Santi: siamo tutti un po’ “Estranei”

Santi: siamo tutti un po’ “Estranei”
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Estranei è l’EP di debutto di Santi, uscito il 17 giugno 2022. Tramite esso il giovane cantautore bolognese si racconta, mettendo in luce quello che è stato il suo percorso finora. Noi di The Soundcheck gli abbiamo rivolto qualche domanda

Santi
Prima, però, conosciamo meglio Santi!

Filippo Santi, in arte Santi, è un cantautore bolognese classe 2002. Sin dall’età di 11 anni si esibisce live in vari festival tra Bologna, San Lazzaro e Castel di Casio. Oltre ad aver conseguito il diploma presso il liceo musicale Lucio Dalla di Bologna, Santi ha consolidato la sua carriera musicale con due brani, Bonsai e Morrison, prodotti da Frenetik & Orange.

Nell’estate del 2021 ha aperto le date a Bologna e Torino del Fortuna Tour di Emma Marrone. Nel frattempo collabora con il team di produzione composto da Simone Santi (batterista/produttore) e Lorenzo Macchiavelli (chitarrista/produttore) alla realizzazione di oltre 30 brani.

Il 12 novembre 2021 è uscito il singolo Prendila Come Vuoi, che vede l’inserimento nel progetto di Nicola Balestri (bassista e produttore di Cesare Cremonini), Luca Leprotti (sound designer e vincitore del David di Donatello 2021) e Alessio Piani (Forbes Small Giants 2022). L’11 marzo 2022 viene invece rilasciato Fuori da Qui. Quest’ultimo singolo viene prodotto con la collaborazione di ADA Music Italy di Warner Music Italy.

Insieme al suo team ha lavorato ad Estranei, il primo EP. Questo è stato anticipato dal singolo 92B, uscito il 20 maggio 2022. Al progetto hanno collaborato Alessandro de Crescenzo (chitarrista di Tiziano Ferro e Cesare Cremonini), Andrea Bonomo (noto autore italiano), Damiano Ferrari e HU.

Ciao Santi, intanto benvenuto su The Soundcheck! Partiamo subito con una domanda tosta: Estranei non è solo il titolo di uno dei brani, ma anche dell’intero EP. Nella scelta hai fatto riferimento ad esperienze personali nelle quali ti sentivi distaccato da qualcosa, oppure hai voluto puntare il dito verso una condizione generale di estraneità?

Ciao Annalisa, grazie mille dell’invito, è un piacere per me essere qua e grazie a tutto il team di The Soundcheck per le domande e la curiosità.

Estranei è stata la title track dell’EP per una semplice scelta a livello di significato. Non è tanto correlato al brano singolo, ma ad una condizione che accomuna tutti i brani all’interno dell’EP. Una condizione nostalgica, di estraneità dopo un periodo di chiusura, quello che abbiamo vissuto tutti quanti, che ci unisce. Lo abbiamo vissuto in questi due anni e solo ora stiamo riniziando a vivere delle situazioni comuni tutti insieme, però con qualcosa che incondizionatamente ci porta a fare paragoni con quello che abbiamo passato.

Quindi, in un qualche modo, adesso stiamo vivendo con un po’ più di estraneità. Siamo un po’ più estranei gli uni agli altri. Non so se a te è mai capitato ma, ad esempio, sin dalle prime volte che sono uscito dopo il lockdown con i miei amici non me la sono goduto appieno, persino tutt’ora. Prima ero più spensierato, invece adesso c’è quel minimo pensiero, quella condizione che è cambiata per colpa della pandemia. Quindi ecco, Estranei vuole puntare a quello.

Come descriveresti generalmente il percorso che ti ha portato a creare l’EP? Ci sono stati momenti di sconforto o comunque più difficili di altri?

Bella questa domanda! Sicuramente il processo creativo è molto difficile. Mi spiego: quando vai a creare i singoli, ti concentri tanto tempo su un determinato brano. Su un EP, che può essere paragonabile ad un album, la concentrazione si suddivide fra tutti i pezzi che lo compongono. Devi quindi pensare a tantissime cose, come alla coerenza fra i brani. Non ne puoi mettere alla cavolo o alla carlona, come si direbbe qui a Bologna.

C’è, insomma, un processo creativo abbastanza complesso. Piacendo a me così tanto il lavoro che faccio, non sento lo sforzo. Per me stare in studio è un’esperienza tutte le volte nuova. Ciò che più mi piace è che ogni giornata non è mai uguale a quella precedente. Questo mi stimola nel processo creativo e mi dà la forza per andare avanti. È una gran figata.

In alcuni brani, come ad esempio Notte Fantastica, Bravi Ragazzi ed Estranei, traspare a tratti un tono nostalgico quasi. A cosa è dovuto? C’è qualcosa che ti manca?

Diciamo che la nostalgia è il sentimento che più riprendo nell’EP. Non solo in questi tre brani, ma anche in Fuori da Qui, 92B e Prendila Come Vuoi. Come dico sempre, Estranei è un EP che parla di emozioni provate in prima persona. Io sono un tipo di mio molto nostalgico, adoro ricordare momenti belli che hanno caratterizzato la mia strada in quanto persona e artista.

