Stromae – Milano Summer Festival – 20 luglio 2022
Stromae è l’anagramma di Maestro, sarà anche un caso, ma a volte il destino ci azzecca pure.
Stromae è l’anagramma di Maestro, sarà anche un caso, ma a volte il destino ci azzecca pure. È un attimo travisare ciò che numeroso pubblico del Milano Summer Festival scandisce a gran voce. “Stromae, Stromae, Stromae” diventa automaticamente “Maestro Maestro Maestro”. E credo che l’appellativo sia quantomeno azzeccato.
Dopo le esibizioni in apertura del rapper Rhove e della sempre brava e bellissima Margherita Vicario, si è consumato su quell’altissimo palco (almeno tre metri per la gioia di noi fotografi) quello che considero il più bello degli spettacoli dell’estate. Quanto talento quel ragazzo!
Si torna a parlare di world music e di contaminazioni, un continuo altalenare tra passato, presente e futuro. Sonorità etniche che si fondono con l’elettronica, venature spiccatamente soul che si sposano con la tecno, ritmi africani irresistibili che invitano a ballare. Un’onda continua tra i generi che sottolineano quanto sia bello non porsi dei limiti.
Il palco ipertecnologico, come ho detto prima altissimo e immenso, dotato di pannelli computerizzati che creano svariate coreografie. Una sorta di avatar di Stromae accompagna sui megaschermi l’esibizione dell’artista belga. C’è persino un cagnolino robot che scorrazza sul palco.
Un’ora e mezza di concerto per innamorarsi di questo artista globale. Globale perchè Paul Van Haver (questo il vero nome di Stromae) non solo è cantante e autore, ma anche attore, regista, designer. C’è grande bisogno di artisti unici come lui ed è auspicabile che vengano aggiunte altre date italiane oltre a quella già programmata di Roma prevista per il prossimo 16 maggio 2023.
Nel frattempo continua il successo dell’album Multitude (il terzo) lanciato a marzo di quest’anno e tuttora in rotazione radiofonica.
a cura e foto di
Moris Dallini