Ecco i Bilbosa: la band strumentale che vi emozionerà

Ecco i Bilbosa: la band strumentale che vi emozionerà
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Come si dice? “Un silenzio vale più di mille parole”? E se la musica sapesse essere “silenziosa”? Vi chiederete come sia possibile, eppure, c’è chi riesce a esprimere perfettamente l’idea. Sto parlando dei Bilbosa, band strumentale genovese alt-rock con un tocco di elettronico.
Il gruppo ha presentato oggi “Pyramiden / Gaza” una combo di due brani molto interessante, accompagnata dal videoclip registrato in studio.

BILBOSA – Pyramiden / Gaza

Mi sono chiesta, prima di ascoltare, come fosse possibile che oggi – in un’era musicale in cui a “fare la differenza” spesso sono le parole – un brano esclusivamente strumentale riuscisse a emozionare.
Sembra una domanda stupida per un’amante della musica ma, se ci pensate, viviamo un’epoca in cui – attraverso la musica – prendiamo una strada ben precisa ogni volta che ascoltiamo una canzone. In qualche modo ci schieriamo con un’idea o un’ideologia dettata dalle storie che le parole dipingono. Veniamo sollecitati a pensare che l’amore sia quella cosa lì, che la libertà sia proprio quel concetto, che l’estate sia fatta di Reggaeton e l’inverno di sigarette dentro le sciarpe, per esempio.

Il che è positivo: raccontare storie è sempre bello. (Quando non si cade nella banalità…)

Ma mi sono domandata: possiamo anche farne a meno? La rispota è sì. Ciò che un brano strumentale è capace di regalare all’ascoltatore non è mai uguale a se stesso. Un po’ come se l’artista ti permettesse di fare un viaggio nella sua musica, in cui la destinazione è sconosciuta.

Un quadro astratto in un mondo di disegni perfetti.

Ecco l’intervista per conoscerli meglio.

Chi sono i Bilbosa?

Stefano Pulcini: “I Bilbosa sono David Carroll, Stefano Pulcini, Daniele Ferrari e Gabriele Gennaro. Il progetto nasce nel 2016 dopo lo scioglimento della band Chaos del Signor Gaza di cui parte di noi erano membri. Da allora i Bilbosa si sono chiusi in studio a scrivere il loro primo album “Diamond Dust” registrato e prodotto da Tristan Martinelli presso lo studio 9, nel centro storico di Genova, in uscita per l’inverno del 2020.”

Perché proprio una band strumentale?

“Perché i cantanti sono delle persone orribili! Scherzo! (ride ndr)
Abbiamo scelto questa strada per diversi motivi. Penso che la musica strumentale sia davvero qualcosa che ti arriva dentro al cervello senza sapere perché e senza sapere cosa ti stia dicendo. Non abbiamo sempre bisogno di parole per comunicare qualcosa e noi proviamo a fare questo: comunicare emozioni, sensazioni, ricordi. Inoltre a livello pratico è davvero divertente da suonare!”

Come nasce un vostro pezzo?

“Quando ci vediamo in saletta qualcuno porta un giro di chitarra, di basso o di synth e il resto della band ci suona sopra iniziando jam di ore. Alcuni pezzi all’inizio duravano 10 o 15 minuti. La nostra saletta/studio è molto ben attrezzata e tutti i nostri strumenti sono costantemente colegati alle macchine che rigistrano tutto ciò che suoniamo in multi traccia. Questo significa che noi possiamo ascoltare sempre quello che abbiamo suonato e ciò semplifica molto la scrittura dei brani.”

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Oggi è uscito “Pyramiden / Gaza”, un brano – anzi due – usciti insieme: perché questa scelta?

“Pyramiden e Gaza sono due pezzi a cui teniamo molto che vengono in qualche modo anche dal nostro vecchio progetto (il titolo Gaza è un elogio al vecchio progetto) e fanno entrambi parte del disco in uscita “Diamond Dust”. Pyramiden è una città, la più a nord del mondo, che avevano provato a costruire come città perfetta. Una città nuova di zecca oggi completamente abbandonata grazie alla vittoria della natura sull’uomo che ancora una volta ha provato a essere Dio.
I brani del disco sono tutti collegati perché rappresentano un lungo periodo della nostra vita passato insieme, un modo comune di rapportarsi alla musica che probabilmente è in questo momento in fase di mutazione.

I due brani sono accompagnati dal video registrato in studio: per i prossimi lavori avete idee narrative?

“Abbiamo deciso di uscire con un live perché pensiamo che quella sia la nostra dimensione. Ci piacciono le imprecisioni e l’energia che solo un live può dare. I pezzi del disco raccontano tutti qualcosa pur non dicendo niente e il nostro immaginario parte proprio da lì.”

Quali sono i vostri progetti futuri?

“Prossimamente usciremo con un videoclip e l’8 febbraio suoneremo al CANE di genova in apertura agli Handlogic. Quest’inverno è prevista l’uscita del nostro primo album “Diamon Dust” , mentre la scrittura del prossimo album è già avviata.”

a cura di
Giovanna Vittoria Ghiglione

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Giovanna Vittoria Ghiglione

Giovanna, classe 1992, è un’instancabile penna incallita. Per lei, le cose importanti passano tra inchiostro e carta: tutto il resto è noia. Impulsiva come Malgioglio davanti a un negozio di pashmine floreali, ha sempre trovato nella scrittura il rimedio più efficace contro gli errori della vita: scrivere significa pensare e pensare – purtroppo – non è da tutti. La musica ha sempre giocato un ruolo primario nella sua vita e scriverne è diventato presto un obiettivo da raggiungere. E se è vero che non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, a lei non piace proprio tutto: è passata, negli anni, da grandi classici della scena Pop dell’adolescenza, al Rock degli anni ‘90, fino all’Hip Hop – che sin da bambina ha amato grazie alla danza. Autentica sostenitrice della morte dell’Indie, oggi non ha un genere preferito nonostante le statistiche di Spotify evidenzino una grande tendenza Pop.

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