Lo stile Streetwear e i suoi infiniti legami
Cerchiamo di analizzare questo fenomeno diffuso tra i giovani e capire il perché del suo enorme successo
Streetwear è un termine inglese coniato nel 1994 e significa propriamente “abbigliamento da strada”. Sta ad indicare un nuovo e particolare modo di vestirsi molto in voga tra adolescenti e giovani adulti (età compresa tra i 18 e i 25 anni).
Origine: anni ’70-’80
La sua nascita è ubicabile intorno agli anni ’70-’80 e sta a rappresentare quel tipo di stile e di vestiti proprio di skater, rapper, ragazzi che praticano break dance, baseball o addirittura surf. Dalla Streetwear derivano tantissimi tipi di movimenti contemporanei il più importante dei quali è sicuramente il Punk ma anche la New wave e l’Heavy metal.
La sua più grande esplosione però, è avvenuta nel mondo dell’Hip-hop, dei graffiti e del Rap game intorno agli anni ’90 e primi anni 2000. Si tratta di un modo di vestirsi molto comodo e difficilmente etichettabile, come gran parte della moda odierna (tra l’altro, che noia queste categorizzazioni!).
Crescita: anni 90–2000
Il fondatore della Streetwear è Shawn Stussy ed è ovviamente suo anche il primo brand di riferimento, Stussy. Marche molto più famose nel mercato internazionale sono: Adidas, Nike e Supreme. Da menzionare, ovviamente, il super brand italiano Off-White (con l’eclettico designer Virgil Abloh), Carhartt, Champion e Timberland.
Un grandissimo passo in avanti dello Streetwear è stato fatto con la firma del cestista più forte di tutti i tempi: Micheal Jordan, con il brand Nike nel 1984. Dando vita a tutto quel movimento ed acquisto di sneakers firmate o originali che fanno letteralmente impazzire i ragazzi: attese in file kilometriche di notte, attendendo l’apertura del negozio il mattino successivo solo per assicurarsi il nuovo paio di Jordan. Tutto questo, assolutamente non ad un prezzo irrisorio.
A seguire, abbiamo l’avvento di marchi che vanno per la maggiore ancora oggi: stiamo parlando di Gucci, Fendi, Prada, Burberry, Valentino, Balenciaga e Versace. Un’unione strana ma quanto mai riuscita. Lo stile comodo e casual che si mescola con quello elegante hanno dato vita al cosiddetto “abbigliamento sportivo di lusso“.
Basta guardarsi un po’ attorno e anche in discoteca possiamo vedere molti ragazzi che ballano con addosso maglie di Gucci e Versace (comprate dai propri genitori). Super classiche sono anche le scarpe Balenciaga le quali non ti possono lasciare indifferente: o le odi o le ami. Se vi può aiutare a scegliere, sono vendute alla modica cifra di 645€.
Marche Streetwear più di “nicchia”
Altre marche Streetwear famose ed internazionali, oltre le già citate sopra, sono Vlone, Heron Preston, A Bathing Ape e Palace.
Il gruppo rap A$AP Mob fonda la linea Vlone, nata nel 2016 dall’idea dei rapper A$AP Bari, anche designer, e A$AP Rocky. Heron Preston nasce dall’artista Heron Preston, il quale, nella sua carriera, collabora con artisti e amici tra i quali Virgil Abloh, Kanye West e Marcelo Burlon. A Bathing Ape o BAPE nasce nel 1993 a Tokyo in Giappone da uno dei nomi più importanti nel mondo dello Streetwear, anche produttore discografico e disc jockey: Tomoaki Nagao detto Nigo. Palace nasce come brand di skateboard ed abbigliamento nel 2009 a Londra. Anche qui il suo fondatore, Levent “Lev” Tanju, è di origini giapponesi.
Marcelo Burlon County of Milan, GCDS e Doomsday Society, insieme alla già citata Off-White, sono brand italiani, orgoglio nazionale della Streetwear.
Marcelo Burlon fa parte della holding company New Guards Group fondata a Milano nel 2015 da Antonioli, De Giglio e Burlon. GCDS nasce dai fratelli Calza (Giuliano e Giordano) sempre a Milano nel 2015 e la sigla è l’acronimo della frase “God Can’t Destroy Streetwear”. Doomsday Society è una realtà sicuramente meno conosciuta delle altre due, fondata dal rapper sardo Salmo, dall’illustratore e tatuatore Francesco Liori (aka FR3NK), e dal co-fondatore Andrè Suergiu.
a cura di
Federico Cataldi
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