The Cure – Mediolanum Forum, Milano, 4 novembre 2022

The Cure – Mediolanum Forum, Milano, 4 novembre 2022
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The Cure chiudono il tour italiano al Mediolanum Forum di Milano facendo sold out. Ad aprire per loro c’erano i The Twilight Sad.

fonte: spettakolo!

Dopo la data di Halloween a Bologna e quelle a Firenze e Padova, i The Cure arrivano a Milano per chiudere il loro tour italiano e regalare ai propri fan un concerto lungo più di due ore e mezza, alternando i brani storici e grandi successi a nuovi brani tratti dall’imminente nuovo album, in uscita nel 2023.

La band post punk britannica ha dato il meglio di sé, trascinando il pubblico in un’altra dimensione, attraverso una montagna russa di emozioni.

L’inizio

I The Cure arrivano sul palco qualche minuto prima delle 20.30, a conferma che quello a cui stiamo per assistere sarà un concerto davvero lungo.

Le acconciature dei membri della band sono sempre le classiche: capelli scompigliati e trucco per Robert e outfit stile punk anche per tutti gli altri.

Come al solito sul palco si presentano dei maxischermi posizionati dietro alla band e altri due ai lati del palco.

Fin dal primo brano è chiaro come la band abbia intenzione di lasciare molto spazio alla parte strumentale, infatti Alone viene introdotta con una lunga intro.

Poi è il turno di altri tre brani classici come Pictures of You, durante il quale sono state mostrate immagini di varie foto sullo schermo, e A Night Like This seguita da Lovesong.

Dopo questo salto indietro nel tempo, la band ci ha portati nel presente con il nuovo brano And Nothing is Forever, suonato per la prima volta come inedito a Stoccolma.

Si prosegue con altri brani storici e calmi come Cold, Burn e At Night.

Cambio di ritmo

I primi brani hanno introdotto il concerto in modo piuttosto soft, quasi come se la band volesse farci rilassare e comunicarci di “metterci comodi” e goderci il viaggio.

Il ritmo, però, si è alzato con i brani successivi Charlotte Sometimes, dove le telecamere hanno inquadrato il batterista mentre si scatenava nel proprio assolo per poi cambiare angolo e mettersi alle spalle di quest’ultimo, inquadrando il pubblico che applaudiva durante il brano Push.

Con A Forest, invece, siamo tornati a vedere immagini di altro genere sullo schermo, stavolta c’era…una foresta.

Inedito e fine prima parte

Ma ecco che arriviamo ad uno dei momenti più importanti della serata: quello in cui i The Cure suonano uno dei loro inediti.

Durante gli ultimi concerti, infatti, la band ha sempre inserito una canzone tratta dal nuovo album all’interno della scaletta.

“Questa è una nuova canzone, non l’abbiamo mai suonata prima d’ora, mai.”

Queste le parole di Robert per introdurre A fragile Thing, quinto brano inedito suonato durante il tour.

Quasi 40 anni dopo la prima volta, i The Cure regalano un nuovo brano ai propri fan italiani. Era, infatti, il 1984 quando la band arrivò a Bologna e a Milano per i loro primi concerti.

Dopo questo bellissimo nuovo brano, torniamo ad alzare un po’ i ritmi con Shake Dog Shake e a farci cullare dalla voce pulita e melodica di Robert con From the Edge of the Deep Green Sea, durante il quale ha imbracciato la propria chitarra acustica.

Appare, poi, una luna rossa sullo schermo, e una lunga intro accompagna e introduce l’ultimo brano della prima parte Endsong.

Bis #1

La band scende dal palco per una brevissima pausa di due minuti e torna immediatamente per regalarci altri brani.

“Ti amo! Ci sono ancora un po’ di canzoni da fare”

Così Robert ha voluto rassicurare i fan sul fatto che la fine del concerto fosse ancora lontana.

Subito dopo parte I Can Never Say Goodbye e sullo schermo appaiono immagini di un parco giochi, con una giostra e una ruota panoramica.

Poi è il turno di Faith, che mostra una piccola chiesa malconcia, forse in un cimitero, e Disintegration, che chiude anche la seconda parte del concerto.

Tutti i brani di questo primo bis sono stati molto calmi e leggeri, fatti per cullare il pubblico e farlo quasi addormentare e sognare di avere Robert accanto al proprio letto a cantare una ninna nanna.

Ma era solo un modo per prepararci a ricevere dei sonori schiaffi in faccia nell’ultima parte.

Bis #2 e delirio

Dopo un’altra brevissima pausa ecco che Robert e la band tornano sul palco per l’ultima volta.

“Grazie mille! Purtroppo non parlo italiano. Non ci crederete ma una volta lo parlavo fluentemente, quando avevo circa 6 anni. Avevo un amico che…non me l’ero preparata questa, quando torneremo ve la racconterò”

E no però Robert, non si fa così, ci hai fatto venire la curiosità e ora vogliamo sapere. Vabbè, vorrà dire che torneremo anche al prossimo concerto.

Questa seconda parte è stata una raccolta dei più grandi successi della band, che ha dato il via a un delirio collettivo del pubblico, che ha iniziato a scatenarsi in ogni angolo del forum.

Il primo brano è stato Lullaby, uno dei più famosi e amati dai fan, ma anche uno dei più inquietanti, che nasconde un significato particolare.
Infatti questo brano nasce da un incubo ricorrente che il cantante aveva da piccolo, in cui sognava che un ragno gigante volesse mangiarlo.

“And suddenly a movement in the corner of the room
And there is nothing I can do when I realize with fright
That the Spiderman is having me for dinner tonight”

Lullaby – The Cure

Ma è sulle note di Friday i’m in Love che il pubblico impazzisce letteralmente e abbandona i propri posti per fare video o avvicinarsi il più possibile per godersi lo spettacolo.

“I don’t care if Monday’s blue
Tuesday’s grey and Wednesday too
Thursday I don’t care about you
It’s Friday I’m in love”

Friday i’m in Love – The Cure

Il delirio continua, con persone che ballano scatenate e cantano a squarciagola anche i brani successivi: Close to Me, In Between Day e Just Like Heaven.

Infine, arriva il momento dell’ultima canzone, altro grande successo della band, ovvero Boys Don’t Cry.

Conclusioni

Con questo concerto i The Cure ci hanno fatto fare un viaggio incredibile, con un’atmosfera dark e gotica, ma a tratti anche rassicurante.

La parte più bella è stata vedere il meraviglioso rapporto che la band ha col proprio pubblico, o meglio, con i propri fan.
Nonostante un continuo “via vai” (spesso fastidioso) di molte persone che si alzavano per andare a prendere da bere durante tutto il concerto, tutte le altre erano lì per godersi lo spettacolo e ascoltare la meravigliosa musica dei The Cure.
Immancabile quindi una standing ovation, con applausi interminabili e cori dedicati a Robert che, con una dolcezza disarmante, è rimasto sul palco a ringraziare tutti quasi non volesse andare via.

Insomma, i The Cure l’altra sera ci hanno deliziati con due ore e mezza di musica e poesia.
Perciò, in caso siate affetti dalla voglia di ascoltare pessima musica, ora sapete dove trovare “La Cura”.

a cura di
Edoardo Iannantuoni

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