Brigata Bianca: il nuovo album di Samuel

Brigata Bianca: il nuovo album di Samuel
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Brigata Bianca è il nuovo album da solista di Samuel Romano

Brigata Bianca, il secondo album da solista di Samuel Romano,è la sintesi perfetta e sorprendente di un lavoro nato nella surreale, magica e irriverente quiete del Golfo Mistico, lo studio che ha accolto in tempi di pandemia i nuovi progetti del musicista e autore torinese, prima di trasformarsi in un incredibile tour in barca a vela.

Samuel non ama adagiarsi per troppo tempo negli stili musicali e forse ancor meno ancorarsi agli stilemi claustrofobici di un mercato musicale troppo avvezzo alle etichette consolidate.

A quattro anni di distanza dal suo primo album da solista, “Il Codice della Bellezza”, esordio dal taglio decisamente pop, Samuel torna a parlare il linguaggio della musica elettronica e del ritmo tribale, ritrovando le componenti indissolubili del suo alfabeto originale.

Sarà forse per la sua (sana) bulimia creativa, ma Samuel non può fare a meno di muoversi in una sperimentazione costante di nuove sonorità e parole, senza il timore di risultare, ogni volta, così diverso dal progetto precedente ma sempre così fedele a se stesso.

Brigata Bianca lo testimonia, perché è, a tutti gli effetti, un disco godibile e di valore.

La varietà dei ritmi e delle suggestioni che lo compongono sono frutto della collaborazione di Samuel con artisti e produttori musicali, prima di tutto amici, che hanno lavorato con lui a questo progetto, tracciando il disegno mutevole e multiforme di un racconto collettivo.

Una vera e propria brigata, guidata dall’intento comune di fare musica, bene e insieme, superando i limiti della distanza fisica imposta dal Covid. Un segno di speranza, ecco perché la sua diventa immediatamente una brigata bianca.

Anche la bandiera che campeggia sulla copertina dell’album è bianca, ideale di una conquistata (forse mai perduta) indipendenza espressiva; i simboli geometrici che la decorano sono segni di un codice che cerca di tradurre visivamente le emozioni delle 15 canzoni che compongono l’album.

L’ascolto si apre con Gira la testa dove forse è naturale sentire il taglio preciso del DNA “subsonico”, reiterato, compatto, ossessivo: un suono che ci risulta familiare, ma che ha la capacità di sorprendere per l’insieme sperimentale di ritmi che si esaltano a vicenda.

Partiamo incuriositi e la novità, inattesa quanto sperata, arriva però con la seconda traccia, Giochi pericolosi, con il generoso featuring di Willie Peyote in cui il rapper fa da padrone ma non oscura la precisione da vocalist di Samuel, nel suo abile destreggiarsi su tonalità alte, facili e comode per la sua estensione.

In Se rimani qui è l’elettronica “dolce” e nostalgica, a cui Samuel ci ha spesso abituati, che ammicca a passati lontani ma non troppo: Samuel sa giocare con i testi, le sue sillabazioni incatenano le melodie ai testi, il tempo del racconto è facile da memorizzare, quanto la storia che è narrata, e ci troviamo così anche noi dentro ad osservare la metamorfosi di un rapporto che diventa indispensabile nella quotidianità.

Recensire un nuovo lavoro non è solo cercare tracce o parallelismi con il passato ma è anche rendersi consapevoli dei passi avanti. Uno di questi è, di certo, Tra un anno, primo singolo estratto dall’album, già uscito a fine Agosto: il tempo è diventato una costante dei testi di Samuel, forse la sua (nuova) ossessione.

Di sicuro il viaggio intenso del suo Golfo mistico ha messo sulla bilancia sonorità più ampie, solari, beneficiando di aperture musicali dai toni positivi e arrangiamenti che portano in questo album, tra le tante, anche la firma di Roy Paci.

Cocoricò è, a mio avviso, il diamante della tracklist, il punto in cui il viaggio diventa fisico e metafisico al tempo stesso: passato e presente si fondono e si confondono, mutevoli come la notte, come ogni certezza e come ogni apparenza. Impreziosita dal featuring di Colapesce, la traccia scivola via come una carezza, nostalgica quanto basta perché ognuno di noi possa immedesimarsi nello stupore di chi, almeno una volta nella vita, ha guardato “in alto gli aeroplani, facendo il cannocchiale con le mani”.

A guardare lassù o a guardare altrove ci pensa l’attitudine incondizionata alla contaminazione dei generi così presente in questo album. Cosa vuol dire? Che in Bum Bum Bum Bum ritrovi il featuring di Ensi, che lascia nel ritmo sincopato del brano lo spazio preciso per la voce di Samuel, senza dimenticare il tributo ai “buncia” di antesignana memoria a cui siamo abituati dai tempi di Microchip Emozionale. Un tributo che (forse) non può mancare.

Che in Samuel scorresse sangue decisamente techno non è certo una novità: i suoi Dj set live in tempi di pandemia sono stati seguiti in diretta streaming sui suoi canali social, apprezzati anche dai nostalgici frequentatori delle serate Krakatoa al The Beach di Torino. I tempi dei Motel Connection, di Samuel e Dj Pisti alla consolle, forse non sono così lontani se ascoltiamo tutta d’un fiato la nuova Nemmeno la luce.

A completare il quadro caleidoscopio di questo album, in Brigata Bianca non mancano le ballate, che diventano occasione di incontro artistico con una voce giovane e cantautorale, capace di raccontare l’amore con un vocabolario nuovo; la voce è quella di Fulminacci ein Felicità, scritta a quattro mani, la ricetta è semplice, cristallina: “felicità a volte arriva e a volte va, a volte è un rischio, a volte una necessità.”

Brigata Bianca ci rivela che Samuel ha ben chiari i confini e le potenzialità del suo Golfo Mistico: un approdo da cui partire e a cui fare sempre ritorno, consapevole del fatto che la bellezza del suo mestiere sta soprattutto nel viaggio in mare aperto, tra onde sonore e panorami musicali da scoprire, senza mai porsi limite alcuno. Buon viaggio!

a cura di
Emanuela Ranucci

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Emanuela Ranucci

Nata a Torino, laureata in Comunicazione multimediale con una tesi specialistica in Letteratura italiana contemporanea, nel 2001 inizia a lavorare in RAI come redattrice e assistente di produzione per la realizzazione dei programmi televisivi educativi di Raitre (Melevisione, Screensaver). Nel dietro le quinte della tv si innamora della fotografia, realizzando le sue prime foto di scena. Da quel momento non abbandona più la macchina fotografica, dedicandosi a reportage, backstage, eventi, concerti e still life. Attualmente si divide tra i progetti da fotoreporter&videomaker e la sua agenzia di comunicazione (Loom Collective) che ha fondato a Torino.Nel tempo che rimane, ama: viaggiare, sorseggiare il barbera, nuotare al mare (anche d’inverno), cantare (stonando) in sala prove.

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