Nibirv: “Parole Sbagliate” e i meccanismi disfunzionali e manipolatori nelle relazioni

Nibirv: “Parole Sbagliate” e i meccanismi disfunzionali e manipolatori nelle relazioni
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Dal 14 gennaio è disponibile in rotazione radiofonica “ Parole Sbagliate”, il brano della cantautrice Nibirv.

Sofia Buconi, in arte Nibirv, ritorna sulla scena musicale con “Parole Sbagliate”, quelle parole che vengono utilizzate in particolar modo nelle relazioni di coppia.

Il messaggio di Parole Sbagliate

Nibirv nel comunicato stampa, in relazione all’uscita del nuovo singolo ha dichiarato:

“ Parole Sbagliate è una canzone triste vestita da canzone felice, l’ho scritta in un momento di grande lotta cercando la leggerezza per affrontare tutto. Da sempre ogni volta che succede qualcosa di brutto dopo qualche tempo raccolgo i pezzi e metto tutto in una canzone. Un’artista non butta via niente. “

Singolo di Nibirv “Parole Sbagliate”

Incuriositi dal progetto musicale e non solo, abbiamo intervistato Nibirv.

Ciao Nibirv, benvenuta su The Soundcheck! Nasci come Sofia Buconi ma nel mondo della musica sei conosciuta come Nibirv, da cosa nasce la scelta di questo pseudonimo?

Ciao The Soundcheck e grazie per lo spazio! Il nome Nibirv nasce dalla mia curiosità, da anni si parla di questo fantomatico pianeta X che dovrebbe estinguerci chiamato anche Nibiru, ma approfondendo le ricerche ho scoperta che i sumeri nei loro calcoli astronomici avevano identificato questo spicchio di cielo da cui gli Dei potevano scendere sulla Terra. Il nome che gli hanno dato era Nibiru (che significa “passaggio”) e mi piaceva moltissimo questa immagine di un gate interspaziale che unisse l’uomo al divino. L’uso della V romana invece è più che altro casuale..

Come nasce la tua passione per la musica? Sei anche l’autrice dei tuoi singoli, quando hai scritto la tua prima canzone in assoluto e cosa raccontava?

La passione per la musica nasce con me, da che ricordo ho sempre cantato e scritto canzoni. Già dalle elementari cercavo di coinvolgere le mie amiche nei miei progetti musicali. Trascorrevo ore sull’altalena a cantare a squarciagola. Era la cosa che mi rendeva più felice in assoluto e quella sensazione di volare mi faceva sentire quasi di trascendere dal mondo. La prima canzone che ho scritto se non sbaglio risale alla terza elementare e si chiamava “un posto in prima fila”, uno pseudo rap con ritornello alla Jovanotti anni 90. Parlava di cinema, altra passione che mi è rimasta addosso.

Dal 14 gennaio è in rotazione radiofonica “Parole Sbagliate”, ci parli di questo nuovo progetto musicale?

Dopo la collaborazione con Universal e Thaurus per i miei primi singoli ho scelto di prendermi un po’ di tempo per mettere a fuoco la mia direzione artistica e in questo periodo sono nate diverse canzoni, molto più personali e intime. Così ho pensato che avessero bisogno della casa giusta per affacciarsi al mondo e con Piuma Dischi ho trovato il “calore” che cercavo.

Ascoltando il brano “Parole Sbagliate” una delle frasi che mi ha colpito è “Resto sempre la stessa, quindi ogni giorno diversa”. È come dire che la nostra essenza rimane quella anche se ovviamente noi ci evolviamo. Cambiamo, piene di sfumature. Ci possiamo perdere, ma si ritorna sempre a sé, perché in fondo siamo sempre quelle. È una lettura giusta la mia o intendi altro?

La tua lettura è corretta. Ci sono momenti in cui ci sentiamo come svanire nei cambiamenti che si susseguono naturalmente dentro e fuori di noi. Credo che impegnarsi a costruire un Io solido, mantenendo la flessibilità e il coraggio di mettersi sempre in discussione, siano fra le cause per realizzare la nostra missione in questa vita, qualunque essa sia.

Ci sono state nella tua vita delle parole sbagliate che hai pronunciato ma in che realtà alla fin dei conti si sono rivelate giuste? Oppure parole giuste che si sono rivelate
sbagliate per i motivi più svariati?

