hanno vissuto nelle comuni di Osho tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. Proprio da qui, ci racconta, è nato il suo seguito “Love Bombing”.

Dopo aver letto la definizione della Singer e ascoltato i podcast di storielibere.fm, con lo shock e l’amaro in bocca che tutto questo mi lascia, ho chiesto a Roberta Lippi di rispondere a qualche domanda.

Qual è stato il tuo percorso di avvicinamento a questi argomenti che ti hanno poi portato a questa raccolta di racconti? 

Tutto è nato dal mio primo podcast: Soli, in cui parlo dell’esperienza dei bambini cresciuti nelle comuni di Osho in seguito alla decisione dei loro genitori di diventare dei discepoli del guru indiano. Dopo aver concluso l’ultima puntata (che poi non sarebbe stata l’ultima ma ancora non lo sapevo), mi sono ritrovata in metropolitana a pensare: “Ma io ci sarei caduta? Mi sarei fatta affascinare da quel mondo al punto da lasciare tutto?” e sapevo che la risposta era ambigua, perché una parte di me voleva convincersi di no, ma l’altra sapeva che era perfettamente possibile. Da lì ho iniziato a pensare che mi interessava il gancio iniziale; non tanto come si venisse agganciati ma soprattutto perché si venisse agganciati. 

“Siamo tutti pronti ad entrare in una setta”. È così che inizia la prima puntata del podcast “Love Bombing”. Ma che cosa significa? Siamo davvero tutti a rischio?

Sì. Per questo ho dato questo sottotitolo al podcast e ho voluto fosse un’affermazione e non una domanda. Perché questo deve essere un monito ma anche un invito a non cadere nel pregiudizio che noi siamo più furbi, più preparati, più intelligenti, meno manipolabili e che quindi a noi non potrà mai succedere. Noi vediamo quello che tutti e tutte quelle che invece sono “caduti” non hanno visto. Ma non è così, gli altri non sono fragili sprovveduti o gente senza cognizione di causa. Gli altri siamo noi. Le storie che racconto sono storie di persone che non avrebbero mai pensato di cadere in una trappola manipolatoria. Eppure ci sono cadute, chi in amore, chi sul lavoro, chi attraverso gruppi religiosi, marketing, addirittura studi psicologici.

Che cosa intendi quando parli di “setta” e quando possiamo capire se un’associazione è sana e reale e quando invece mette in atto meccanismi settari e manipolatori?

La setta, lo dice la parola stessa, è un gruppo chiuso. Un gruppo che guarda solo a se stesso come detentore di una qualche verità o conoscenza agli altri ancora preclusa. Chi entra nel gruppo di solito subisce un vero e proprio love bombing: si sente improvvisamente “a casa” , si sente accettato, accolto come poche volte nella vita. Il gruppo lo fa sentire speciale. Il gruppo lo sostiene. Il gruppo lo aiuta a risolvere i suoi problemi, o così sembra.

In cambio chi entra accetta le regole del gruppo, che non sempre sono stampate sulla pietra come i dieci comandamenti, ma sono regole che introietta poco a poco, quasi senza rendersene conto. Si omologa agli altri nel modo di vestire e di parlare, spesso utilizza termini e nomi che sono solo del gruppo, inizia a sovvenzionare il gruppo con il suo tempo o con i suoi soldi. Fa proselitismo per il gruppo e cerca di portare all’interno amici e parenti, e se questi si preoccupano di questa nuova vita tende ad allontanarli.

Una setta crea sempre la sensazione di dover arrivare a qualcosa di intangibile, una Terra Promessa, un obiettivo, un risultato. Utilizza sistemi non ortodossi per mantenere gli adepti in uno stato di sudditanza: li fa trasferire tutti nello stesso posto, oppure li stanca molto, o altera la percezione attraverso droghe o pratiche estreme.

Ma per farla breve la prima domanda che bisogna farsi è: sto frequentando solo le persone del gruppo e queste hanno fatto in modo che io mi allontanassi da tutte le altre persone che erano prima nella mia vita? Se la risposta è sì, è indispensabile a quel punto verificare quante altre caratteristiche settarie siano presenti nel gruppo che si sta frequentando.

Devo ammettere che dopo i primi due episodi “Le truffe affettive” parte 1 e 2, credevo che anche le successive fossero incentrate su rapporti personali o di coppia. Sono rimasta spiazzata da quante varietà di Love Bombing possano esistere. A tuo parere, qual è il più pericoloso di quelli da te descritti o quantomeno quello in cui è più facile cadere?

