Fabrizio Caramagna, il ricercatore di meraviglie

Fabrizio Caramagna, il ricercatore di meraviglie
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Nell’era della brevità, dove ci si esprime ormai attraverso il minor numero possibile di caratteri, prende forma un linguaggio evocativo e rivelatore, di cui Fabrizio Caramagna è il principale esponente italiano.

L’ho intervistato per voi.

Buongiorno, l’aforisma è una frase breve che condensa un significato intenso. Come mai ha scelto di scrivere in questo modo e cosa la spinge a farlo?

Buongiorno a te! Per me l’aforisma è il massimo di senso con minimo di parole, ciò che può essere detto in 400 pagine può essere condensato in modo potente anche in quattro parole. E’ indubbiamente un genere letterario antico, ispirato da norme di comportamento e proverbi. Io lo vedo come una folgorazione, un pensiero controcorrente, che ama smascherare luoghi comuni e apparenze.

Paradosso che ribalta i luoghi comuni, ci permette di vedere l’universo sotto un altro punto di vista. Non per altro deriva dal greco aphorizein, che significa orizzonte. Quindi il compito di un aforisma è quello di ribaltare l’orizzonte delle nostre convinzioni.

Ho iniziato a scrivere a 18 anni, le mie prime produzioni erano brevi racconti, di massimo due pagine. Ma più andavo avanti più li condensavo. Penso di aver sempre avuto una tensione verso la brevità, l’ossessione di far stare un libro in una pagina, una pagina in una frase e una frase in una parola. Con l’avvento dei social queste frasi brevi sono diventate l’unico modo per esprimersi, una forma di comunicazione che rende tutto più brillante e luminoso.

Aforisticamente è il portale di aforismi più famoso d’Italia. Come è nata questa idea?

Aforisticamente è nato nel 2009, raccoglie circa duecento mila aforismi da tutto il mondo e la sua particolarità sta nell’unire frasi di autori classici già famosi a quelle di autori sconosciuti, per esempio quelli di Twitter, che sono stato il primo a sdoganare.

Nel 2014 ho recensito e intervistato circa 200 autori e ho scritto articoli su di loro. Twitter può considerarsi un’officina e chi ci scrive è al livello di grandi autori. Esistevano antologie di poesia nel mondo ma non esistevano antologie dell’aforisma mondiale contemporaneo. All’inizio avevo pochi lettori ai cui interessavano gli aforismi per tema, quindi decisi di inaugurare una sezione con le frasi ciniche sul natale, che avrebbero sicuramente incuriosito. Tutto ciò che ho progettato e realizzato è frutto di un lungo e importante studio.

Il numero più grande è due, è il titolo del suo primo libro edito da Mondadori. Lo considera un traguardo o un punto di partenza? Di cosa parla?

Sicuramente lo considero un punto di partenza, dato che è anche il primo libro al mondo costituito interamente da aforismi e non ha parti narrative al suo interno. Nonostante ciò ha una storia e una trama ben precise: due giovani si incontrano, si conoscono ma hanno paura di amare, si lasciano e si riprendono continuamente.

Secondo me amare vuol dire cedere parte della propria indipendenza all’altra persona. Purtroppo viviamo in una società narcisistica: siamo tutti concentrati su noi stessi e si creano sempre più connessioni e meno legami. L’amore è il contrario del narcisismo. Amare vuol dire aprirsi all’altro, cedendogli la propria autonomia. Anche secondo Bauman l’amore finisce perchè è difficile prendersi la responsabilità di amare un‘altra persona.

Il titolo fa riferimento al fatto che in una società in cui tutti vogliono essere i numeri uno, io penso invece che il numero più importante sia due e che noi esistiamo solo quando ci completiamo.

Ho un altro libro in cantiere, che uscirà il prima possibile. Il titolo è Se mi guardi esisto ed è ispirato ai bambini, i quali esistono solo se guardati dai genitori. Così come noi esistiamo solo se una persona capisce la nostra interiorità attraverso l’empatia, sentimento fondamentale.

Cosa prova ad essere accostato ai grandi poeti dell’Ottocento e Novecento? Cosa significa vedere le proprie frasi sui menù dei ristoranti, sulle pareti degli uffici..persino sui cartelli di benvenuto in siti turistici!

Ricordo ancora quando il comune di Castro, in Puglia, ha posto un cartello con una mia frase davanti a una delle spiagge più famose del Salento. Non potevo crederci (ride). Innanzitutto provo inadeguatezza, mi sento quasi fuori posto e fuori luogo. Non ho una collocazione ben precisa nel panorama letterario, alcuni addirittura dicono che scrivo “poesismi” o “caramagnismi”.

A volte mi sento quasi un autore scomparso poiché molti mi citano ma non me lo dicono. Avrei bisogno di contatto con chi mi cita mi darebbe un senso di appartenenza e realtà.

Grazie per aver risposto alle nostre domande. Nel suo aforisma scritto per la quarantena leggiamo queste parole: “Non trovarono più il virus, ma trovarono al suo posto delle cose che sembravano scomparse: la gentilezza, l’altruismo, l’empatia. E tutto ricominciò di nuovo. Ma nulla fu più uguale a prima”. Secondo lei come usciremo da questo lungo periodo di stop e reclusione. Lei come lo sta trascorrendo?

Penso che questo sia un brutto periodo per i razzisti, i quali stanno finalmente capendo che siamo tutti uguali. Lo dimostra la frase di Seneca che la Cina ha posto sulle mascherine inviateci: “Siamo onde dello stesso mare, siamo foglie dello stesso albero, fiori dello stesso giardino”.

Stiamo imparando a riscoprire l’attenzione per il prossimo, la solidarietà, l’altruismo, tutti valori perduti in una società concentrata solo su sé stessa, sul successo e sulla gratificazione.

Lo stare a casa ci ricorda che siamo fatti di interiorità, anche se leggere cosa abbiamo dentro non è sempre facile. Spesso usiamo la frenesia di tutti i giorni come scudo, per non ammettere le nostre paure, le ansie e i sogni.

Personalmente sto vivendo come vivevo prima. Sono una persona abbastanza solitaria: leggo, scrivo…ma devo dire che mi manca la libertà. La democrazia si fonda su due pilastri: libertà di espressione e libertà di movimento. Ora come ora ce ne vediamo negato uno fondamentale e ci sentiamo in gabbia. Chissà che da questo periodo non escano produzioni più intime e profonde.

a cura di
Ilaria Iannuzzi

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