La nostalgia è qualcosa che mi appartiene tantissimo e altrettanto tantissimo mi piace. Adoro essere nostalgico e scrivere in quel modo, ricordando qualcosa che ho vissuto e che vorrei rivivere. Sicuramente in quei tre brani lì, quelli nuovi, la nostalgia è un sentimento che ho provato mentre li scrivevo ed evidentemente si sente. Questo per me è un vantaggio, perché significa che in qualche modo sono arrivato all’ascoltatore.

Se dovessi indicare, tra le tracce dell’EP, quella alla quale sei più legato o che ti rappresenta maggiormente, quale sceglieresti e perché?

Lo sapevo! Questa domanda è proprio bruttissima per me. Guarda, ti rispondo così. Chiedere a me quale canzone preferisco è come chiedere a mamma e papà a quale figlio vogliono più bene. Comunque, scherzo, non è brutta, è solo molto difficile. Per ogni brano ti potrei raccontare una storia di almeno due giorni, potremmo stare qui a fare un’intervista di due settimane. Ogni pezzo, come ti dicevo prima, l’ho scritto in una parte della mia vita dove sentivo quelle cose. Quindi, dal momento che le senti, le stai provando e vivendo. C’è un passato che ti ha portato a percepire una certa sensazione.

In questo EP non c’è un brano che ascolto e dico: “cavolo, questo l’abbiamo fatto a tavolino in studio”. No. Ogni volta che ascolto un pezzo penso a un momento, a qualcosa che mi ha caratterizzato e che mi ha fatto vivere tante emozioni. È veramente difficile come domanda. Posso però dire che il brano che ho scritto tutto io da capo a fondo, sia musica che parole, è Bravi Ragazzi. Non sono più legato a lui, ma c’è una puntina che mi fa dire: “quello è proprio uscito letteralmente in quindici minuti”. Ci sono un po’ più affezionato, però anche a Notte Fantastica, Estranei, 92B… alla fine, sono legato tantissimo a tutti.

Cosa vorresti assolutamente trasmettere o far arrivare a chi ascolterà Estranei?

Il messaggio di Estranei è che le emozioni non devono sovraccaricare la persona che siamo. Mi spiego: Estranei parla di emozioni. Ognuno di noi ne prova tutti i giorni. Estranei parla anche di cose che ci hanno accomunati in questi due anni, come dicevamo prima. Ad esempio, il lockdown è qualcosa che tutti abbiamo vissuto nello stesso modo. Siamo stati tutti in casa, nello stesso periodo di tempo. È qualcosa di oggettivo, che ci ha unito. Io ho preso questa cosa qua perché, per me, la musica vince quando accomuna più persone possibili. Ho fatto mia questa condizione ed ho provato a metterci dentro delle emozioni mie, quei sentimenti provocati da quel qualcosa che ci ha accomunato tutti.

Quindi, il messaggio di Estranei è: se a te che ascolti arriva la nostalgia che provavo non sei diverso. Siamo estranei, ma anche persone normali che hanno vissuto qualcosa insieme in maniera uguale. Io sono stato in casa due mesi, tu sei stata in casa due mesi… Nella canzone Estranei canto: “non sarà più primavera, sta cambiando l’atmosfera”, poi dico: “estranei come prima”.

Anche prima eravamo diversi, ma ora lo siamo con una consapevolezza non uguale. È normale essere estranei, avere certe paranoie, certi momenti nostalgici, ma anche felici. In Bravi Ragazzi parlo di una coppia che beve vino e si ubriaca. C’è un che anche di goliardico. Sono tante emozioni, tutte belle. Siamo estranei come prima, però siamo belli così. Bisogna continuare a vivere in maniera emozionante.

Ci puoi fare qualche piccolo spoiler su ciò che hai in programma per il futuro?

Io non sono solito, in realtà, fare tanti spoiler, però farò un’eccezione perché vi voglio bene. Ci sono tantissime canzoni ancora. Ho moltissime cose da dire. Adesso voglio dare importanza all’EP, voglio veramente capire dove può arrivare la forza delle canzoni in esso. Al tempo stesso, però, non voglio soffermarmici troppo. Sto già pensando a cosa far uscire prossimamente.

Sono, però, anche una persona che vuol fare respirare la musica che ha fatto uscire. Non ci sarà sicuramente un singolo il prossimo mese. Voglio far capire veramente alle persone il messaggio che sto dando e il perché io abbia fatto uscire quelle canzoni. Non sono un jukebox, che clicchi e fa uscire un brano. Bisogna avere rispetto per l’arte che uno fa.

Ci saranno però, come dicevo, tantissime canzoni. C’è tantissima musica. Questa estate ho la fortuna di fare tantissime date e sono davvero molto contento. Domenica 19 giugno c’è stata la presentazione del mio EP a Bologna, poi farò moltissime cose che non vedo l’ora di fare. Entrerò in contatto con le persone live. Guarda, sono veramente emozionato.

a cura di
Annalisa Barbieri

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