Il linguaggio è la base della relazione fra noi e il mondo che ci circonda. In questo periodo finalmente stiamo restituendo importanza alle parole come veicoli di messaggi e gerarchie di potere non sempre funzionali. Nella canzone volevo portare in luce quei meccanismi disfunzionali e manipolatori in cui spesso inciampiamo nelle nostre relazioni di coppia: una volta imparato un certo “linguaggio” e i gesti che ne conseguono diventa molto difficile correggerlo, un po’ come quando capita di imparare una canzone con le parole sbagliate. Anche quando poi verifichi l’errore è molto difficile che smetta di suonare come l’hai imparata nella tua testa.

I tuoi primi singoli sono di impronta rap, invece con “Parole Sbagliate” ti sei spostata al mondo sonoro più R & B e Pop. Questo cambiamento è circoscritto al singolo o in questo momento ti senti più vicina al secondo mondo? Quali sono gli artisti di entrambi i generi che ti hanno accompagnato nella tua vita?

Onestamente quando scrivo non mi preoccupo troppo (forse sbagliando) del genere di riferimento della composizione. Voglio solo che fluisca da me nel modo più naturale e sincero possibile. Il rap fa parte del mio modo di scrivere. Da piccola passavo intere giornate a imparare e tradurre i testi di Eminem e con “950″ di Fritz Da Cat ho scoperto l’amore per il rap in italiano. Ma ho familiarizzato negli anni con tantissimi generi diversi. Crescendo mi sono appassionata a Subsonica, Verdena e Afterhours, poi ho trovato la mia inarrivabile musa in Bjork. Ma la mia formazione come cantante non può prescindere dall’r&b, dal soul e dal jazz. Stevie Wonder, Nina Simone, Chet Baker… sono un’ascoltatrice abbastanza schizofrenica, ultimamente sto “consumando” Sza e Massimo Pericolo.

Cover “Parole Sbagliate”
Complimenti per la copertina di “Parole Sbagliate”, com’è nata? Prendendo spunto dalla cover facciamo un giochino: mi dovresti
associare una canzone per te importante ad ogni simbolo presente in copertina: legami, memories, veleno, percorso, ferita e fiaba.

La copertina di Parole Sbagliate è nata dal desiderio di creare una sorte di mappa concettuale degli elementi che mi hanno portato alla stesura del brano. Accolgo la sfida del giochino e associo (a bruciapelo) a:

LEGAMI: Faith di George Michael

MEMORIA: The Mother Lode di Thom Yorke

VELENO: Drugs Don’t Work di Richard Ashcroft

PERCORSO: Senza Paura del Quintetto X

FERITA: Stagno dei Subsonica

FIABA: Entitlement di Jack White

La tua prima apparizione su un palco è avvenuta da bambina insieme a tuo padre per una performance di violino e voce, accompagnandolo con danza e tamburello, durante l’intermezzo dello spettacolo di Lucio Dalla al Teatro Comunale di Sasso Marconi. Che ricordi hai della tua prima esperienza su un palco? Hai avuto modo di conoscere il compianto Lucio Dalla?

Avrò avuto 7/8 anni. Ricordo che invece di fare le prove mi impuntai per andare a mangiare la pizza così salii sul palco alla cieca. Conoscevo abbastanza bene lo spettacolo di mio padre da sentirmi a mio agio ad improvvisare e così fu. Ricordo che feci alzare tutto il teatro quando sul finale mi cimentai in una spaccata col tamburello in aria. Le persone venivano a cercarmi per farmi i complimenti dopo lo spettacolo. Fu molto bello, per me era tutto naturale. Di Lucio ricordo solo che mi disse che ero bella come un angelo.

Nel 2010 hai partecipato alla quarta edizione di X Factor. Che è esperienza è stata in generale? Qual è la prima immagine che ti viene in mente e ti fa scappare un sorriso?

Xfactor è stata un’esperienza molto forte. Non sarei sincera se dicessi anche felice. Ma sicuramente non era il momento giusto per me. La prima immagine che mi fa scappare un sorriso: sicuramente uno dei tanti tormentoni che usavamo per rompere la tensione con gli altri ragazzi e le mattate con la mia amica Dorina.

Dopo “Parole Sbagliate” cosa ci dobbiamo aspettare musicalmente parlando? Cosa vorresti che succedesse nel 2022 intendo in generale?

Aspettatevi un disco, perché ho voglia di farlo!! Sperando che si possa tornare anche a sudarsi addosso in qualche locale mi piacerebbe fare un tour prima o poi.

Grazie a Nibirv .

Ad Maiora!

a cura di
Francesca Cenani

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Francesca Cenani

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