Unaderosa e il suo progetto musicale Renanera

Unaderosa e il suo progetto musicale Renanera
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Unaderosa napoletana di nascita e lucana di adozione, apprezzata per le sue innate doti interpretative e compositive.
Ideatrice principale del progetto musicale Renanera dove esprime le sue nuances vocali che la legano alla terra del sud.

Al suo fianco Antonio Deodati che si occupa della parte tecnica, tastiere, vocoder, wavedrum, arrangiamenti. Alle percussioni troviamo Pierpaolo Grezzi, autore di canzoni e musicista.

Il 29 maggio è stato pubblicato un intero album di undici tracce dedicato a Napoli con sonorità elettriche: Sta voce è ‘a mia.
I Rananera hanno reinterpretano i classici della canzone napoletana con un nuovo sound. Il titolo dell’album prende spunto dal testo del brano di apertura Voce ‘e notte.
Non mancano melodie e testi aggiuntivi personalizzati da Unaderosa per rendere il lavoro qualcosa di unico.

Ci racconta altre curiosità durante l’intervista.

Concetta in arte Unaderosa, raccontaci un po’ di te e a che età ti sei avvicinata alla musica…

Da piccolissima ero stonata ma sono cresciuta a “pane e musica” con mio padre batterista.
Pian piano ho iniziato a cantare le canzoni di Renato Zero, Lucio Dalla e ascoltavo i Deep Purple e i Black Sabbath.
Ho sviluppato così una personalità musicale piuttosto versatile.

Ho trasformato la mia passione in un mestiere a 15 anni e ho iniziato a comporre le prime canzoni con la “chitarra dalle corde durissime”. Ancora oggi la suono maluccio.
Me la cavo meglio con le percussioni, per fortuna.
Qualcuna delle mie prime canzoni è stata inserita nel mio disco Eklettika. Pubblicato con Edel Italia e recensito persino da Vincenzo Mollica, prima di fondare Renanera.

In che modo vi siete conosciuti con i componenti della band Renanera e quando avete pensato di far gruppo?

In realtà Renanera è un progetto musicale più che un vero e proprio gruppo. Ho conosciuto il produttore Antonio Deodati di Lagonegro (PZ), perché cercava nuovi talenti. Con lui si è avviata la mia cosiddetta carriera discografica, prima come solista.

Intanto Antonio è diventato mio marito e gli ho proposto di realizzare il mio sogno: creare un progetto adatto ai live che racchiudesse tutte le caratteristiche passionali e viscerali che appartengono alla mia indole, qualcosa che mi somigliasse davvero.
Antonio è un arrangiatore molto originale e competente. Ha reso le mie canzoni diverse, non oso dire belle perché non spetta a me, ma sicuramente autentiche.

L’esperienza musicale che ricordi con immensa felicità?

Con Vittorio De Scalzi (New Trolls) abbiamo prodotto un album insieme e nei live con lui si crea un’atmosfera sempre molto intensa. Ma ricordo con gran piacere anche Eugenio Bennato e il disco con lui realizzato nel nostro studio a Lagonegro, così come l’esibizione insieme.

Mi è piaciuto molto lavorare con Michele Placido in diverse occasioni. Sorrido sempre pensando che ho dormito a casa sua in campagna, durante la costruzione di un suo spettacolo a cui ho partecipato e di cui si è occupato mio marito. Mi emoziono sempre e tantissimo.

Le mie collaborazioni con la Rai sono sempre formative.
Ho avuto l’opportunità di conoscere professionisti in gamba con cui nasce sempre una bella amicizia, come con il regista Federico Cataldi che con noi Renanerha girato in Basilicata la docu-fictionVoci di una terra, di cui abbiamo composto anche le musiche. Su youtube trovate le nostre esibizioni, mi farebbe piacere se le guardaste.

Sta voce è ‘a mia è dedicato a Napoli, quali caratteristiche spiccano in quest’album? C’è una canzone che più delle altre senti “tua”? Perché…

In realtà è dedicato alla mia famiglia napoletana. Ho composto in diversi dialetti meridionali negli ultimi 8 anni, realizzando anche lavori commissionati.
Questa volta ho azzardato, rischiando tutto, soprattutto di farmi criticare, perché la musica classica napoletana è perfetta, non si tocca!

Per ora l’album sta ricevendo consensi e apprezzamenti inaspettati e sorprendentemente positivi, grazie sicuramente al sound urban molto particolare e alla qualità del disco di cui va il merito ad Antonio Deodati che ha un’esperienza ormai trentennale e vanta collaborazioni di un certo spessore artistico.

Mi sono permessa di aggiungere talvolta, anche piccole parti testuali e melodiche composte da me… non ho resistito!
La canzone che amo di più è Era de maggio non l’avevo mai cantata, è poesia allo stato puro e spero di non averla rovinata.

Quali progetti vi vedranno partecipi nei prossimi mesi? 

Prossimamente andrà in onda su Rai Tre una puntata di un nuovo format dedicata a me e al progetto Renanera. Stiamo inoltre ottimizzando un fotolibro con le tracce musicali che abbiamo realizzato per la docu-fiction andata in onda su Rai Storia, ascoltabili in streaming attraverso un link QR Code inserito nel libro.

Il titolo è Terra da cammenà, realizzato con le foto di Francesco Lacentra, fotografo-antropologo, con la prefazione di Antonio Gerardo D’Errico, rinomato scrittore e poeta, e con l’introduzione di Pierpaolo Grezzi, scrittore e docente di filosofia araba ed ebraica alla Sapienza. Ho scritto personalmente i prologhi nel libro. Si è occupato della grafica e dell’impaginazione Antonio Deodati.

Intanto ho concluso anche il mio libro ma ne parlerò più in là.
Abbiamo in programma di andare a Bologna a suonare da Red Ronnie con cui abbiamo già realizzato un’intervista di recente.

Tra le altre cose, mi piacerebbe rivedere presto i miei compagni di viaggo per festeggiare Il Premio Eccellenze Italiane conferitoci nel Giugno del 2019 alla Camera dei Deputati da Domenico Cosentino.
Insomma , tante belle cose tra cui: fare i genitori a tempo pieno!

a cura di
Silvia Consiglio

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2 pensieri su “Unaderosa e il suo progetto musicale Renanera

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