SanPa:una serie che fa discutere

SanPa:una serie che fa discutere
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Fra le ultime uscite dello scorso anno SanPa è una delle serie, in onda su Netflix, che fa più discutere. Cinque episodi diretti da Cosima Spender che approfondiscono la nascita e la fama di una delle comunità terapeutiche più popolari in Italia.

Nei primi episodi della serie si evidenzia la diffusione dell’eroina negli anni 70, elemento che distrusse definitivamente gli ideali di rinnovamento dei giovani. Di conseguenza lo Stato dimostrò tutta la sua impreparazione verso una vera emergenza sociale.

Vincenzo Muccioli

Il vero protagonista è Vincenzo Muccioli. Ha realizzato quasi dal niente una comunità che aveva un intento nobile e primario: la riabilitazione fisica e psicologica dei ragazzi vittime della droga. Ha dimostrato coraggio e abnegazione andando quasi contro alle convenzioni.

Le prime accuse gli sono state mosse dal Gip di Rimini Vincenzo Andreucci riguardo ai metodi coercitivi adottati nella comunità. Questo episodio è riuscito abilmente a girarlo a suo favore nei confronti dell’opinione pubblica. Muccioli veniva visto come un padre amorevole che ogni tanto da qualche schiaffone a fin di bene.

Fenomeno mediatico

Negli anni la sua determinazione ha portato i suoi frutti. Dal 1985 i politici più in vista facevano a gara per visitare la comunità. La famiglia Moratti, legata a Muccioli già dai primi anni, contribuisce in parte al suo sostentamento. Televisioni e giornali facevano la corte al patron di SanPa facendolo diventare una sorte di fenomeno mediatico.

Viene instituita la Fondazione San Patrignano. A capo del regolamento, viene specificato che Muccioli e i suoi familiari rinunciano alla proprietà per donare tutto alla Fondazione. Ad oggi, la struttura accoglie 26 mila ragazzi in maniera gratutita ed è diventata la comunità più grande d’Europa.

Una morte misteriosa

Col tempo vengono fuori le crepe sfociate con l’omicidio di Roberto Maranzano avvenuto all’interno della comunità. Nel 1994 Muccioli viene condannato a otto mesi di carcere per favoreggiamento e assolto dall’accusa di omicidio colposo. L’anno successivo Muccioli perde la vita. Anche se la causa del decesso è ufficialmente per cause naturali la sua scomparsa rimane avvolta nel mistero.

In definitiva una serie ben corredata da testimonianze dirette di ex ospiti della struttura e, fra gli altri, del figlio Andrea Muccioli. Una narrazione che tiene incollati allo schermo, uno spaccato della vita politica e sociale del nostro paese. La legge Iervolino – Vassalli del 1990 è un po’ il frutto delle sue battaglie e delle sue influenze a livello politico.

Le polemiche

La comunità di San Patrignano si è subito dissociata dalla docu-serie, preoccupata per i conseguenti “effetti negativi e destabilizzanti”. Accusano inoltre il progetto di spettacolarizzazione, drammatizzazione e semplificazioni. Difendono in sostanza il loro operato a fronte di un prodotto di puro intrattenimento commerciale che sacrifica gli elementi di oggettività.

Riguardando con attenzione gli episodi e la storia di SanPa vengono fuori, come il titolo recita, luci ed ombre. Muccioli ha senza dubbio avuto il merito di riabilitare migliaia di ragazzi. Col tempo la situazione gli è sfuggita di mano perché non ha saputo scegliere collaboratori validi. Dopo la sua morte la comunità si è chiusa ancora di più in un muro di omertà forse per salvaguardare la sopravvivenza stessa degli ospiti.

Una vicenda umana

La serie ripercorre e approfondisce tutte le sfumature umane, politiche e di costume legate ad un uomo scaltro e coraggioso, decisamente felliniano. Comunica la necessità di mettere ordine in una vicenda determinante per quegli anni, di approfondire gli aspetti umani e sociali che ne sono conseguiti.

Una gestazione della serie durata due anni, coaudivata anche da Carlo Giuseppe Gabardini per la raccolta del materiale con testimonianze, foto, documenti esclusivi e mai pubblicati. SanPa ha il dono di permettere ai protagonisti, in maniera autentica, di riaprire vecchie ferite e raccontare momenti decisivi della loro vita.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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