Il love bombing è solo una tattica ed è una tattica applicabile a qualsiasi ambito della vita di un essere umano perché si basa su un principio molto semplice: tutti abbiamo bisogno di essere amati, di sentirci speciali per qualcuno. Se intercetto questo tuo bisogno, molto più facilmente riuscirò ad avere il tuo interesse. Quindi non c’è un ambito più o meno facile dove applicarlo e in cui cadere. Il manipolatore sa che dipende dalla persona che ha davanti. Tendenzialmente oggi si parla tanto di narcisismo patologico perché il narcisista applica la tecnica del love bombing in amore e non c’è sfera più preziosa per un essere umano, di solito, se non quella affettiva.

Ho trovato interessante il parallelismo tra il Network Marketing e lo Psico-Counseling dato che entrambe mettono in atto dei meccanismi simili di reclutamento. Ci sono altri punti su cui si possono assimilare e invece su cosa si differenziano? Secondo la tua esperienza, quale può essere il più pericoloso?

Il primo è più controverso perché ci sono dei meccanismi di network marketing che sono legali e perché in realtà il Love Bombing che viene attuato dai gruppi segue dei principi classici di marketing pubblicitario per l’acquisizione dei nuovi clienti. Ma gli aspetti che devono preoccupare in questi gruppi sono proprio quelli settari di cui parlavamo sopra, tra cui la promessa del raggiungimento del vertice di una piramide che in realtà è inesistente perché il vertice è irraggiungibile. La storia legata allo psico-counseling invece è per me odiosa, perché chi l’ha attuata lo ha fatto in uno spazio che dovrebbe essere protetto, come quello del percorso psicoterapeutico.

Se tutti i gruppi settari puntano a carpire i segreti dei propri adepti, figuriamoci a quante informazioni e a quante ferite personali può avere accesso un terapeuta. È un cortocircuito drammatico. Anche qui: sicuramente ci sono realtà di counseling oneste, lo scopo del mio lavoro non è stigmatizzare degli ambiti, ma dare gli strumenti per comprendere quando quegli ambiti vengono sfruttati per attuare delle strategie manipolatorie su delle vittime designate.

Immagino che tu abbia dovuto fare una cernita tra le storie. C’è qualche storia importante o che ti ha colpito particolarmente che è rimasta fuori dalla narrazione di “Love Bombing”? è previsto un seguito?

Tantissime. E più passa il tempo più ne scopro. Ce ne sono alcune che non vedo l’ora di raccontare, perché necessarie e urgenti. Per questo “Love Bombing” è un lavoro che non si ferma. Sto lavorando sulla terza stagione che uscirà nel 2023.

Tutti possono essere truffati perché non si tratta di fragilità, bensì di momenti di vulnerabilità, mi sembra di capire. Durante l’ascolto mi sono chiesta quale fosse l’episodio più scioccante, ma non sono stata in grado di darmi una risposta. Per te quale è stato il più difficile da trattare?

Sono tutti difficili perché in tutti sono entrata in contatto con l’esito finale della manipolazione, che è sempre una totale devastazione dell’io. Ho empatizzato con i protagonisti e spesso non è stato facile. Ma la storia che ricordo come più difficile da raccontare è stata quella di Giulio legata al Trading Online, perché era chiaro che provasse ancora un’enorme vergogna nell’aprirsi. 

Purtroppo era necessario lo facesse perché il suo era, anzi è, un caso che è finito in tribunale e quello specifico episodio del podcast è servito a far sì che la procura non archiviasse il caso. La vergogna che provava Giulio è la vergogna che provano tutte le vittime: si sentono stupide e si autoaccusano per quello che è accaduto. Anche a questo vorrei servisse il mio lavoro, a far sì che si smetta di vittimizzare le vittime, perché siamo tutti potenzialmente vittime.

Vorrei che le voci di queste storie dessero la forza a chi ascolta di uscire da un tunnel senza sentirsi solo o sola. Ogni volta che qualcuno mi scrive per dirmi che un episodio ha sollevato dal suo cuore il peso di sentirsi stupido, ecco, per me quella è la soddisfazione più grande.

Una volta una ragazza mi ha scritto per dirmi che l’ascolto di un episodio aveva sistemato dei tasselli del suo percorso che ancora non aveva chiarito a se stessa e che avrebbe portato quella sua epifania all’interno del suo percorso di psicoanalisi. Ecco, credo non esista un feedback più prezioso di questo, poter aiutare anche solo una persona in più a sentirsi salda e riprendersi la propria vita.

a cura di
Sara Alice Ceccarelli

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Sara Alice Ceccarelli

Giornalista iscritta all’ODG Emilia Romagna si laurea in Lettere e Comunicazione e successivamente in Giornalismo e Cultura editoriale presso l’Università di Parma. Nel 2017 consegue poi un Master in Organizzazione e Promozione Eventi Culturali presso l’Università di Bologna e consegue un attestato di Alta Formazione in Social Media Management presso l'Università di Parma. Ama il giallo e il viola, possibilmente assieme e vive in simbiosi con il coinquilino Aurelio (un micetto nero). La sua religione è Star Wars. Che la forza sia con voi.

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